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Il Parlamento che non c’è: un bilancio dei 12 mesi di inattività degli onorevoli passacarte

Due miliardi di euro. Il costo di due anni e mezzo di missione ISAF in Afghanistan, poco meno di un quarto del bilancio della legge finanziaria per il 2010, 7 volte lo stanziamento previsto dal governo per la messa in sicurezza antisismica delle scuole pubbliche di tutto il paese.
E’ questa la cifra che indica quanto sono costati alle tasche dei contribuenti le attività di Camera e Senato nel 2008. Una cifra destinata probabilmente a crescere nel resoconto dell’aprile prossimo.

Costi retributivi e di funzionamento così rilevanti per le casse dello Stato assumerebbero una legittimità più che insindacabile in presenza di onorevoli deputati e senatori instancabili, in continuo fermento e in perenne attività legislativa.
Eppure, da gennaio ad oggi, solo 121 sono i giorni di reale attività legislativa a Montecitorio. Sensibilmente peggio fanno i colleghi di Palazzo Madama, con un totale di appena 85 giornate dedicate ad attività legislative. Neanche un giorno su quattro del calendario.

E se numeri come questi avrebbero già dovuto procurare da sé ben più di un malore all’agguerrito ed iperattivo ministro Renato Brunetta, protagonista di una presunta indomabile lotta ai fannulloni di Stato, ad aggiungere benzina sul fuoco è l’analisi "qualitativa" delle attività strettamente parlamentari.

La domanda chiave è la seguente: quante leggi di iniziativa parlamentare sono state approvate nel corso di questo anno? Quante, invece, quelle di iniziativa governativa o provenienti da altre "fonti" (trattati, comunali, modifiche di decreti legislativi e così via)?

Ad oggi, a partire da inizio anno, soltanto 72 leggi hanno avuto l’ok finale da parte delle due camere parlamentari. Con l’imminente approvazione della legge finanziaria 2010, l’attività parlamentare chiuderà i battenti con alle spalle una media di appena 6 leggi varate ogni mese.
Più di 5 mila, invece, quelle proposte in un anno e mezzo di legislatura tra Camera e Senato. E che difficilmente vedranno mai una fine.

Delle 72 leggi datate 2009, quante godono del privilegio di un parto, una discussione ed un’approvazione tutta parlamentare? Soltanto 6. Poco più dell’8%. Il procedimento legislativo di esclusività parlamentare che i padri costituenti concepirono come "regolarità" oggi diventa eccezione.

E il tenore di questi provvedimenti genera ulteriori dubbi sull’efficienza e l’utilità di un Parlamento ormai ridotto a semplice passacarte dell’esecutivo:
  • Istituzione della giornata contro la pedofilia;
  • Candidatura dell’Italia come paese ospitante per i mondiali di rugby del 2015 e del 2019;
  • Valorizzazione dell’abbazia di Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni;
  • Proroga delle missioni militari all’estero (variazione di una legge comunque governativa);
  • Istituzione del premio "Arca dell’arte - Premio nazionale rotondi ai salvatori dell’arte";
  • Contributo per la "Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea".

Questi sei titoli raccolgono tutto l’orgoglio parlamentare degli ultimi 12 mesi, con buona pace dei neofiti, improvvisati difensori delle competenze parlamentari come Gianfranco Fini, "primo rappresentante" di uno dei due rami parlamentari più inattivi nella storia d’Italia.

Le restanti 66 leggi si dividono tra conversione di decreti-legge (15), leggi di iniziativa governativa o modifiche a decreti vigenti (13), leggi elettorali e di funzionamento del Parlamento (5), comunali (2) e, padroni assoluti delle attività parlamentari, le ratifiche degli accordi internazionali (35), la maggior parte delle quali riferite a patti stipulati oltre 3/4 anni fa.

