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La riflessione di un uomo comune. "Un altro Castro, la stessa Italia"

Quale condizione è necessaria affinchè il nostro Paese si liberi dalla schiavitù dell’immobilismo politico, che trascina con sé un’intera popolazione?

Una riflessione contraddittoria della nostra realtà.

Mentre in Italia mi sono trovato a scrivere, approfittando dell’ospitalità di Agoravox, di faccende che interessavano la nostra classe politica, preoccupata del proprio personale profitto, senza pudore e a discapito delle classi meno abbienti, nel mezzo, ho vissuto anche la quotidianità dell’uomo comune, che lavora, che pensa, che riflette, e allo stesso tempo vive, a modo suo, ma vive. 
 
Mi è venuto spontaneo fare una riflessione che riguardi non solo il nostro Paese, ma anche il contesto internazionale in cui il nostro Paese è inserito.
 
HRW (Human Rights Watch), l’organizzazione internazionale, e americana, per la tutela dei diritti dell’uomo, ha pubblicato un dossier il 18 novembre scorso, dal titolo "Un altro Castro, la stessa Cuba"  nel quale si analizza la situazione interna cubana, di cui nessuno si occupa.
 
Il dossier tratta della libertà di pensiero, di stampa, di espressione, in poche parole tratta di Libertà.
 
Queste Libertà sono strettamente controllate dal regime castrista, con disposizioni normative e Costituzionali che portano sinanche al preventivo arresto per coloro che sono sospettati di opporsi al modello socialista, anche senza prove che le persone arrestate fossero realmente intenzionate a commettere un reato.
 
La lettura di questo dossier mi rimanda alla manifestazione che si è tenuta sabato a Roma.
 
Una parte del popolo di internet che si mette insieme per opporsi.
 
Opporsi alla nostra attuale classe politica, opporsi alla Casta mediatica che invade la nostra vita, opporsi alla disgregazione del Paese in provincialismi, in campanilismi, opporsi al mero "consumo" e al dio "mercato". 
 
Opporsi, ma, in un certo qual modo, avere anche la voglia di dire "Io ci sono".
 
Il popolo di internet, da solo, ha dimostrato di non avere bisogno di appartenere ad una determinata parte politica per esprimere il dissenso.
 
Il dissenso nei confronti di chi attacca giorno dopo giorno i vertici Costituzionali, il dissenso nei confronti delle leggi "ad personam" per salvaguardare l’interesse giudiziario degli avvocati del nostro Presidente del Consiglio.
 
Gli stessi avvocati-parlamentari ispiratori del Lodo Alfano, del Lodo Schifani, della separazione delle carriere all’interno della magistratura per assoggettare i pm al potere esecutivo, al governo, a "questo governo".
 
Gli stessi avvocati-parlamentari che accorciano i tempi della prescrizione, e lo chiamano "Processo breve", per tutelarne i cittadini dalla "irragionevole durata".
 
Internet ha dato la possibilità a molti di organizzare all’interno di una società che pensa, che si confronta, che si informa, come quella del web, un gruppo di dissidenti che hanno manifestato liberamente nella Capitale, agli occhi di quella stessa classe politica che vuole rigettare.
 
Questo gruppo si è compattato e ha detto "Io ci sono", anche se non sono presente in televisione "Io ci sono", anche se le telecamere della Rai non ci sono per la diretta televisiva "Io ci sono, ci sono sul web".
 
E allora il popolo dei dissidenti si ingrossa, perchè ci sono quelli che non c’erano fisicamente a Roma a manifestare.
 
Ci sono le persone di buon senso che capiscono, si informano raccogliendo informazioni che divulgano rapidamente, confrontandosi, ma anche scontrandosi duramente.
 
Allora io mi chiedo, "ma a Cuba avrei potuto manifestare così apertamente il mio pensiero? Avrei potuto liberamente, insieme ad altri, scendere in piazza a chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio? Avrei potuto alzare striscioni sui quali era raffigurata la figura del Presidente del Consiglio in manette?"
 
