• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

La pesante partita di Obama

Di Tomyai (---.---.---.61) 1 ottobre 2009 16:22

Nonostante la rilevanza data dai mass media alle proteste organizzate dai repubblicani, l’opinione pubblica USA rimane straordinariamente compatta nel permettere a chiunque accesso ad un programma statale di assistenza sanitaria.

 

La scorsa settimana un’inchiesta New YorkTimes/CBS News (http://www.nytimes.com/2009/09/25/us/politics/25poll.html?_r=1 ) ha fornito la migliore prova degli ultimi mesi che la maggior parte della gente è a favore di un’opzione pubblica molto più “robusta” di qualunque altra che il Congresso proponga, a parte l’esplicito sistema di copertura universale garantito per tutti (single payer) che Obama ed il suo partito hanno escluso dalla discussione sin dall’inizio.

Il sondaggio conferma ancora una volta che sia arrivato il momento per qualcosa di molto simile al single payer. Dopo tutti questi mesi di tentativi dell’amministrazione Obama di accartocciare nel nulla proprio il concetto di “riforma” sanitaria e nonostante il folle urlare dei repubblicani sui mali della “medicina socializzata”, due terzi del popolo americano sostengono ancora un piano governativo sanitario tipo Medicare, che del resto Obama vuole svuotare assieme al Medicaid.

Obama aveva assicurato al Congresso che, in caso di approvazione, la sua “opzione pubblica” avrebbe contato soltanto per circa il 5% della copertura e non avrebbe posto alcuna minaccia ai profitti delle compagnie di assicurazione e, mentre ha chiarito che è soltanto un aspetto di qualsiasi piano di assistenza sanitaria, ha dichiarato di essere disposto a firmare una legge che non la comprenda.

In sostanza, nel piano di Obama non vi è mai stata l’assistenza sanitaria universale per tutti, ma soltanto l’assicurazione obbligatoria (circa 30 milioni di nuovi clienti per le società private) e tagli a Medicare e Medicaid.

Il resto è propaganda.

 

 

v. Single Payer Action  http://www.singlepayeraction.org/index.php

 


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox