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 Home page > Attualità > Mondo > Yoani Sanchez, chi ti paga?

Yoani Sanchez, chi ti paga?

L’ultima "dissidente" cubana fabbricata dai mainstream globali porta il nome di Yoani Sanchez.
 
Curiosamente essa NON compare nella lista dei "dissidenti cubani" di Wikipedia (en.wikipedia.org/wiki/Category:Cuban_dissidents).
 
Strano.
 
Questa sedicente "blogger antisistema" afferma di guadagnarsi da vivere facendo la guida turistica (peraltro senza autorizzazione, eh già, il regime...) e di riuscire a gestire il suo blog "dissidente" usando le connessioni satellitari delle hall degli alberghi.
 
Strano.
 
Visto che, come lei stessa ripete come un disco rotto, a Cuba c’è una grande povertà, dove li prende i soldi per aggiornare il suo blog?
 
La Sanchez viene spacciata dai media occidentali come una vittima della censura del regime cubano. Strana censura. Visto che è proprio col web che "agisce" questa pretesa "cyberdissidente".
 
Il blog della Sanchez (www.desdecuba.com/generaciony/) è stato tradotto in 18 lingue. I suoi post vengono ripresi e propalati ossessivamente dalla propaganda occidentale tra cui, in Italia, il settimanale "Internazionale", dove la Sanchez ha una rubrica fissa e La Stampa dove Gordiano Lupi cura la traduzione del blog in lingua italiana. Il Fatto Quotidiano, poi, ha addirittura indetto una raccolta di firme, da inoltrare all’ambasciata cubana, in risposta alla presunta aggressione che la blogger avrebbe subito, il 6 novembre di quest’anno, da parte della polizia del suo Paese.
 
Strano.
 
Abbiamo verificato (su Alexa) che non esistono altri casi al mondo di illustri sconosciuti tradotti in 18 lingue. Anzi, nemmeno il "Washington Post" o "Al Jazeera" o il blog del Beppe nazionale hanno una tale schiera di traduttori ufficiali.
 
E, per le decine di giornalisti colombiani o messicani morti ammazzati ogni anno, non sono state proposte rubriche o raccolte firme in Italia, né gli vengono dedicati vibranti editoriali sui mainstream.
 
Solo il blog della Sanchez, tra i milioni di blog al mondo, riceve tanta attenzione dai mainstream.
 
Lo stesso blog, inoltre, è registrato su GoDaddy, la compagnia usata dal Pentagono per la cyberguerra. Una coincidenza.
 
Di cyberguerra USA contro Cuba ci parla anche Gianni Minà in "Latinoamerica" (n 106) (www.giannimina.it/index.php).
 
Per non parlare poi del server in Germania (Cronos AG Regesburg); grazie a ciò la bloggera alla moda ha a disposizione una memoria a lungo e altissimo traffico, per non dire di una banda enorme, cose sconosciute al resto dei cubani (Cuba è priva di connessioni via cavo col resto del mondo a causa dell’embargo USA). 
 
Il blog di Yoani Sanchez è una vera stranezza, per chi voglia usare il cervello e non ululare alla Luna non appena si nomina la "Cuba" della rivoluzione socialista di Fidel Castro, come fanno i giornalisti proni al regime neoliberale, che detta loro cosa scrivere, cosa pensare, cosa farci pensare.
 
E, ancora più strano, non esistono prove della presunta aggressione di cui sarebbe stata recentemente vittima la Sanchez (fulviogrimaldi.blogspot.com/2009/11/yoani-sanchez-pesci-pilota-e-pesci.html).
 
Se i "giornalisti" dei periodici prima menzionati avessero rispettato la prima regola del giornalismo, ovvero quella di verificare le "notizie" si sarebbero accorti che non c’era nulla a suffragare le menzogne della bloggera così alla moda oggi.
 
Nulla a parte il vaniloquio di un brand propagandistico costruito dai poteri forti che impongono lo sfruttamento del pianeta e che non possono tollerare l’esempio di giustizia sociale della Revolucion cubana.
 
Sì, perché, se hai fame, la giustizia sociale è molto piu’ importante dei cosiddetti "diritti umani" e della cosiddetta "libertà di espressione", null’altro che vecchi arnesi propagandistici al servizio della guerra ideologica delle cosiddette "democrazie" occidentali. Quelle di Guantanamo, della pena di morte, di Stefano Cucchi, del lavoro minorile, delle elezioni senza preferenza, della privatizzazione dell’acqua...
 
Ma sputare sul socialismo, negli ambienti della casta e nei regimi cosiddetti "democratici post industriali", paga. Paga sempre. Specie quando ci si rivolge a popoli sempre più ignoranti e lobotomizzati dalla tv di stato.
 
In Italia, Paese di grande libertà di espressione, dove un vecchio satrapo, amico dei peggiori dittatori del pianeta, ha in pugno il 90% della tv, dove il mestiere di giornalista è regolamentato dallo stato e dove lo stesso stato tiene a libro paga (aiuti all’editoria) gli organi di propaganda, pardon, di "informazione", e ne nomina i direttori di rete, nessuno di questi sedicenti "giornalisti" (mainstream), dico nessuno, si è preso la briga di verificare le affermazioni della Sanchez.
 
C’è qualcuno, però, che lo ha fatto.
 
Si chiama Fernando Ravsberg, corrispondente della BBC che, trovando la blogger (dopo la pretesa "aggressione poliziesca") in perfette condizioni di salute e senza alcun segno apparente di percosse, le ha chiesto prove a sostegno delle sue affermazioni.
 
Si è sentito rispondere (testuale): "Ho diverse contusioni, in particolare sui glutei, ma non posso mostrarle"... Insomma: i segni erano sul sedere e lei, per pudore, non poteva mostrarli... Verebbe da riderle in faccia!
 
E sono queste le "fonti" dei nostri mainstream. E’ così che, giorno dopo giorno, si perpetua il lavaggio del cervello.
 
Bisogna far odiare al popolino catodicamente eterodiretto (noi) anche la parola stessa "socialismo", così da permettere alle classi dirigenti (padrone dei media) la privatizzazione di tutto il possibile e l’immaginabile.
 
E qui diamo la parola a Stefano Citati che, sul Fatto Quotidiano (n 41, 8 nov 2009), sostiene con un suo pezzo la raccolta di firme per la Sanchez. "Quello che è successo all’Avana è un avvertimento mafioso in stile camorra-Gomorra, è stato scritto (dalla Sanchez, ndr), ma ricorda ancor più le modalità della sparizione di tanti oppositori ai regimi fascisti latinoamericani degli anni 70/80".
 
"Avvertimento mafioso stile camorra" ?
 
Ogni commento, per chi non abbia dato il cervello all’ammasso o non scriva per soldi come i giornalisti mainstream, è superfluo.
 
Che la Sanchez, marionetta della propaganda USA, non sappia bene cos’è la camorra, passi.
 
Più grave che non lo sappia Citati, avallando la fantasiosa e ridicola prosa della bloggera alla moda.
 
E se Citati conoscesse la storia saprebbe che i "desaparecidos" sono stati diverse decine di migliaia e non sono mai tornati, a differenza della Sanchez e del suoi pretesi venti minuti di "rapimento".
 