"E’ ovvio - pensa l’uomo comune - quì noi siamo liberi perché possiamo fare l’attore, la velina, possiamo diventare famosi con il ’Grande Fratello’, partecipiamo ai giochi e ai quiz del pomeriggio e ci rimbambiamo con la politica notturna di Vespa. E’ ovvio, siamo liberi, siamo liberi dai comunisti, siamo liberi dallo Stato di diritto. Siamo liberi di farci sfruttare, di farci avvelenare, di farci estorcere denaro dallo Stato e dalla Mafia in un colpo solo".
 
A manifestare, sabato, c’era quell’uomo comune che inizia a mettere insieme i pezzi, che inizia a mettere in fila le notizie e a raccontarle, secondo una logica politica che avvicina il nostro Paese ad uno Stato simile a quello cubano o a quello russo, o bielorusso.
 
La politica internazionale del governo guidato da Silvio Berlusconi ci ha fatto passare da un paese filo-americano, a filo-russo, filo-cinese, filo-bielorusso.
 
In Europa Silvio Berlusconi è l’unico leader a intessere rapporti stretti con quelli che gli Usa considerano ancora suoi nemici, a cominciare da Geddafi.
 
In Italia ancora reggono delle istituzioni che intravedono il pericolo, ma devono essere in grado di incassare il colpo di una deriva autoritaria che si concretizzi nella piena immunità del capo del governo.
 
Si è provveduto a salvaguardare gli interessi del Cavaliere per via normativa ordinaria, con la depenalizzazione del falso in bilancio, con l’accorciamento dei termini di prescrizione, con la ex-Cirielli, si sono fatte delle leggi per bloccare determinati processi, si è fatto l’indulto. E’ incredibile l’elenco delle norme che sono state coniate apposta per supportare il Presidente del Consiglio nella guerra contro le Procure
 
Si è tentato anche di abrogare di fatto l’articolo 3 della Costituzione che sancisce l’uguaglianza davanti alla legge, di "Tutti".
 
La Mafia non va in prescrizione, coloro che si sporcano del reato di mafia sono sempre perseguibili, a meno che non cambino le leggi
 
"Mai dare niente per scontato!"
 
Per consolidarsi un "Regime" deve sempre trovarsi prima uno spazio, una piccola falla nell’assetto costituzionale dalla quale far passare il germe dell’infezione.
 
Il popolo che ha manifestato si è reso conto del pericolo.

Commenti all'articolo

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 7 dicembre 2009 14:31
    maurizio carena

     Cuba e’ un paese in guerra. Da mezzo secolo subisce l’aggressione imperialista piu’ violenta della storia da parte del paese piu’ potente del mondo. Una interminabile catena di attentati terroristici, destabilizzazione mediatica, propaganda, e un embargo condannato dalla stragrande maggioranza dell’ONU.
     
     Vatti a vedere, caro morias, qual’e’ la liberta’ concessa dalle sedicenti "democrazie liberali" nelle zone di guerra, perche’ e’ li che devi fare il paragone con Cuba.

     Gli assassini in divisa israeliani li AMMAZZANO i giornalisti, cosi come i pacifisti DISARMATI, nei Territori palestinesi ILLEGALMENTE occupati.

     E gli USA, nella loro crociata per il petrolio li AMMAZZANO A DECINE i giornalisti in Iraq e in Afghastan.

     Se poi scrivi di politica estera dovresti sapere che gli USA, i paladini della liberta’ di informazione, hanno bombardato la tv Al Jazeera, in diverse occasioni.

     Tutta la tua retorica sulla liberta’ di espressione e’ ridicola e indicativa di una grande ignoranza.
     
     In caso di stato di eccezione tutte le belle panzane che vai dicendo, il tuo stato "liberale" te le puo’ revocare con un decreto.
     Leggiti Agamben, almeno, prima di declamare pretese liberta’ che non sono altro che armi ideologiche di quello stato che NON fa i tuoi interessi, ma i suoi.

    che tristezza dover scrivere sempre le stesse cose...

