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I DPCM violano la riserva di legge e sfuggono al sindacato costituzionale

Di paolo (---.---.---.49) 8 maggio 2020 16:38

Quindi? Lei sta dicendo che a fronte di una pandemia esplosa in modo repentino, con l’aggravante della scarsa o nulla conoscienza del nemico da combattere, il governo avrebbe dovuto procedere per decretazione ordinaria, seppur d’urgenza, che necessariamente richiede passaggi parlamentari. Questo per non incappare nei presupposti di incostituzionalità dei provvedimenti coercitivi. E’ questo che sta affermando?

Le domando. Il diritto costituzionale di difesa della salute (art.32), che nel caso specifico assume il carattere più estensivo di tutela della vita, non è prevalente sugli altri diritti costituzionali, vedi per es. quelli della libera circolazione, di culto, di riunione ecc..?.

Se si, può l’autorità sanitaria (vedi I.S.S.) arrogarsi il ruolo di indirizzo o d’influenza prevalente sui provvedimenti del governo? O viceversa, può il potere esecutivo ignorare le prescrizioni dell’autorità sanitaria in una situazione di emergenza nazionale che mette a rischio la vita dei cittadini? Quali sono i rischi penali di un governante che disattende le prescrizioni medico sanitarie?

Le faccio notare che il "convulso " ricorso ai DPCM era ed è conseguente alla "convulsa" situazione sanitaria, con la fase 1 nella quale le terapie intensive ( T.I.) erano sull’orlo del collasso ( e spero che lei sappia cosa significa una terapia intensiva ). Un recente studio dell’I.S.S., come ipotesi estrema ma pur sempre possibile, prospettava 150.000 pazienti che avrebbero potuto dover ricorrerre alle T.I. a causa del coronavirus, qualora non si fossero posti in atto strumenti di protezione. In questo paese le T.I. ammontavano a circa 5.000 e a metà del mese scorso eravamo già alla saturazione ( oggi sono salite ad oltre 9.000). La fase 2 invece è tuttora in corso di monitoraggio clinico statistico e ancora nessuno è in grado di dire, con ragionevole certezza, quanto potrà protarsi e se esiste il rischio di esplosione di nuovi focolai, allentando le misure prese.

Non crede che in una situazione di questo genere un governo abbia il diritto, anzi il dovere, di porsi come problema secondario quello dell’eventualità dei ricorsi per mancata applicazione canonica del dettato costituzionale? 

Attendo di sapere cosa ne pensa. Grazie.

saluto


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