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Il marcio degli affari nella sanità lombarda

Il sistema sanitario lombardo mostra le sue crepe nell’intreccio affaristico che ruota intorno a Formigoni e Comunione e Liberazione...

Se non fosse che le cosiddette prove esposte nel web non mi convincono sembrerebbe proprio che questa storia della statuina in faccia sia l’atto un po’ sanguinolento di una commedia inscenata ad arte.
 
Guardate come sono riusciti a ricreare le condizioni di un inciucio spostando il discorso dall’ ”inadeguatezza del Premier” – a cui si era giunti anche grazie al 5 dicembre – alla “necessità di riforme condivise in un clima diverso” e tutto ciò bombardandoci per un paio di giorni con una strategia degna dei servizi di un Paese sgangherato e marcio come il nostro.
 
Non è un caso che si riveda spesso in giro la faccia di D’Alema
 
Comunque mentre ci occupiamo del popolo dell’amore che ci riempie ogni giorno di gioia e - ammettiamolo - siamo proprio delle bestie noi che non lo comprendiamo, il governo sotto traccia lavora per noi.
 
Infatti (notizie riprese da qui http://blog.libero.it/lavoroesalute/7799533.html) vuole ridurre i posti letto per malati acuti dal 3,8 al 3,3 per mille (7-10 mila posti letto in meno), arrivando ad “ipotizzare persino accordi interregionali sulla mobilità per cui ad ogni cura eseguita in un’altra regione dovrà corrispondere analoga riduzione di posti letto nella regione di appartenenza”.
 
“Pesante intervento anche sul personale attraverso ipotesi di organico standard con ridimensionamento dei fondi per i contratti integrativi e conseguente riduzione degli organici nelle strutture semplici e complesse.”
 
Introduzione di ticket: in caso di squilibrio già definito nel secondo trimestre dell’anno in corso, scatto obbligatorio di ticket sulla farmaceutica e sulle cure specialistiche con superamento e cancellazione di ogni tutela sociale attraverso l’annullamento di tutte le esenzioni”.
 
Inoltre v’è l’obbligo di introdurre il ticket sulla parte “alberghiera per le prestazioni medico-chirurgiche in day hospital o in ricovero ospedaliero, introduzione di un incremento della tariffa a carico dei cittadini per le prestazioni in intramoenia. Per la riabilitazione nelle strutture accreditate, scatto della totale o parziale compartecipazione a partire dal 45° giorno anziché dal 60° come attualmente in vigore”.
 
Anziché colpire privilegi, sprechi e connessioni malavitose insite nel sistema, con appalti e gestioni esternalizzate a vantaggio di amici degli amici, si cancellano diritti e si comprimono servizi nell’ottica di un esasperato economicismo secondo il modello lombardo.
 
In questo modo il governo non sta solo compiendo l’ennesimo intervento pro-crisi, riducendo l’occupazione e peggiorando la condizione delle fasce sociali più deboli.
 
Sta anche attaccando pesantissimamente la sanità pubblica con un progetto preciso e dichiarato. Sviluppare il “terzo pilastro”, cioè consegnare al sistema a capitalizzazione e ai privati la sanità.
 
Mentre i programmi televisivi che il nano napoleonico ormai condiziona al 90% nelle sei reti, senza considerare le recenti involuzioni de LA7 per via di Telecom, ci allietano con il Natale dei buoni sentimenti e degli inciuci in rapido avvicinamento, in Lombardia i governanti sono sull’orlo dell’esaurimento nervoso, perché il modello lombardo imperniato sugli amici degli amici del “Celeste” Formigoni comincia a scricchiolare...

La logica del profitto applicata ai servizi è la ratio della nascita stessa dei cattolici popolari, il braccio armato politico-affaristico di Comunione e Liberazione che nel tempo ha sempre trovato sponda nella fazione andreottiana, passata armi e bagagli a fare affari con il Berlusca quando questi decise di scendere in campo.