Citati ha insultato la memoria dei desaparecidos, e mi ha ricordato una recente infelice battuta del premier sul medesimo argomento. Una battuta tanto disgustosa che non voglio nemmeno ricordare e che mi ha fatto vergognare di essere italiano.
 
Sempre Citati ci racconta poi che la "cyberdissidente" sarebbe stata "gettata fuori dall’auto, con escoriazioni e lividi...", che però nessuno ha avuto modo di vedere.
 
Se la Sanchez fosse stata a Villa Grimaldi o vittima dei Casalesi porterebbe segni ben diversi o, più facilmente, sarebbe morta.
 
Solo Citati può lanciarsi, con sprezzo del ridicolo, in paralleli tanto strampalati quanto offensivi per le vere vittime.
 
E’ evidente che sia l’uno che l’altra non sanno di cosa parlano.
 
Purtroppo Citati è in abbondante compagnia.
 
Contro Cuba abbiamo puntualmente i dotti elzeviri di Pierluigi Battista sul Corsera e poi gli articoli di Rocco Cotroneo, che diffama Cuba da Rio de Janeiro.
 
Su Repubblica è Omero Ciai a intervistare gli assassini della mafia cubano-americana di Miami invece delle vittime.
 
Per La Stampa è invece tal Gordiano Lupi che si accolla il duro lavoro di propalare pseudonotizie prive di ogni verifica, traducendo il blog della Sanchez. E si potrebbe continuare.
 
E questi sarebbero dei giornalisti?
 
Questi sono ignobili corifei del regime che disonorano e stuprano una delle piu’ nobili professioni umane: raccontare la verità.
 
Dove sarebbero i segni delle percosse, signora Sanchez? Chi accusa ha l’onere della prova.
 
Chi ti ha fornito e chi ti paga il blog ad alta tecnologia, su server tedesco e su dominio del Pentagono?
 
Come fai tu, illustre signora nessuno, senza nemmeno delle pubblicazioni, ad essere insignita di premi (Gasset da ElPais) ed avere contratti a suon di migliaia di euro per il tuo primo libro di quest’anno (15000 euro di anticipo da Rizzoli)?
 
Come mai proprio tu, che non sei nemmeno una prigioniera di coscienza "ufficiale" (54 secondo Amnesty nel 2008), e non altri?
 
Che rapporti hai col gruppo Prisa, proprietario di ElPais, lo stesso che ti ha conferito il "premio letterario Gasset"?
 
In realtà il blog della Sanchez è un’arma mediatica di propaganda contro la Revolucion cubana. Null’altro.
 
Il Pentagono ebbe a dire, tempo addietro, che "il web è un sistema d’arma".
 
Il governo USA, nel 2008, ha stanziato 45 milioni di dollari per "un cambio di governo drastico" nell’isola.
 
Sin dai tempi di Jefferson e Quincy Adams si parlava dell’annessione di Cuba come "necessaria" ed "irrinunciabile".
 
L’embargo più lungo (e vergognoso) della storia del mondo, quello contro la Cuba socialista, è lì a dimostrarci che, ai piani alti dell’imperialismo, nulla è cambiato.
 
Per questo terroristi armati e finanziati dagli USA come i Basulto, i Carriles, i Frometa, i Bosh vivono felici e protetti a Miami e rilasciani persino interviste in tv e giornali.
 
Per questo i mainstream ci obbligano pavlovianamente ad associare le conquiste sociali di Cuba con le più spaventose dittature immaginabili.
 
E’ questo il lavaggio del cervello.
 
E’ definire la sanità o l’istruzione universali come "marxismo-leninismo" e la più bassa mortalità infantile del continente americano (USA inclusi) come "mancanza di libertà di espressione".
 
E 70mila medici (spesso in giro per il mondo) e il 35% del parlamento composto da donne noi siamo addestrati dai mainstream ad associarli all’ "illiberale regime castrista"...
 
La verità è che, secondo Amnesty International, attualmente vi sono una cinquantina di prigionieri politici a Cuba.
 
Punto. Niente tortura, niente lavoro minorile, niente guerra, niente analfabetismo, nessun problema di disoccupazione o di trovare casa.
 
E, soprattutto, nessun giornalista ammazzato. Mai.
 
E’ in Italia che li ammazzano i giornalisti NON a Cuba. Ricordatevelo, penosi pennivendoli mainstream, quando vomitate le vostre calunnie gratuite contro Cuba socialista.
 
Cuba non scatena guerre imperialiste, non effettua, come l’Italia, rapimenti di stato (Abu Omar), torture di stato (Genova 2001), leggi razziste (reato di clandestinità).
 
A Cuba non si massacrano i detenuti come in Italia (Stefano Cucchi).
 
I prigionieri politici ci sono anche in Occidente. Anche in Italia (Michele Fabiani, per esempio), in Francia (Julien Coupat, per esempio), negli USA (Mumia Abu Jamal, per esempio e gli esempi sarebbero molti).
 
Invece di puntare il nostro dito (sporco di sangue) dovremmo avere il coraggio di guardarci allo specchio.
 
Sotto moltissimi aspetti, guardando al (pur imperfetto e migliorabile) socialismo cubano, noi occidentali opulenti, violenti e razzisti, dovremmo arrossire di vergogna. Solo la nostra stolida arroganza, una sesquipedale ignoranza e la propaganda mainstream ce lo impediscono.
 
Ma non sarà certo la nostra ridicola autorappresentazione a cambiare la realtà dei fatti, della storia.
 
Quella storia fatta dal popolo di Cuba, e nata dal sogno di un pugno di giovani ragazzi che fecero una rivoluzione. Una vera rivoluzione di un Paese del terzo mondo che non voleva rimanere vittima dell’Occidente.
 
La storia di Fidel Castro, un uomo (nelle parole di Garcia Marquez) "di costumi austeri e di illusioni insaziabili, con un’educazione formale all’antica, di parole pesate e di modi delicati, e incapace di concepire un’idea che non sia straordinaria". L’anima di quella "rivoluzione imperdonabile" (william Blum) che, col suo esempio, ha dimostrato che "un altro mondo è possibile". Sempre.
 
Oggi tutta l’America Latina si muove nel solco tracciato dalla Revolucion.
E’ questa la Storia. 
 
E’ questa la realtà che i mainstream e le bloggere prezzolate potranno calunniare, infangare, distorcere, ma mai cancellare.
 
Nemmeno la bloggera alla moda oggi: Yoani Sanchez. Che parla tanto di "censura" e di "regime" e poi, per coerenza, calunnia il suo Paese col web in banda larga. E coi soldi di chissa chi.
 

I commenti più votati

  • Di Routard (---.---.---.167) 12 dicembre 2009 20:01

    pint74, non credo che il "bloqueo", l’embargo per altro inqualificabile e vergognoso nei confronti di Cuba sia l’unica causa della estrema povertà ed indigenza in cui versa il popolo cubano,e nemmeno penso sia la maggiore. Le cause tutte si possono riassumere nell’assoluta mancanza di potere del popolo dell’Isla grande, nella presenza di una dittatura che a dispetto delle sue nobili ideologie sta facendo pagare al popolo ed in modo molto caro le proprie manchevolezze.(sanità, istruzione, mortalità infantile .... sì il regime si è impegnato molto su questi fronti ma anch’essi ormai sono solo luoghi comuni e ad esempio nessun europeo che ha visitato gli ospedali di Cuba vorrebbe esservi ricoverato.)

