Il Sud in pasto alla mafia

Al Sud vige la pax mafiosa, il controllo sociale che le organizzazioni criminali sottraggono allo Stato con la compiacenza delle istituzioni. E la rivolta degli immigrati a Rosarno è sintomo di tensioni sociali enormi che non vedono l’ora di sfociare.
Rosarno è solo uno dei tanti paesi del Sud Italia abbandonati alle organizzazioni criminali. Una vita che diventa impossibile tra la morsa stringente delle mafie, della disoccupazione e spesso anche della devastazione ambientale. Il comun denominatore che unisce queste cittadine è sempre lo stesso: la speculazione edilizia. La rivolta degli immigrati ha trasportato come d’incanto le telecamere dei notiziari mostrando a tutto il Paese l’abbandono di questi luoghi, dove vengono lasciati marcire sia gli abitanti sia gli immigrati. Una situazione che si ripete in gran parte dei comuni meridionali e non solo, come Castelvolturno o Mondragone, dove la cittadinanza non vive ma sopravvive insieme ad una larga fetta di persone extracomunitarie in un territorio schiacciato tra mafia, cemento, degrado e rifiuti tossici.
Il Re è nudo in momenti come questi. il governo dimostra la sua intrinseca debolezza dietro l’arroganza solita dei suoi rappresentanti: non è in grado di controllare il territorio. I politici hanno trovato più comodo affidare il controllo sociale del Sud alle organizzazioni criminali, che garantiscono così la pax mafiosa grazie alla forza delle armi, laddove uno Stato che si professa democratico dovrebbe garantire invece il diritto alla vita con le leggi e i servizi sociali.
Ma le rivolte e le sparatorie che si verificano nei quartieri degradati delle metropoli meridionali, le navi radioattive affondate in mare dalla ’ndrangheta, le bombe piazzate dalla mafia, sono il prezzo da pagare della corruzione della classe dirigente, che si rifugia dietro il pretesto dell’immigrazione clandestina e dell’uomo nero che stupra e uccide le donne italiane, discolpandosi così e rinfocolando l’odio etnico tipicamente leghista. Strana cosa per il Partito dell’Amore...
L’unico intervento che il governo farà è quello repressivo. La gestione del territorio verrà affidata ai reparti mobili di polizia e carabinieri, come si sta facendo in queste ore, e forse anche l’esercito militarizzerà quelle aree. Non intaccando però minimamente i lucrosi affari della ’ndrangheta. Quella deve prosperare sempre e comunque, sennò il PIL italiano come fa a crescere?
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