  • Di morias (---.---.---.145) 7 dicembre 2009 15:04
    morias

    Caro Maurizio,
    criticare il modello socialista cubano non significa di conseguenza accettare o giustificare i "regimi liberali" delle democrazie europee, e meno ancora quello statunitense.

    Cadi anche tu nell’errore di ragionare in termini di pro o contro. Se si critica Cuba, allora si lodano gli USA, se si critica Berlusconi, allora si è comunista.

    E’ ora di smetterla di ragionare in questi termini. Conosco molto bene i metodi repressivi statunitensi e israeliani negli scenari di guerra, e la metodica repressione del dissenso in quelle zone.

    Se seguo il tuo modo di pensare, per contro dovrei giustificare la repressione cubana solo per il semplice fatto che americani e israeliani fanno di peggio?

    Caro amico, è lo stesso ragionamento che fanno i berlusconiani.

    Se a Cuba i cittadini non hanno la libertà di manifestare, allora meglio l’Italia dove si può scendere in piazza contro un Presidente del Consiglio?

    La retorica e le belle chiacchiere sono solo tue, e di coloro che da quindici anni e passa sono intrappolati in un modello di ragionamento che porta solo a rafforzare il sistema politico che tu dici di criticare.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 7 dicembre 2009 19:32
      maurizio carena

       caro morias,

      1- le "democrazie occidentali" hanno accettato il suffragio universale e la cosiddetta democrazia (formale) dopo che hanno constatato (con due guerre mondiali vinte) che si controlla molto meglio il popolino con la propaganda che coi manganelli degli sbirri.

      2- nei nostri regimi le cosiddette "manifestazioni" sono (entro certi limiti) tollerate perche’ tanto non cambia un c...zo, ma si mantiene la finzione "democratica", indispensabile ai regimi oggi al potere nel "democratico" occidente.

      3- oggi il suffragio, in Italia, e’ comprato con 50 euro, oppure con una promessa di lavoro, specie al sud.
       Il regime catodico dello psiconano e’ figlio dei plebisciti del duce, che era figlio delle votazioni coi mazzieri del Giolitti.
       E’ questa la nostra tradizione democratica.
      E nei democraticissimi USA, per es., i negri li hanno sempre fottuti col gerrymandering: votare si, ma non sia mai che le razze inferiori possano mettere in discussione le strutture di potere dominanti. La come qua. "Vota pure, sporco negro, e poi dopo avere fatto la tua pantomima nello "spettacolo democratico" torna al lavoro".
       Per l’eccezione Obama ci sono voluti duecento anni.

       Noi manifestiamo, manifestiamo, manifestiamo, ok. Ma quel nano mafioso, quel corruttore di giudici, pedofilo, erotomane, monopolista, evasore fiscale, quel vecchio sessista e razzista degenerato che mi fa vergognare di essere italiano, lui e’ sempre al potere.
       Lo vedi anche tu che non cambia un beneamato c4770.

       E allora ti chiedo: dove sarebbe la nostra superiore democrazia?
      E soprattutto, perche’ continuare a prendersela vigliaccamente con un piccolo paese del terzo mondo, quando noi, ricchi e avanzati, siamo in mano a una casta di mafiosi e non cambia un Cristo di niente?

       Sono i miei politicanti (bastardi) che vanno in "pensione" dopo una legislatura e con decine di migliaia di euro.
       Sono i miei giornalisti criminali che smarchettano per l’editore di turno prostituendo l’informazione e pervertendo la verita’, e contribuendo al regime. Il nostro.

       Il regime e’ qui, non solo a Cuba.
      Per questo trovo assolutamente indicativo del lavaggio del cervello imperante che tu abbia preso, tra tutti i casi del mondo, proprio Cuba, forse l’unica eccezione possibile.

       E poi.
       Tu dici che in italia si puo’ "manifestare liberamente" ed "esprimersi liberamente".
      Conosci il blog di Piero Ricca? prova a farci un salto, cosi’ vedi cosa intendano, nella "democratica" italia gli sbirri e i legulei dei politicanti per liberta’ di espressione...