    Pint74,non credi alla storia dell’aggressione alla Sanchez ,non regge hai scritto, ma poi giustifichi questa tua opinione dicendo che" sarebbe già scomparsa se fosse così scomoda...perchè la polizia cubana è molto efficiente(sic)..proprio come i servizi segreti americani". E’ quello che penso anch’io.

    Infatti se è vero che il regime castrista è stato da subito tollerante con i dissidenti lasciandoli espatriare (un modo intelligente e non violento per toglierseli di torno), non così tollerante si è dimostrato con i gionalisti e con gli intellettuali giudicandoli da subito pericolosi per le loro idee e quindi subito fucilati.

    Per la stessa ragione penso che l’autore dell’articolo che tu consideri ottimo e di cui purtroppo non condivido nulla, se esercitasse a Cuba con articoli antigovernativi ,
    in più con la chiarezza e la passione con cui ha scritto quest’ultimo,penso che scomparirebbe dall’isla grande molto presto.































  • Di Routard (---.---.---.164) 24 dicembre 2009 18:10

    pint74,
    sembra proprio che il mio ultimo commento abbia colpito perfettamente nel segno, vista la reazione scomposta e violenta del Carena, il quale, in chiara mancanza di argomenti, si è messo a strillare ed a insultare: è venuto fuori chiaramente l’uomo.
    Proprio l’uomo Carena pseudo giornalista arrogante autore dell’articolo vigliacco, senza uno straccio di prova, contro Yoana Sanchez, donna, giornalista e sua collega che ha il solo torto di scrivere quello che pensa e l’innegabile coraggio di farlo in un paese ove (lo scrivi anche tu nel tuo commento) i giornalisti scomodi rischiano di sparire dall’oggi al domani.
    Per fortuna nel nostro paese tutti possono scrivere tutto e di tututto, ma non pensi
    questo presuntuoso figuro che noi lo si legga,e poi si debba tacere di fronte alle sue deliranti teorie,alle accuse gratuite, alle demenziali fesserie.
    Siamo in Italia e non a Cuba!
    .....solo arrivare a paragonare la libertà di stampa a Cuba con quella libertà di cui noi e lui
     stesso godiamo in Italia è demenziale.....
    Ribadisco: al giorno d’oggi non esistono a Cuba giornalisti liberi, non esiste nemmeno il mestiere di giornalista come noi lo intendiamo, nemmeno saprebbero, se ci fossero, dove scrivere visto che l’unico giornale è il notissimo "Granma" su cui si esercita il buon Fidel.
    A La Habana (la capitale) trovi solo quello ,distribuito a piene mani, e qualche altro foglio minore di regime, ma di altri fogli dissidenti e di giornali internazionali nemmeno l’ombra.....
    Però le notizie dall’estero, tramite canali clandestini cominciano a filtrare ugualmente ed i cubani, giovani sopratutto, cominciano a dar segni di stanchezza e di malcontento, e
    più monta il malcontento di pari passo aumenta la presenza asfissiante della polizia
    nelle strade, nei luoghi pubblici, nelle banche.....il regime comincia ad avere paura e si affida sempre più alla polizia ed alla repressione...la storia insegna che quando succede questo significa che il regime è alla frutta.....così almeno sperano i giovani cubani.
    Scusa pint74 se ti scomodo, ma mi rivolgo a te e non al Carena, perchè reputo una mera perdita di tempo ragionare con un fondamentalista cui violenza ed onestà(?) intellettuale
    impediscono di credere in quello che i suoi stessi occhi vedono ed il cui equilibrio è compromesso dal furore ideologico.

    .......siamo sotto Natale .....voglio sdrammatizzare:
    te lo vedi il Carena che partecipa alla prossima manifetazione nazionale in favore della libertà di espressione ,in testa ai manifestanti con un cartello in mano : "VOGLIAMO IN ITALIA LA LIBERTA ’DI STAMPA COME QUELLA CHE ESISTE A CUBA ".....?

  • Di Elia Banelli (---.---.---.40) 9 dicembre 2009 16:10
    Elia Banelli

    Mi sembra però curioso parlare di "masse al guinzaglio" nei media occidentali e difendere nello stesso tempo il regime castrista senza democrazia, con un unico dittatore da 40 anni che ripete la stessa solfa sul popolo rivoluzionario, scrive corposi editoriali sulla rivista di regime Granma, senza che ci sia libertà di parola e di pensiero sui giornali e in tv, e dove Internet è bandita. Anche a Cuba chi critica Castro è considerato "al soldo dell’Impero americano", e anche qui si sta usando una tattica tipica da "regime": se accusi qualcuno sei al soldo di qualcun altro.
    Io sono anti-comunista ma non sono un amante perduto degli Stati Uniti, ergo è possibile discutere di storia e politica parlando di "fatti concreti" e togliendoci il paravento ideologico???
    Dubito che questo sia il modello sociale che i cubani "si meritano", soprattutto se a loro non viene offerta nessuna alternativa possibile.
    Dubito anche che noi occidentali vorremmo vivere in un sistema come quello castrista, dovendo rinunciare persino alla libertà di parola in rete.
    Per cui quella di Castro e di Cuba, oltra ad essere un sogno infranto, è una "sòla" che i cubani patiscono da quasi mezzo secolo.

  • Di Elia Banelli (---.---.---.40) 9 dicembre 2009 16:27
    Elia Banelli

    Infine una domanda.... premesso che non è stato per nulla dimostrato che la Sanchez riceva soldi da qualcuno per la sua campagna anti-castrista (per cui tutte le buone intenzioni dell’articolo cadono sulla mancanza di prove oggettive), anche Reinaldo Arenas era dunque una spia al soldo dell’"Impero americano"?

Commenti all'articolo

  • Di Maria Lutero (---.---.---.240) 3 dicembre 2009 12:53

    ottimo articolo!

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.24) 3 dicembre 2009 13:32
    Damiano Mazzotti

    Very interesting..

  • Di CogitoergoVomito (---.---.---.65) 3 dicembre 2009 15:44

    Caro Maurizio, seguo il blog di questa blogghera da molto prima che diventasse così famoso, e ti posso dire che l’ho sempre trovato interessante.
    Per carità il tuo articolo è documentatissimo, ha una sua linearità, una sua logica, non fa una grinza. Ma a me questa donna, almeno per ora, piace. Mi ispira fiducia.
    Potrebbe essere anche un’arcimiliardaria mainstreamizzata global, come dici tu, ma il mio parere su di lei non cambierebbe più di tanto, e per ora voglio fidarmi del mio istinto.

    Ps. un’unico parere sulle tue argomentazioni: non credo che il fatto che non abbia mostrato lividi al giornalista della BBC, e non sia iscritta nella lista dei dissidenti di wikipedia, siano grandi prove per smerdarla, e per renderla una blogghera da 4 soldi.
    Per carità, è una mia opinione.

    Con stima. CeV.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 3 dicembre 2009 17:47
      maurizio carena

       Caro CogitoergoVomito,
       me lo aspettavo un tuo commento, visto che il mio pezzo e’ legato a un tuo recente articolo che proponeva, se non ricordo male, di dedicare la manifestazione di sabato contro lo psico-nano, alla Sanchez, da te tratteggiata come un’eroina della liberta’ di espressione e della lotta contro il Regime (con la R maiuscola, tue parole) castrista.

