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Appello Dell’Utri - 23a puntata

La Corte ammette la testimonianza di Spatuzza sulla presunta trattativa tra i Graviano e Berlusconi mediata da Dell’Utri. Il senatore: <<Vittima di cancro giudiziario>>

<<Vittima di cancro giudiziario>>. È questa l’autodiagnosi che Marcello Dell’Utri si è attribuito in un’imperdibile intervista nell’ultimo numero di Panorama. L’intervista, appositamente realizzata per mascherarlo da vittima, incede con domande scomode del tipo: <<Avrebbe voluto fare il ministro?>>. E lui: <<No, non avrei voluto fare il ministro, nel senso che avrei voluto sceglierli>>. Dell’Utri è notoriamente un ottimo selezionatore. Stallieri, imprenditori, amici. Sempre i migliori, purché mafiosi o amici di mafiosi. <<Voleva rubare il posto a Gianni Letta?>> continua agguerrito il giornalista. Risposta: <<Nessuna fa meglio di Letta il mestiere di Letta. Ma io potevo fare qualcosa di più>>.

Nella realtà, però, le fantasiose aspirazioni del senatore cedono il passo a notizie agghiaccianti. Il pentito Gaspare Spatuzza ha raccontato ai magistrati che Cosa nostra intavolò una trattativa con Berlusconi che sarebbe proseguita fino al 2002. <<La persona dalla quale avevamo ottenuto tutto – racconta Spatuzza – era Berlusconi e c’era di mezzo un nostro compaesano, Dell’Utri>>. Due settimane fa il pg Antonino Gatto, che sostiene l’accusa nel processo Dell’Utri, ha chiesto di interrogare al processo sia Spatuzza che i fratelli Graviano, che avrebbero raccontato a Spatuzza della trattativa.

Venerdì scorso, durante l’ultima udienza del processo, gli avvocati del senatore si sono opposti alla richiesta del pg. Spatuzza è <<assolutamente contradditorio e non coltivabile>> dicono i difensori che ne contestano <<l’assoluta inutilità>>. <<Non c’è nessuna dichiarazione di carattere sostanziale>> dicono, in merito <<al rapporto Graviano-Dell’Utri>>. Parlano di <<contorsione>> e <<contraddittorietà dei dati di fatto>>. E accusano: <<Sono fatti riferiti in maniera chiaramente tardiva rispetto all’inizio della collaborazione di Spatuzza>>. Spatuzza ha spiegato che non aveva parlato prima dei rapporti fra Cosa nostra e Berlusconi <<perché intendevo prima di tutto che venisse riconosciuta la mia attendibilità su altri argomenti e poi riferirne, sia per ovvie ragioni inerenti la mia sicurezza sia per non essere sospettato di speculazioni su questo nome nella fase iniziale, già molto delicata della mia collaborazione>>.

Gli avvocati di Dell’Utri, però, non gli credono. Sostengono che <<una grande massa di pentiti ritenuti dal Tribunale totalmente inattendibili si sono mossi proprio per accreditarsi sotto il profilo della collaborazione verso una direzione ambita da parte degli organi inquirenti che stanno cercando spasmodicamente il riferimento a una collusione fra mafia e politica e soprattutto fra i vertici della politica attuale e l’organizzazione mafiosa>>. Secondo loro Spatuzza sta inventando tutto <<per ottenere il programma di protezione>> (falso, lo ha già ottenuto).

I difensori minacciano poi di allungare i tempi del processo con una lunga fase di contro-richieste difensive: <<se la Corte riterrà di dovere riaprire un’indagine in questo senso noi ci aspettiamo che essa venga compiuta a tutto campo. E compierla a tutto campo significherà dedicare una nuova fase di indagine dibattimentale in questo grado del giudizio che, dal punto di vista del tempo, ci porterà a dilatare e a procrastinare una decisione che tutti aspettiamo>>. Un anno, prevedono loro ben sapendo che il presidente della Corte, Claudio Dall’Acqua, secondo certe dicerie, sarebbe in attesa di terminare il processo Dell’Utri per essere promosso e trasferito a Caltanissetta.

Poi un messaggio ai giornalisti: <<Il paese aspetta non sempre con un atteggiamento di generosità nei confronti del senatore Dell’utri, anzi molti aspettano per potere dare sotto ad un personaggio che appare così come appare ed è però fino a questo momento contraddistinto da sue qualità e da suoi meriti che non sono certamente quelli di carattere criminale>>.

La linea difensiva di Dell’Utri, nell’intervista rilasciata a Panorama, in cui ha ribadito l’eroicità di Vittorio Mangano, è ancora più farsesca. <<Le accuse sono così insensate che non ci crede nessuno, salvo i fanatici>> dice il senatore al servile giornalista del settimanale berlusconiano.

La Corte, alla fine, ammette l’esame di Spatuzza fulminando, nelle motivazioni, la tesi difensiva: <<Lo Spatuzza – secondo la Corte – ha reso dichiarazioni su un tema di prova avente incontestata rilevanza ed oggetto di ampia e approfondita disamina nel corso del dibattimento di primo grado>>. Dopo l’esame di Spatuzza la Corte deciderà se ascoltare anche i Graviano e Lo Nigro, anch’egli presente, secondo Spatuzza, agli incontri con i Graviano.

Dell’Utri, intanto, denuncia di essere trattato (salvo rare eccezioni di persone “intelligenti” come Nicola La Torre <<che vuol dire D’Alema>>) come un <<appestato>>. Al giornalista di Panorama che, incredulo, gli chiede spiegazioni, risponde: <<Mi capita, al ristorante, per strada, al cinema, che la gente dia di gomito: "C’è Dell’Utri, lo hai visto?" Come a dire: "Mamma mia, il mafioso". Qualcuno, però, lo dice con un tono diverso, tipo: Mamma mia, Dell’Utri è una persona così importante vicino a noi>>. I mafiosi, ad esempio.

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