       E, comunque, Cuba e’ oggi infinitamente meglio del 1959 (Revolucion).

      L’italia, questo paese di merda, e’ infinitamente peggio del 1946 (Repubblica).

      Questa e’ la realta’.

      Un giornalista che NON abbia chiaro in mente un minimo di contesto e si limiti a riportare fatti slegati, casuali, non meditati, non nella giusta prospettiva, NON e’, a parer mio, un buon giornalista anzi, non e’ proprio un giornalista tout curt.

       Ps.
       Alle "manifestazioni" della Sanchez, la "dissidente" cubana piu’ famosa del pianeta, io ho visto poche decine di persone. (I video li trovi su You Tube).
       E dopo quella che tu definisci "repressione" lei non aveva neanche un unghia rotta.
       Forse ti confondi con l’Iran. Li si che c’e’ la repressione.

       Se invece per "repressione" del "feroce regime castrista", intendi le poche decine di "prigionieri di coscienza" (secondo Amnesty), allora cosa mi dici delle decine di giustiziati USA, di Guantanamo, di Abu Graib, di Bolzaneto, della Diaz, del Giornale di quel killer di Feltri, degli sbirri che massacrano gli Stefano Cucchi in galera...

       Dimmi, per favore, caro Morias, dove cazzo starebbe la nostra SUPERIORE "democrazia"?
      Sono contento per te se tu sai dove stia.

       Io di questa "democrazia" e di questa "liberta’ " posso solo vergognarmi.

       Comunque dare contro Cuba paga sempre. E’ un paese piccolo e lontano. E povero. E con molta piu’ dignita’ e consapevolezza di noi.
       Noi vili.

       Noi bugiardi.

      Noi inconsapevoli. Ma non innocenti. Ma non migliori di loro.

      Noi occidentali non siamo superiori a NESSUNO. Quando lo impareremo?...


    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 7 dicembre 2009 19:57
      maurizio carena

       Tu, ma non solo tu, non capisci che peggio, molto peggio della pretesa "repressione cubana", e’ l’autocensura dei media occidentali, i monopoli mediatici (il nano, ma anche, e peggio, Murdoch) l’indifferenza di una cittadinanza sempre piu’ ignorante, indifferente e catodicamente abbrutita.

       Leggiti i rapporti di Amnesty international, prima di vaniloquare di "repressione cubana".

      Un giornalista dovrebbe avere un minimo di contesto.

       Se 58 "prigionieri di coscienza" sono in carcere a Cuba le decine di giustiziati annuali negli USA, la tortura, la guerra, cosa sono?

       La cosiddetta "repressione cubana" non e’ altro che un’arma ideologica. Molto potente. Prova ne e’ che, tra tutti i paesi dell’orbe terracqueo hai scelto, guarda un po’, proprio la piccola isola caraibica.

       Noi occidentali siamomolto razzisti.

      Ma non siamo superiori a nessun altro.

       Nemmeno a quella piccola isola dei caraibi che ha sempre ricacciato in gola all’imperialismo la sua tracotanza, la sua vergogna, la sua arroganza.

       Noi, una rivoluzione, in questo paese di merda, non siamo mai stati capaci di farla.
      I cubani si.

      Il resto sono, quelle si, solo chiacchiere. Contro Cuba. Ma solo chiacchiere,

  • Di (---.---.---.171) 7 dicembre 2009 16:38

    Un solo appunto, le telecamere della Rai c’erano. RaiNews24 ha seguito la manifestazione con una diretta continua dall’inizio alla fine. 

    • Di morias (---.---.---.145) 7 dicembre 2009 16:56
      morias

      RaiNews24 è visibile col digitale terrestre, che non copre ancora tutte le zone del Paese, mentre è stato impedito a Rai 3 di organizzare e mandare in onda la diretta che avrebbe garantito la visione in tutto il territorio nazionale. 

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