       Voglio dirti una cosa: io, per principio non voto mai contro un articolo, anche se penso sia mal scritto o sia una marchetta ( e ce ne sono, credo, anche su AV) o siano valori diversi dai miei.

       Secondo me, nel web,non esiste alcuna voce che non debba avere diritto di tribuna. Chiunque deve potersi esprimere. La diversita’, a mio modesto modo di vedere, e’ l’unica vera e suprema ricchezza della comunicazione del web e della conoscenza in genere.

       Ti diro’ di piu’. Alcune regole della politica editoriale di AV le trovo sbagliate e lo affermo, credimi, senza il minimo intento polemico.
       Questo non vuol dire che non le rispetti o, almeno, che non mi sforzi di farlo, tollerando talvolta piccoli "ritocchi" o altro ai miei (modesti) pezzi, e capisco che gli amministratori della piattaforma si vogliano cosi’ cautelare da grane legali, ma, detto questo, le considero, comunque sbagliate.

       E questo perche’ credo fermamente che ogni progresso nasca dal conflitto, dalla lotta.

       I governi non si fermeranno di fronte a nulla che non sia la paura che il popolo si rompa i coglioni e si sollevi.
       Questo soltanto insegnano 30 secoli di storia. Punto. Ho pochissime certezze nella vita ma questa e’ una di esse.

       E senza i conflitti, senza le sommosse, senza le rivolte, senza le guerriglie, senza gli scioperi, senza la disobbedienza civile, senza le rivoluzioni, noi non avremmo le Costituzioni, i Bill of Rights, i parlamenti, il suffragio universale, l’abolizione della schiavitu’ e, soprattutto, (seppure spesso solo sulla carta) l’eguaglianza.

       Se Rosa Parks non avesse infranto le leggi dell’Alabama oggi Obama non sarebbe presidente, ma dovrebbe, come ogni "sporco negro" sedersi al suo posto sui bus: cioe’ dietro.
       Se Prometeo non avesse rubato il fuoco agli Dei l’uomo non sarebbe l’uomo, nel senso piu’ nobile del termine.

       Ed e’ per ricordarmi sempre di cio’ che, nel mio logo c’e’ l’arresto di Martin Luther King a Montgomery, Alabama, a fine anni 50. Per ricordarmi che il giornalismo, quello vero, non e’ un esercizio di stile sul sesso degli angeli bensi’ una lotta’ per la memoria, un conflitto per la verita’, un grido per chi non ha voce, la resistenza contro il potere, sempre, in difesa di chi e’ piu’ sfortunato. 
       Saro’ limitato ma per me il giornalismo, l’informazione non e’ null’altro.

       Beninteso: non che non si possa scrivere di sport o di spettacolo o moda, ma dipende dal taglio, dal fine. In ultima analisi e’ sempre una questione di valori.
       Uno dei piu’ bei libri che ho letto e’ "Splendori e miserie del gioco del calcio" di Eduardo Galeano. E io detesto il calcio (spettacolo televisivo).
       
       Quindi.
       Le leggi sbagliate vanno combattute. Il problema e’ (ovviamente) il COME?

      Forse e’ per questo che scrivo su AV. Perche’ credo che oggi, nell’era della comunicazione alla velocita’ della luce, le vere armi siano le parole, ( il logos, come diceva Asor Rosa nel suo "La Guerra", Einaudi, 2002).

       Ecco, per tornare a noi, io non voto mai contro un articolo, e ora ne sara’, spero, chiaro il motivo.
       Eccetto in un caso: quando mi si attorcigliano le budella, quando un grido mi si carica dentro e vorrei prendere il pc e gettarlo a terra dalla rabbia. Mi rendo conto che e’ un "futile" motivo, ma per me e’ come se la mia coscienza mi battesse alla porta.
        Ecco, allora voto contro un articolo. E poi sento di avere fatto qualcosa di cui vergognarmi. Ma non posso farci nulla.

       Ho votato solo due volte contro articoli in moderazione. Me lo ricordo.

      Una e’ stata contro un pezzo della Anfuso che difendeva la costruzione del ponte sullo stretto di Messina.
       L’altra e’ stata il pollice verso sul tuo pezzo sulla Sanchez.
      E mi sono sentito ancora piu’ in colpa. E speravo, anzi ero sicuro, che, comunque, te lo pubblicassero. Cosa ovviamente avvenuta.

       Lo so non e’ coerente, avrei potuto dissentire commentandolo negativamente.
       Ma conoscendo la mia vis polemica volevo evitare un flame con una persona che stimo e di cui spesso leggo i pezzi (non tutti per questioni di tempo).
       E poi volevo argomentare un minimo. Mi sembrava il prezzo da pagare per aver cassato un articolo, di piu’: un articolo di una persona che stimo.

       Ho perso un po’ di tempo a scrivere il mio contro-articolo.

       Confesso che, in fondo, speravo di insinuarti almeno il dubbio. E poi volevo mettere in pace la mia coscienza.

       Purtroppo non sono riuscito ad ottenere ne’ l’una ne’ l’altra cosa.
      Ma dovevo farlo. Anche se era tutto inutile.

      Del resto, anche la vita e’ inutile. Eppure l’amiamo con invincibile ed inspiegabile passione.

       saluti.

      m.c.

       

       

  • Di CogitoergoVomito (---.---.---.151) 3 dicembre 2009 21:11



    Se c’è una cosa che quasi sicuramente condividiamo è la rabbia che nasce dalla gran voglia di cambiamento. Un’altra è che odiamo entrambi Berlusconi, vabbè ma almeno ora non importa.

    Per cambiare caro Maurizio ci vogliono i fatti. LE PERSONE. Come dire, le palle.
    Le parole, i libri e i blog restano solo opinioni, se non sono seguite o anticipate dai fatti. Una rivoluzione culturale in grado di rivoluzionare milioni di coscienze, per carità è fondamentale. Ma per cambiare credo abbiamo bisogno di altro. Anzi, di altri. 

    Hai argomentato benissimo il tuo pezzo, ti ripeto, le tue tesi sono condivisibilissime, ma io almeno per ora voglio fidarmi. Seguo il suo blog da un pò, non è un continuo sparare merda contro la Revolucion, anzi, ci sono anche tante analisi sociologiche molto interessanti. Lo seguo, mi piace, boh sarà a pelle, ma mi fido.

    Tu forse in queste foto ci vedi dei prezzolati del Pais http://www.desdecuba.com/generaciony/?p=2493 , io mi voglio fidare, le voglio credere che sono delle spie. Tu nell’intervista ad Obama http://www.desdecuba.com/generaciony/?p=2544 forse ci vedrai chissà quale complotto, Pentagono, cyberguerra, godaddy... io voglio credere che sia un normale scambio di battute.

    Sono pronto a dissociarmi da lei non dico domani, ma tra 1 ora. Secondo la mia misera opinione al primo passo falso, non avrei nessun problema.
    Così come mi dissocerei altre 1000 volte da Obama, per le sue ultime strategie militari. Così come mi sono dissociato da Saviano, che non può sparare così platealmente merda su Berlusconi, se ad un certo punto non si proporrà anche per rimpiazzarlo o non proporrà addirittura altro (potremmo far finta fino ad un certo punto che quando scrive per la Mondadori è il suo editore, e quando scrive per LaRepubblica è il suo nemico, sempre una mia opinione, OVVIO).

