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La "commessa della vergogna" tra Italia ed Egitto è andata in porto

Di Doriana Goracci (---.---.---.185) 10 giugno 2020 16:24
Doriana Goracci

GRAZIE per averne scritto Marco Barone. Aggiungo quanto ho postato stamattina su FB:

come è possibile leggere all’8 di giugno ( e non sono numeri al lotto...) Armi all’Egitto, da Roma arriva il via libera alla vendita di 2 fregate Fremm al regime di al-Sisi? "L’affare parte di una commessa da 9 miliardi L’Egitto resta il principale acquirente di armi italiane, con un volume di affari da 871 milioni di euro solo nel 2019, nonostante nel Paese continuino le violazioni dei diritti umani e non ci sia collaborazione nella ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni..."
Paola e Claudio Regeni hanno finito, dopo le lacrime, le parole. I social listano a lutto l’insegna gialla che ancora, sbiadita, garrisce dal balcone di qualche municipio, chiedendo verità. Il presidente della Commissione d’inchiesta sull’assassinio del ricercatore friulano, Erasmo Palazzotto, la mette giù dura e convoca il premier Conte sulla maxicommessa della discordia: «La scelta di questo governo tradisce le promesse fatte alla famiglia». A quattro anni e mezzo dalla scoperta che il Cairo poteva riservare a un cittadino italiano la sorte destinata a migliaia di oppositori locali, la notizia che l’Italia si accinge a vendere all’Egitto due fregate multiruolo, 4 navi, 20 pattugliatori, 24 caccia e 24 aerei addestratori, il maggiore contratto militare dal dopoguerra che farebbe del Cairo il primo acquirente di sistemi militari nostrani, agita l’esecutivo giallo-rosso come mai i precedenti...
oggi due articoli sulla Stampa uno di Domenico Quirico ma purtroppo non sono abbonata e chi può metta per favore qui di seguito il testo. e l’altro leggibile di Francesca Paci, sempre sulla Stampa

e ancora
Caro presidente Giuseppe Conte. Voglio unire la mia voce al dispiacere e alla rabbia di Paola e Claudio Regeni dal momento che persino le forze di opposizione al suo governo che pure non perdono occasione per dissentire, di fronte all’operazione egiziana, tacciono o esprimono soddisfazione. Non sono soltanto profondamente deluso ma anche addolorato per questa ennesima ingiuria, non alla memoria di Giulio e alla sua vicenda umana, ma alla democrazia del nostro Paese. E mi perdoni se aggiungo che non bastano affatto due parole in un comunicato che si riferiscono alla cooperazione giudiziaria se questa è soffocata da quella commerciale e della difesa. Con disapprovazione e disgusto devo ammettere che c’ero cascato anch’io. Avevo creduto nella buona fede sua e del suo governo rispetto alla legittima richiesta di giustizia per una vita calpestata e per quella di Patrick Zaki ancora in bilico. E invece dobbiamo amaramente constatare che ancora una volta le ragioni economiche prevalgono sui diritti umani, sul rispetto della democrazia e, ancora peggio, sul dolore di una madre e di un padre. Due fregate Fremm costano tanto, mi dicono non meno di 400 milioni l’una. Ma sicuramente meno, molto meno, di una vita umana. Se questo è l’orientamento della politica italiana, vuol dire che non vi è alcuna credibilità nemmeno sulle altre decisioni rispetto all’istruzione, alla sanità, al welfare. D’ora in poi sarà ancora più legittimo chiedersi: "Chi ci guadagna? Cosa c’è sotto? Sarà vero?". Caro presidente, penso che siano tanti gli italiani disposti anche a stringere la cinghia rinunciando ai "benefici" di questa turpe operazione pur di non vedere il dolore, la memoria e la vita oggetto di un così vergognoso baratto.

https://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/47772.html



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