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"(500) giorni insieme". Finto Indie... vero Hollywood

Ci prova, il nuovo (primo) film di Marc Webb, ad essere originale, e indipendente. Dispiace dirlo, ma non ci riesce.

Prima la trama: lui scrive biglietti di auguri, lei è la segretaria del capo. Nasce subito l’intesa, l’innamoramento. Lui è cotto, lei... così così. Non vuole storie serie. Dopo un periodo sereno, in lei tutto si spegne. Ora lo vuole come amico. Lui, distrutto, si veste di classico cinismo e si consiglia con la sorellina che sa trovare sempre le parole giuste per smuoverlo dal torpore.

Dopo un inizio accattivante, con immagini multiple e musiche azzeccate, ci accorgiamo che si tratta della (più o meno) solita storia d’amore. Gli elementi che lo rendono più interessante di altri non sono farina del suo sacco. Si ispira (espressione davvero troppo generosa) al "Favoloso mondo di Amélie" (strepitoso) per la ridondante e fintamente poetica (solo qui, ovviamente) voce fuori campo e per i giochi cromatici. Copia lo slittamento continuo dei piani temporali da "Se mi lasci ti cancello" (idem). La storia che rimane al netto di questi elementi manca di profondità. I protagonisti hanno la stessa confidenza il primo giorno insieme e l’ultimo. Si parla un po’ per frasi fatte e in fondo si dice poco. La qualità della loro sintonia è lasciata a momenti artificiosamente felici in cui la musica copre le parole che questi volti sorridenti di standardizzato (hollywoodiano) amore non sanno dire. I personaggi di contorno si fingono strani ma riusciamo a immaginare le loro battute future sin dai primi minuti.

Sembra strano, ma ho avuto l’impresione che il regista stesso, pur volendo fare del sentimento amoroso il centro della sua opera, non lo conosca egli stesso e si rifaccia a ciò che ha visto, senza averlo capito.

L’opera, attraverso un alternarsi di piani temporali, di incursioni nel musical e nel disegno animato, vuole analizzare gli elementi che caratterizzano una relazione: l’emozione di prorompente onnipotenza che caratterizza la nascita di un amore, la disperazione che accompagna la sua fine, e il fragore dei sogni rassegnati che si fanno quando ormai si è soli senza la propria metà. Il tutto risulta alquanto privo di vera sostanza concettuale alla base, mentre usa un fervore eccessivo nella forma.
Insomma, è un film che aspira a palati un po’ più fini rispetto a chi gode dei soliti polpettoni romantici holliwoodiani, ma non ci riesce. La butta lì, ci prova, ma non li (ci) sa soddisfare.

Mi piacerebbe poter dire che, lasciando a casa le dovute aspettative, questo film possa concedervi due ore di svago ma, chi sbadiglia, per quel che ne so, non si sta divertendo.

Regia Marc Webb. Con Zooey Deschanel, Joseph Gordon-Levitt, Clark Gregg, Minka Kelly, Matthew Gray Gubler. Titolo originale (500) Days of Summer. Commedia, durata 96 min.
 

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