    La vecchia storia dei due pesi e delle due misure l’ ho sempre schifata.
    Sarà l’età, sarà ancora l’estrema esigenza di sognare, sarà la voglia reale di far esplodere questo Paese dalla rabbia, una volta e per tutte. Ma i due piedi in una scarpa non riesco a metterceli.

    Non credo nelle questioni di principio, l’unica bandiera che seguo per fidarmi ti ripeto, è L’ISTINTO. Credo sia assolutamente l’unico che mi/ci può guidare in questo cambiamento, se è quello che cercho/iamo veramente. Di tesi e controtesi su ogni personaggio pubblico ne troveremmo almeno 10 miliardi. Per fidarsi non ci vu

    Odio le bandiere, amo seguire le persone. E quella piccola cosuccia esile di Yoani Sanchez almeno PER ORA mi ispira. Ripeto, PER ORA.

    Così come le dedicherei un NoBDay, sempre forse per delle mie strampalate teorie, che mi fanno dedurre o immaginare che 10, 100 o 1000 Yoani a Cuba non potrebbero sfilare, così ti posso assicurare, che se vedessi in giro delle sue foto con sorrisi paccheri e pizzicotti a persone come Berlusconi o Bush, così sarei il primo sputtanarla a volo. Senza pietà. 

    Ti ringrazio per tutto il tempo e per tutte le parole che hai impiegato per provare a farmi cambiare idea. Ti ringrazio perchè alcune cose che hai scritto già le sapevo, tante altre no. Ora ne so sicuramente di più grazie a te. Se un giorno dovessi essere anch’io delle tue stesse opinioni, non avrò nessun problema a darti ragione e a ringraziarti per avermi aperto gli occhi in tempi sospetti. Ti puoi fidare.

    Con stima, CeV.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 3 dicembre 2009 23:59
      maurizio carena

       Cio’ che differenzia una rivoluzione da una semplice rivolta e’ la teoria, l’ideologia che vi stanno dietro. Per questo le parole sono molto piu’ importanti dei fatti.
       I fatti,senza le idee e le parole, muoiono se cade chi li sostiene. Ma le idee, certe idee, non moriranno mai. E’ questo credo che non dovrebbe mai essere dimenticato.

       Non devi ringraziarmi. Il dialogo giova sempre ad entrambi.

       Credo che l’unica differenza di un certo peso tra noi sia che tu, in qualche misura, hai una certa considerazione per i media mainstream e di qualcosa ti fidi. Io li considero, oggi come oggi, dei puri apparati di propaganda, non giornalisti ma servi e calunniatori prezzolati, primi fra tutti Corsera e La Repubblica, i piu’ pericolosi e poi gli altri. (con l’eccezione del Manifesto e, nonostante gli scivoloni, Il Fatto).

       I mainstream oggi servono solo per vendere pubblicita’ e fare propaganda politica per il loro padrone. Stop. Le poche "notizie" che si possono per sbaglio trovare, quei pochi cronisti onesti, sono la foglia di fico per prendere per il culo qualcuno e potergli estorcere l’euro e non faranno mai carriera. Al contrario, sono i Riotta, i Calabresi che diventano direttori. sic.

       E’ emblematico il fatto che tu "ti fidi" della Sanchez. Non entro nel merito, ma come saprai, la migliore propaganda e quella che non viene percepita come tale, quella che in guerra si chiama "propaganda nera".
       La Stampa e’ il foglio d’ordini aziendale di casa Agnelli. Non dimenticarlo, quando leggi i coraggiosi reportages dell’eroina della liberta cubana. Hai mai visto criticare la Fiat sulla Stampa? Riesco a spiegarmi.

       I mainstream sono il nemico.

       Se spegnessimo la tv e smettessimo di leggere quei giornali di merda che intasano le edicole e i nostri cervelli, con le loro vuote cazzate per distrarci e le loro criminali omissioni su cio’ che dovremmo sapere, il regime crollerebbe dopo 48 ore, come con Ceausescu.

       Invece continuiamo a leggere La Stampa e Il Giornale e ci riempiamo la casa di "decoder" per farci meglio lobotomizzare dalla tv....non ci rendiamo piu’ nemmeno conto di come il potere ci prenda sempre piu’ per il culo....

       Vale sempre, per i mainstream, quel che diceva Cockburn. "Don’t believe anything until it’s officially denied".

       saluti.
       

  • Di pint74 (---.---.---.58) 3 dicembre 2009 21:33
    pint74

    Sono sicuro che la Sanchez avrà qualche posto importante dopo che gli USA avranno portato la "democrazia" anche sull’isola.
    Ovviamente prima dovranno finire il lavoro in Iraq ed in Afghanistan,portare "democrazia " nel mondo costa sudore e soldi ed anche qualche migliaio di morti...
    ma questi sono dati trascurabili.
    Sembra che la signora in questione non voglia capire che la povertà dei propri concittadini sia stata causata proprio da quel paese a cui chiede aiuto in alcuni dei suoi post,paese che ha un suo personale modo di vedere la parola "pace".
    Probabilmente è l’ennesima "figura" utilizzata per scatenare proteste o ribellioni all’interno di Cuba.
    Proteste utili per giustificare interventi armati.
    la storia dell’aggressione non regge.
    Sarebbe già scomparsa se fosse così scomoda e se realmente fosse una persona normale,che gira l’isola come guida turistica.
    La polizia cubana è molto efficiente.
    Proprio come i servizi segreti americani.
    Ottimo articolo.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 4 dicembre 2009 00:25
      maurizio carena

       Caro pint74
      Conosci quel detto: "calunniate, calunniate, qualcosa restera’ "? Ecco, e’ questo il gioco (sporco) della Sanchez. Certo non ci sono (ancora) le prove, ma tutt’una serie di pesanti indizi fa pensare all’ennesima puntata della guerra sporca degli USA contro Cuba. Una guerra in cui i media giocano un ruolo sempre piu’ cruciale.

       inutile dire che la bloggera, tradotta in 18 lingue dai mainstream neoliberali, a Cuba nessuno se la caga ( se mi permetti l’espressione), specie tra i giovani; quei giovani, molti di altri paesi, per i quali Cuba rappresenta l’unica possibilita di studiare per chi non e’ ricco.
       Se la Sanchez fosse cio’ che pretende la propaganda occidentale, avrebbe sull’isola un seguito giovanile immenso. Invece non viene nemmeno considerata, ma semplicemente ignorata, perche’ a Cuba non e’ nessuno.

       Yoani Sanchez e’ un prodotto USA per i mercati occidentali, per questo e’ tradotta e spacciata a piene mani.
       Ma a Cuba non prende in giro proprio nessuno. Dove lo troverebbero, i cubani, un altro paese con, per esempio, sanita’ e istruzione di alto livello e completamente gratuite? Per questo la Sanchez puo’ vomitare le sue calunnie solo in occidente: le bugie vanno dette lontano dalla verita’.

