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Una democrazia feudale



 
 

Democrazia e feudale sono termini antitetici. Democrazia indica un sistema basato sulla libertà individuale, sulla divisione dei poteri, sul consenso dei cittadini ed altro. Feudale è un sistema basato su un rapporto gerarchico tra superiore ed inferiore, feudatario e vassallo, padrone e sottoposto, e caratterizzato quindi pure da un legame di familiarità, di amicizia, di appartenenza, di corporazione, di classe.

Il sistema democratico si fonda sul diritto e il rispetto della legge uguale per tutti, quello feudale sulla “ fedeltà” degli amici, della famiglia, degli affiliati alla corporazione, al sindacato, al partito.
Ma i due termini possono anche fondersi e dar vita ad un “ircocervo”. Questo accade nel nostro paese e non da ieri.

Partiti politici, sindacati, magistrati, grandi industriali e finanzieri, grandi lobbies di professionisti sono le moderne corporazioni medioevali del nostro Paese. Si spartiscono il “potere” o se lo contendono lottando aspramente gli uni contro gli altri senza esclusione di colpi. Dall’altra parte stanno i cittadini trattati come vassalli, i fedeli servitori di “lorsignori”, come clienti o addirittura come sudditi.
Sarebbe una democrazia liberale se, passata l’urgenza di qualunque crisi, la politica si ritirasse dagli ambiti non suoi; invece s’infiltra, produce tossine, e trasforma tutto secondo la logica degli omaggi feudali.

Democratico sarebbe liberalizzare i servizi locali ed invece si permette ad enti locali e aziende municipalizzate di gestire autostrade o metter su addirittura una compagnia aerea, trascurando di assicurare ai cittadini i servizi essenziali.
In una libera ed autentica società democratica prevarrebbe la logica del merito in tutti gli ambiti della vita quotidiana; invece nella nostra società feudale conta l’anzianità, il nepotismo, l’appartenenza, la contiguità, l’”amicizia”.

Nella società moderna democratica un sindacato libero e forte lotterebbe per assicurare ai propri lavoratori migliori condizioni di vita; nella nostra realtà corporativa il sindacato si serve dei propri iscritti per acquisire potere e posizioni di prestigio nell’agone politico. Serve a mantenere se stesso. Abbiamo il più forte sindacato d’Europa ed i salari più bassi.


Parimenti l’azione di tutte le Corporazioni ,segnatamente quelle che appartengono alla cosiddetta Pubblica Amministrazione, è rivolta prevalentemente a mantenere se stessa con grande ed incontrollato spreco di risorse e sprezzo dei diritti dei cittadini.

E’ feudalesimo, non democrazia.
Nei paesi progrediti e civili i cittadini ottengono giustizia in pochi mesi, noi poveri sudditi di arroganti feudatari nell’arco di qualche anno, se siamo fortunati. Intanto lo spettacolo quotidiano dei sacerdoti, amministratori della giustizia nel nostro sventurato paese,è di faide, lotte intestine per la propria corrente o la propria parte politica, in sintesi per potere e privilegi. A lorsignori interessano il laticlavio, gli arbitrati , incarichi prestigiosi e ben remunerati. La giustizia da dispensare ai cittadini? Puah! Vada a farsi benedire la giustizia.

Sentite cosa scrive Sergio Romano nel saggio “L’Italia scappata di mano”. <<Come i cattivi prelati dell’alto Medio Evo vendevano indulgenze e benefici ecclesiastici, cosi i cattivi politici della prima Repubblica hanno monetizzato tutto ciò su cui potevano mettere le mani e hanno ricompensato i loro esattori distribuendo un esercito di gabellieri nelle banche, nelle aziende pubbliche e in qualsiasi amministrazione fosse soggetta al loro controllo. I danni subiti dal paese non si misurano sommando le tangenti percepite, ma le deformazioni che il sistema ha inflitto all’economia e alla polis>>. 

E la storia continua con immutato vigore.
Per paradosso mi vien da pensare che noi abbiamo accolto la caduta del muro di Berlino e la disintegrazione dell’URSS come una liberazione. Ma non nel senso che si liberavano le energie di numerose popolazioni, soggette al potere sovietico, che si aprivano nuovi mercati ed iniziava una nuova epoca per l’Europa tutta, ma nel senso che finalmente potevamo liberarci dal condizionamento di una democrazia bloccata dalla “cortina di ferro” e dalla presenza di un forte Partito Comunista e potevamo finalmente abbandonarci ad una democrazia consociativa tra maggioranza ed opposizione senza correre più alcun rischio di un cambio di regime.

E’ avvenuta così l’espansione del dirigismo e l’esplosione definitiva di un debito che per ben due volte ci ha portato sull’orlo della bancarotta.
E’ il trionfo della democrazia feudale.

 

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