Io personalmente ho conosciuti alcuni fra i dirigenti di C.L. che negli anni ’80, in fase di proselitismo esasperato (è una vera setta senza se e senza ma), giravano per tutte le università cercando di raccattare persone e contratti con una furia agonistica che neanche i craxiani della Milano da bere avrebbero potuto vantare.

La voracità affaristica di questa congrega è incredibile ed ormai nota.

Alcuni di loro, per convincermi ad entrare nelle loro fila, mi dissero che loro erano diversi dagli altri gruppi cattolici, per loro era “essenziale vincere, non partecipare” sicché ”come in una corsa di cavalli, se c’era da truffare le regole o dopare il cavallo, lo facevano a cuor leggero”, “noi non siamo come gli altri cattolici che porgono l’altra guancia e vogliono solo testimoniare la loro presenza”, “noi vogliamo vincere, il nostro cavallo deve vincere…”.

Pertanto l’esito giudiziario delle loro attività frenetiche era un po’ iscritto nel dna.

La Guardia di Finanza di Milano un paio di mesi fa ha arrestato con l’accusa di riciclaggio Rosanna Gariboldi, moglie del parlamentare del Pdl Giancarlo Abelli, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dai pm Laura Pedio e Gaetano Ruta.

Con la stessa accusa sono state arrestate altre tre persone, tra cui l’imprenditore Giuseppe Grossi che, alla guida della società “Sadi”, era considerato il “re delle bonifiche”. La signora Abelli è accusata di aver ricevuto soldi da conti esteri a Montecarlo “schermati” dell’imprenditore Grossi.

I dati del computer dell’avvocato Fabrizio Pessina di Chiasso, fermato a Malpensa in primavera, fanno tremare il Palazzo. La rete degli inquirenti comincia a chiudersi e fra le maglie anche molti insospettabili.

Tornando ad Abelli tutti sanno che è il capo della segretaria di Sandro Bondi, il coordinatore nazionale del Pdl di Berlusconi.

Abelli non è un nome da poco nella politica che conta. Non per nulla a Milano è conosciuto come il “Faraone”, l’uomo forte del sistema sanitario lombardo, dai mille agganci con il vecchio potere democristiano e il nuovo centro destra italiano. Sarebbe stato Pessina a spiegare agli inquirenti che il conto denominato “Associati”, in una banca di Montecarlo, su cui si era avuta una sostanziosa movimentazione, era riconducibile all’assessore provinciale pavese.

Adesso capite il motivo per cui qualche giorno fa il “Celeste” Formigoni ha emesso un sospiro di sollievo il cui rumore ha sorvolto le alpi.

Si è sentito sollevato per l’avviso di garanzia che lo ha raggiunto certificandolo “solo” come un grande inquinatore insieme alla Moratti, tanto che ne ha dato l’annuncio con enfasi, sventolando il foglio arrivato dalla Procura di Milano.

Ha fatto un po’ il teatrante, sorridente, ironico, sollevato. E sapete perché? Perché era ben altro l’avviso di garanzia a cui tutti avevano pensato, e cioè proprio alla indagine scaturente dall’arresto di Grossi e dal computer di Pessina.

Quando e se il celeste venisse indagato per questa storia, ebbene in tal caso avrà come minimo gravi scompensi cardiaci e più che celeste diverrà di colorito un po’ grigio.

Sembra che ci siano molti giocatori di poker fra i politici ultimamente, nel senso – e l’esempio vien dall’alto – che la partita è una scommessa definitiva ripetuta ogni volta puntando tutto quel che si ha sul piatto. Non potrà andare sempre bene. Ci sono un paio di grosse questioni che stanno rovinando il sistema lombardo.

Per entrambe le questioni - che concernono l’anomalia dei controlli regionali e l’indagine sugli omicidi della clinica Santa Rita - rinvio alla parte finale di questo post su La Conoscenza rende Liberi.

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