       Spiace che, purtroppo, in questa volgare propaganda ci cada gente in perfetta buona fede.
      Ma da un paese come gli USA, che con le panzane delle "armi di distruzione di massa di Saddam" ci ha preso per mano il popolino catodicamente eterodiretto e lo ha condotto in guerra, di cosa possiamo sorprenderci?

       Sorprende, semmai, la nostra credulita’, che pare infinita e con la quale i nostri regimi ci portano al guinzaglio e ci scelgono pure l’albero dove farci pisciare. Ma a noi va bene cosi’...

       saluti.

    • Di Routard (---.---.---.167) 12 dicembre 2009 20:01

      pint74, non credo che il "bloqueo", l’embargo per altro inqualificabile e vergognoso nei confronti di Cuba sia l’unica causa della estrema povertà ed indigenza in cui versa il popolo cubano,e nemmeno penso sia la maggiore. Le cause tutte si possono riassumere nell’assoluta mancanza di potere del popolo dell’Isla grande, nella presenza di una dittatura che a dispetto delle sue nobili ideologie sta facendo pagare al popolo ed in modo molto caro le proprie manchevolezze.(sanità, istruzione, mortalità infantile .... sì il regime si è impegnato molto su questi fronti ma anch’essi ormai sono solo luoghi comuni e ad esempio nessun europeo che ha visitato gli ospedali di Cuba vorrebbe esservi ricoverato.)

      Pint74,non credi alla storia dell’aggressione alla Sanchez ,non regge hai scritto, ma poi giustifichi questa tua opinione dicendo che" sarebbe già scomparsa se fosse così scomoda...perchè la polizia cubana è molto efficiente(sic)..proprio come i servizi segreti americani". E’ quello che penso anch’io.

      Infatti se è vero che il regime castrista è stato da subito tollerante con i dissidenti lasciandoli espatriare (un modo intelligente e non violento per toglierseli di torno), non così tollerante si è dimostrato con i gionalisti e con gli intellettuali giudicandoli da subito pericolosi per le loro idee e quindi subito fucilati.

      Per la stessa ragione penso che l’autore dell’articolo che tu consideri ottimo e di cui purtroppo non condivido nulla, se esercitasse a Cuba con articoli antigovernativi ,
      in più con la chiarezza e la passione con cui ha scritto quest’ultimo,penso che scomparirebbe dall’isla grande molto presto.































    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 16 dicembre 2009 09:31
      maurizio carena

       caro routard,
       solo un ignorante o un bugiardo puo’ affermare, come fai tu, che nella Cuba di Castro di fucilano i giornalisti e/o gli intellettuali.
       mi rendo conto che quando si scrivono articoli come questo si corre sempre il rischio di essere attaccati pretestuosamente con ogni genere di menzogne, ma quelle grosse come le tue e’ doveroso buttarle nell’immondizia quanto prima.

       sappi che i giornalisti, gli intellettuale e anche i preti (come Romero, per es.) li hanno ammazzati (e li ammazzano) gli squadroni della morte e i militari filo USA addestrati ad ammazzare e torturare all’Esquela de las Americas, la piu’ grande fucina di criminali di guerra. Made in USA ovviamente.

       E te lo ripeto: uno che scrive che "a Cuba fucilano i giornalisti" dovrebbe solo VERGOGNARSI, oltre che firmarsi con nome e cognome, se ne ha il coraggio.
       

    • Di Routard (---.---.---.164) 24 dicembre 2009 18:10

      pint74,
      sembra proprio che il mio ultimo commento abbia colpito perfettamente nel segno, vista la reazione scomposta e violenta del Carena, il quale, in chiara mancanza di argomenti, si è messo a strillare ed a insultare: è venuto fuori chiaramente l’uomo.
      Proprio l’uomo Carena pseudo giornalista arrogante autore dell’articolo vigliacco, senza uno straccio di prova, contro Yoana Sanchez, donna, giornalista e sua collega che ha il solo torto di scrivere quello che pensa e l’innegabile coraggio di farlo in un paese ove (lo scrivi anche tu nel tuo commento) i giornalisti scomodi rischiano di sparire dall’oggi al domani.
      Per fortuna nel nostro paese tutti possono scrivere tutto e di tututto, ma non pensi
      questo presuntuoso figuro che noi lo si legga,e poi si debba tacere di fronte alle sue deliranti teorie,alle accuse gratuite, alle demenziali fesserie.
      Siamo in Italia e non a Cuba!
      .....solo arrivare a paragonare la libertà di stampa a Cuba con quella libertà di cui noi e lui
       stesso godiamo in Italia è demenziale.....
      Ribadisco: al giorno d’oggi non esistono a Cuba giornalisti liberi, non esiste nemmeno il mestiere di giornalista come noi lo intendiamo, nemmeno saprebbero, se ci fossero, dove scrivere visto che l’unico giornale è il notissimo "Granma" su cui si esercita il buon Fidel.
      A La Habana (la capitale) trovi solo quello ,distribuito a piene mani, e qualche altro foglio minore di regime, ma di altri fogli dissidenti e di giornali internazionali nemmeno l’ombra.....
      Però le notizie dall’estero, tramite canali clandestini cominciano a filtrare ugualmente ed i cubani, giovani sopratutto, cominciano a dar segni di stanchezza e di malcontento, e
      più monta il malcontento di pari passo aumenta la presenza asfissiante della polizia
      nelle strade, nei luoghi pubblici, nelle banche.....il regime comincia ad avere paura e si affida sempre più alla polizia ed alla repressione...la storia insegna che quando succede questo significa che il regime è alla frutta.....così almeno sperano i giovani cubani.
      Scusa pint74 se ti scomodo, ma mi rivolgo a te e non al Carena, perchè reputo una mera perdita di tempo ragionare con un fondamentalista cui violenza ed onestà(?) intellettuale
      impediscono di credere in quello che i suoi stessi occhi vedono ed il cui equilibrio è compromesso dal furore ideologico.

      .......siamo sotto Natale .....voglio sdrammatizzare:
      te lo vedi il Carena che partecipa alla prossima manifetazione nazionale in favore della libertà di espressione ,in testa ai manifestanti con un cartello in mano : "VOGLIAMO IN ITALIA LA LIBERTA ’DI STAMPA COME QUELLA CHE ESISTE A CUBA ".....?

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 2 gennaio 2010 19:08
      maurizio carena

       vedi, rOUTARD, grandissimo IGNORANTE e PEZZO DI MALEDUCATO ARROGANTE, e bugiardo

      tu 6 il classico troll prezzolato dalle numerose cricche anticubane che fanno spam contro Cuba.
      Prova ne e’ che dopo le tue incursioni il gradimento del pezzo e’ crollato verticalmente: hai fatto cliccare i tuoi amichetti, modello "Google bombing"?
      Questo e’ l’unico articolo dove i commenti "contro" hanno gradimenti a due cifre. La cosa puzza.
      Questo e’ l’unico articolo che, improvvisamente e inspiegabilmente (ma nemmeno troppo) sia crollato nel gradimento. Dopo la tua visita.

       Tu 6 registrato su AV ma non hai mai scritto nulla.
       Strano.

       Non hai poi mai commentato direttamente il pezzo ma ti sei sempre schermato dietro qualcuno.