Gli accordi bilaterali discussi e approvati disegnano una geografia politica per il nostro paese quantomai inedita ed impensabile: trattati di partnership con Libia, Iraq e Repubblica Moldova, accordi anti-terrorismo e di contrasto alla criminalità stipulati con Russia e Arabia Saudita, accordi finanziari con Bielorussia, Croazia, Slovenia, Arabia Saudita e Giordania, protocolli sull’organizzazione idrografica internazionale, accordi sulla gestione dei confini nazionali con la Svizzera e sul trasporto aereo con Marocco e USA, sistemi di navigazione satellitare civile concordati con Ucraina e Marocco, accordi di assistenza giudiziaria con la Moldavia e accordi internazionali sull’uso dei legni tropicali.

Poco più di un mese fa l’onorevole Presidente Gianfranco Fini chiudeva i battenti di Montecitorio per mancanza di copertura finanziaria per le leggi in discussione presso le varie commissioni, generando un pericoloso sottinteso per cui le uniche leggi degne di nota sono quelle che tolgono o mettono soldi nelle casse dello Stato.
Eppure proposte di legge sulla modifica costituzionale di composizione e competenze delle camere, sul diritto al cognome, sull’affidamento dei minori, sulla cittadinanza e sul testamento biologico, prive di qualsivoglia necessità finanziaria, sono congelate in attesa di essere discusse dal 29 aprile 2008.

Tra un governo "intasa-camere" ed un Presidente della Camera vacanziero, la vita dei disegni di legge sui diritti civili in questo paese è assai grama.

Commenti all'articolo

  • Di LIBERALVOX SocialNetwork (---.---.---.111) 22 dicembre 2009 11:59
    LIBERALVOX SocialNetwork
    Stretta del governo contro i social network, rei del lancio del "duomo" al premier.
    Istituzione del reato di istigazione ed apologia dei delitti contro la vita e l’incolumità della persona, anche tramite internet e social network. "Chiunque, comunicando con più persone in qualsiasi forma, istiga a commettere uno o più tra i delitti contro la vita e l’incolumità della persona, è punito, per il solo fatto dell’istigazione, con la reclusione da 3 a 12 anni. La stessa pena si applica a chiunque pubblicamente fa l’apologia di uno o più fra i delitti indicati. Se il fatto è commesso avvalendosi di comunicazione telefonica o telematica, la pena è aumentata". E’ la proposta del sen. Raffaele Lauro (PdL), per l’introduzione, nel nostro ordinamento, del reato di istigazione e apologia dei delitti contro la vita e l’incolumità della persona, con l’aggravante per coloro che utilizzano strumenti informatici e telematici, come internet e in social network. Il sen. Lauro ha dichiarato: "L’aggressione al Presidente Berlusconi ha evidenziato la necessità di intervenire sul diffuso fenomeno, caratterizzato da forme di esortazione alla violenza e all’aggressione, mediante discorsi, scritti ed interventi, che, in virtù delle moderne tecnologie informatiche, riescono oggi ad acquisire una rilevanza mediatica particolarmente significativa. Si è drammaticamente diffusa, anche tra i minorenni, l’abitudine ad utilizzare gli strumenti informatici per ledere la dignità delle persone, nelle forme più gravi, dai ricatti, alle ingiurie, a sfondo sessuale o razzista, alla diffamazione". La proposta di Lauro, già sottoscritta da più di 50 senatori, di maggioranza e di opposizione, ci sembra legittima, ferma restando la libertà di espressione, di pensiero, di parola e di scrittura. Da queste pagine abbiamo sempre aborrito ogni forma di violenza verbale, ma forse sarebbe bene che il legislatore rivolgesse la sua attenzione anche al linguaggio di certa politica quando siede in parlamento mostrando "i cappi", oppure và in televisione, sui giornali e, perchè no, anche su internet ad auto-insultarsi e ad offendere il buon gusto e le indigenze dei cittadini che campano di stipendio, pensioni e cassa integrazione.
    LIBERAL VOX

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