       Commenti, poi, con una grammatica approssimata (non sai nemmeno scrivere correttamente il nome della bloggera), autoreferenzialmente e senza argomenti ( e sottolineo : TU NON HAI UN SOLO ARGOMENTO) un pezzo complesso e articolato.
       Mi rendo conto che scrivi su ordinazione e 6 il classico esempio di disturbatore prezzolato che bisogna ignorare: il "flame" e’ proprio cio’ che cerchi.
       
       Sei inoltre un vigliacco, NON IO bensi’ TU SEI UN VIGLIACCO, perche’ non ti firmi. Mi insulti, mi provochi, spargi menzogne sul mio pezzo, e ti vergogni di dire chi 6.

       Quindi, rOUTARD il BUGIARDO: cerca di stamparti bene, in quel tuo cervellino di testa di cazzo cosa sto per dirti.

       Primo: prima di sputare su Cuba sciacquati la bocca e taci. Si puo’ criticare con argomenti non con insulti, retorica e bugie.

       Secondo: dopo avere insultato me e denigrato l’articolo, abbi il coraggio di firmarti con nome e cognome, cosi’, quando prima o poi volesse il caso che incrocio la tua faccina da servo della CIA, posso porgerti gli omaggi che meriti.
       E te li ricorderesti, specie di quaquaraqua’.

      PS. 
       per il tuo sporco lavoro ti pagano a click oppure ogni tot commenti?

       

  • Di (---.---.---.173) 4 dicembre 2009 14:08

    Premetto che sono un grande ammiratore di Cuba, però mi piace anche dire pane al pane e vino al vino.
    È ovvio che la blogger in questione viene usata e strausata dai nemici di Cuba. È pure ovvio che lei si lascia usare eccome, e probabilmente ha pure il suo tornaconto.
    Però... sono stato personalmente a Cuba e ho visto e toccato con mano! Sì è vero, la rivoluzione ha fatto cose egrege e le sta ancora facendo, però siamo ben lungi dalla perfezione. Anzi, se ai vertici le intenzioni sono più che buone, oggi sul terreno le cose non vanno affatto bene. Come ho potuto constatare di persona sul terreno si è creata un specie di mafia che coinvolge in particolare la polizia e l’apparato emministrativo che ufficialmente agendo in nome del governo e/o del socialismo e/o dell’ordine o del buoncostume ecc. tartassano i cittadini e estorcono loro prebende e balzelli vari cammuffati da contravvenzioni per misfatti immaginari o costruiti ad arte e/o per permessi che comunque sarebbero dovuti. Inoltre lo spionaggio e la delazione sono diffusi. Inoltre troppe differenze sociali (operatori turistici che guadagnano 10 volte quanto l’operaio normale) lasciano il segno: lo si può constatare vedendo certi grossi veicoli in circolazione a Havana.
    L’abbandono delle campagne e del settore agricolo e la conseguente penuria alimentare con necessità di importare alimenti per miliardi di dollari da versare cash ne sono solo un aspetto conseguente. Per esempio la spietata e puritana repressione della prostituzione che è indotta dalla miseria ha qualcosa di inquetante. Altro esempio: le tasse richieste in anticipo a chiunque intenda esercitare un’attività in proprio, per esempio un’affittacamere deve pagare la tassa anche se non trova da affittare. In questo modo si avvelena ogni pur piccola iniziativa privata già all’origine.
    Non tutto può essere attribuito all’embargo americano. Sul terreno, a livello popolare, gli episodi sconcertanti si sprecano, e la popolazione questo clima ingessato e un pò repressivo non lo capisce, soprattutto in un regime che si richiama alla giustizia e alla libertà.

    Posso supporre che la blogger non ha fatto altro che mettere su internet molti episodi che toccano direttamente la gente e che fanno poco onore al regime. Ovvio che queste notizie sono la manna dal cielo per i nemici di Cuba.
    Cuba dovrebbe correre ai ripari, verificare coscienziosamente gli episodi denunciati. e se fosse il caso rimediare. Ma probabilmente da qualche parte manca la volontà o la capacità di farlo.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 4 dicembre 2009 16:21
      maurizio carena

       "mafia dell’apparato amministrativo"...."abbandono delle campagne"...
       Mi domandavo di che paese tu stessi parlando.

       Poi sono arrivato al punto dove dici che "lo spionaggio e la delazione sono diffusi"

       Ho riso per diversi minuti.

       ... abitando in un paese dove buona parte della casta dirigente e’ mafiosa, dove si devono sciogliere interi consigli comunali per mafia, dove lo stesso premier e’ un mafioso (parole di Riina, Brusca, Spatuzza)

      Forse non ti rendi conto che non stai parlando di Cuba bensi’ dell’italia.

       E tu saresti un amico di Cuba? Ma mi faccia il piacere, ti direbbe qualcuno!

      Comunque, invece di sputare nel mucchio, se sei una persona seria, indica gli episodi a cui hai assistito, con dei dati, dei nomi, dei numeri. Se non lo fai sei solo l’ennesimo calunniatore o l’ennesima monade catodica.

       ps.
       Non so nemmeno perche’ ti ho risposto. mi puzzi di troll lontano un km, ma non rispedirti indietro il tuo sottile veleno avrebbe potuto insinuare il dubbio che le tue pseudo analisi d’accatto potessero anche solo somigliare al vero.

       scrivi un articolo sugli "episodi sconcertanti " di Cuba che ti indignano piu’ dell’embargo. e poi vediamo un po’.

       e poi: se vuoi puntare il tuo dito accusatore in questa sede, firmati, con nome e cognome.
       se no sei solo un vigliacco.

  • Di Paolo Rossignoli (---.---.---.68) 4 dicembre 2009 17:05

    ottimo articolo!.

    Invio questa mia riflessione, forse un po’ datata, fatta dopo che, tra i tanti premi che in pochissimo tempo a vinto, viene fuori anche la menzione del Time, la rivista nordamericana che la inserisce tra i 100 giovani più influenti del pianeta.

    Visto il risalto che il mondo mediatico internazionale ha voluto dare a questa blogger cubana, tra premi e propaganda, alla fine mi sono convinto a dare un’occhiata e provando anche ad intervenire.

    Il carattere della facile polemica popolare dei suoi post si scontra con la realtà dei fatti: iresde a criticare tutto, il piano energetico o i controlli contro la microdelinquenza ai mercati, la nostalgia per i vecchi frigoriferi russi dopo averli cambiati con quelli cinesi a basso consumo, insomma qualsiasi cosa che punti sempre a mettere in cattiva luce le scelte governative, siano esse positive o no per il paese.
    Ho contato 17 bandierine, alcune molto rare, neanche fossimo alla Comunità Europea. Le traduzioni sarebbero volontarie, magari con qualche personaggio che con una semplice traduzione, spera di essere notato e vivere di riflesso della sua popolarità.
    Solo ultimamente si nota che i suoi nuovi articoli a volte fanno riferimento alle risposte di quelli vecchi, probabilmente non gli importa molto delle reazioni ai suoi articoli, forse non sempre ne conosce i contenuti e poi si sà, alla fine sono solo i numeri quelli che contano.
    È vero, appaiono alti e questo favorisce il fatto che venga indicata tra le più “influenti” nella categoria giovani dal TIME.
    Certo il numero sale facile se ti promuovono come una “dea della resistenza” su Time, el Pais, La Repubblica, il Corriere della sera e via dicendo nei grandi mezzi di comunicazione di mezzo mondo... è inevitabile avere migliaia di visitatori da ogni angolo del pianeta… però credo che in realtà siano un numero miserevole rispetto alle forze messe in campo.
    Ho provato ad analizzare la sua “influenza” attraverso i commenti di un paio di articoli e ho notato che, superata la prima decina, il resto sviano su tutti gli argomenti possibili, basta che siano contro Fidel e la Rivoluzione. Su una media di 1000 commenti, intervengono non più di 60-70 persone, con alcuni che dialogano a lungo tra loro. Quasi tutti sono cubani o di oriigine cubana, residenti all’estero, molti scappati nel ‘59 con le loro nostalgie da ex padroni del vapore, e poi tanti “marielitos” con i loro pregiudizi e stereotipi di chi non è più tornato sull’isola. Ci sono un po’ di “balseros” e altri “fuggiti” attraverso matrimoni o inviti turistici, che si sritrovano su questo sito per scambiarsi informazioni su come vivere all’estero o peri ricordarsi tra loro i luoghi della loro infanzia.
    Chi cerca di portare un contributo positivo, cubano o straniero che sia, viene subito accusato di far parte delle “brigata cibernetica di intervento rapido” o almeno di essere un “Troll” al servizio del regime.
    Intervengono anche un po’ di benestanti latinoamericani che temono la “cubanizzazione” del continente e cercano conforto alle loro paure, infine, cosa normale, è sempre presente l’odio dell’internazionale anticomunista.
    Ripeto, superata la prima decina il resto dei commenti sviano su tutt’altri argomenti, notando anche che i numeri dei commenti agli articoli salgono proporzionalmente al tempo che impiega ad uscirne uno nuovo.
    Se questo è "influenzare" possiamo stare tranquilli, la gioventù cubana è al sicuro.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 5 dicembre 2009 09:06
      maurizio carena

       Grazie per il tuo intervento, circostanziato e, diciamo cosi’, "empirico".
       Io , prima di scrivere il pezzo, ho passato ore a leggere i commenti al blog della propagandista in questione e ne ho ricavato la stessa impressione: vaniloquio ideologico, perditempo e critica brutale di chi avanza qualche dubbio sulle calunnie della Sanchez.
       
       Purtroppo decenni di lavaggio del cervello dei media occidentali contro il socialismo cubano fanno si che la massa, che in Italia si "informa con Augusto Scodinzolini e il fido Fede, appena sente nominare la parola "Cuba" si comporti come se all’aeroporto sentissero pronunciare la parola "BOMBA".

       Gia’ Bernays e Lippman avevano teorizzato, quasi cent’anni fa, come sia facile e possibile portare le masse al guinzaglio, come ben fanno, piu’ o meno e in diverso grado, tutti i regimi "democratici".
       Poi, con grande dispiacere di pubblicitari e dittatori, non si e’ ancora riusciti a quantificare QUANTO i media possano condizionare, anche se tutti (i conoscitori del tema) sono indubitabilmente d’accordo sull’esistenza del condizionamento stesso.

       Cuba e’ uno dei rari esempi in cui il lavaggio del cervello abbia dato risultati incredibili. La gente crede all’incredibile e all’assurdo, alle calunnie dei mainstream senza porsi domande, senza verifica, senza nemmeno conoscere Cuba.

       Alcuni commenti, tra cui il tuo, dimostrano che ogni propaganda ha comunque dei limiti.

       Purtroppo, nei regimi dove basti il 51 % per prendere il potere, la propaganda dei mainstream e’ sufficiente a perpetuare il sistema.
       Per questo nel "feroce regime castrista"... "si mangiano i bambini" e in italia un mafioso vince "democraticamente" le elezioni.

      Il mondo al contrario. Per questo LaRepubblica e Il Sole 24 ore ricevono milioni regalati dal regime, sotto forma di aiuti all’editoria: fanno il avaggio del cervello e vengono pagati dal beneficiario. e a volte anche da qualche sprovveduto che li compra in edicola, sic...

      saluti.

  • Di ivelis (---.---.---.156) 9 dicembre 2009 15:50

    muy bueno el ariculo, yo como cubana que vive fuera de la isla no dudo de sus verdades, pero siempre me he preguntado lo mismo,quien la paga?

  • Di Elia Banelli (---.---.---.40) 9 dicembre 2009 16:10
    Elia Banelli

    Mi sembra però curioso parlare di "masse al guinzaglio" nei media occidentali e difendere nello stesso tempo il regime castrista senza democrazia, con un unico dittatore da 40 anni che ripete la stessa solfa sul popolo rivoluzionario, scrive corposi editoriali sulla rivista di regime Granma, senza che ci sia libertà di parola e di pensiero sui giornali e in tv, e dove Internet è bandita. Anche a Cuba chi critica Castro è considerato "al soldo dell’Impero americano", e anche qui si sta usando una tattica tipica da "regime": se accusi qualcuno sei al soldo di qualcun altro.
    Io sono anti-comunista ma non sono un amante perduto degli Stati Uniti, ergo è possibile discutere di storia e politica parlando di "fatti concreti" e togliendoci il paravento ideologico???
    Dubito che questo sia il modello sociale che i cubani "si meritano", soprattutto se a loro non viene offerta nessuna alternativa possibile.
    Dubito anche che noi occidentali vorremmo vivere in un sistema come quello castrista, dovendo rinunciare persino alla libertà di parola in rete.
    Per cui quella di Castro e di Cuba, oltra ad essere un sogno infranto, è una "sòla" che i cubani patiscono da quasi mezzo secolo.

  • Di Elia Banelli (---.---.---.40) 9 dicembre 2009 16:27
    Elia Banelli

    Infine una domanda.... premesso che non è stato per nulla dimostrato che la Sanchez riceva soldi da qualcuno per la sua campagna anti-castrista (per cui tutte le buone intenzioni dell’articolo cadono sulla mancanza di prove oggettive), anche Reinaldo Arenas era dunque una spia al soldo dell’"Impero americano"?

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 16 dicembre 2009 09:16
      maurizio carena

       caro Elia Banelli,

       primo: il pezzo non vuole dimostrare nulla. chi scrive non ha il dono della verita’, tant’e’ vero che esso si apre con una domanda. comunque non ci sono le prove nemmeno contro i colpevoli delle stragi di stato. Italiane. Italianissime.
       secondo: storicamente gli USA hanno sempre fomentato la dissidenza prezzolata antirivoluzionaria e non solo a Cuba ma in tutto il mondo. per questo si puo’ partire da un certo scetticismo nei confronti della "bloggera alla moda". Come puo’ un cubano medio che guadagna 220 pesos al mese (20 USD) pagarsi una connessione (satellitare) che ne costa 5 all’ora? E ti giro la domanda.
       terzo:riconosco che nella rivoluzione cubana vi sono alcune ombre, come il "caso Reies" (poi strumentalizzato dagli USA) ma ti domando allora cosa mi dici del "caso dei 5"?

       scusa per il ritardo nelle risposte.

      saluti

  • Di (---.---.---.231) 5 ottobre 2012 18:46

    chiunque abbia scritto questo testo, sarà deluso, nel venire a sapere che la Sanchez è stata arrestata ieri a Cuba...

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