E se a un esperto americano fosse sfuggito un serpente velenoso dalla mano? Un commento preso non a caso dal web:
Comprendo i tuoi “dubbi cinesi”. La spiegazione (ovviamente provvisoria e
passibile di modifiche) che mi sono dato è che si tratti di una
manifestazione delle diversità dei percorsi di pensiero e strategici
cinesi rispetto a quelli statunitensi. Provo a spiegarmi.
Le
élite cinesi pensano e ragionano “da cinesi”, dunque privilegiando
approcci molto più tangenziali e di lungo corso, invece che rapide
stoccate vibrate al momento giusto. Tutta la loro strategia geopolitica
degli ultimi anni è stata caratterizzata dalla tendenza ad “accumulare”
in previsione di scenari futuri lontani, almeno nei loro piani (basti
pensare al ruolo della Cina in Africa, a questo proposito). Questo tipo
di approccio privilegia qualità e caratteristiche quali la tempra e la
resistenza, cose su cui la Cina sembra essere disposta a puntare anche
in un’ottica di confronto diretto con gli Stati Uniti: spingere verso
situazioni di logoramento, che probabilmente loro vedono più sfavorevoli
per l’avversario che per se stessi.
Dunque, nel caso attuale del
Coronavirus, è possibile che i cinesi ritengano, a torto o a ragione,
che agli Stati Uniti possa “scappare l’anguilla” dalle mani, finendo
dunque per impantanarsi nella situazione da essi stessi generata, e
finendone maggiormente danneggiati in termini economici, politici e di
tempo perso sulla tabella di marcia. Tempo che probabilmente i cinesi
credono di poter utilizzare per cementare ulteriormente la propria
posizione e prepararsi al “dopo” (con cose come la Via della Seta, che
probabilmente è stata involontariamente o meno il chiodo di bara finale
al progetto europeo, assieme ad Aquisgrana).
Questa visione non è
priva di precedenti storici, ma la ritengo assolutamente sbagliata in
questo caso. Gli impantanamenti statunitensi del passato o altre
situazioni di stallo erano determinate più dalla volontà USA di non
spingersi in certe aree e oltre certi limiti, non dalla fattuale
impossibilità di farlo. La differenza dirimente di oggi è che gli Stati
Uniti, forse per la prima volta dopo tanto tempo temono per la propria sopravvivenza.
Perché gli USA vedono se stessi solo ed unicamente come superpotenza,
non riescono nemmeno a concepire una loro esistenza come potenza
semplice, magari addirittura vincolata alla sfera di influenza di una
superpotenza straniera.
Sono abituati al potere. Un potere che
esercitano praticamente senza limiti da moltissimo tempo. Loro saranno
disposti a spingersi dove mai si erano spinti pur di preservare (e in un
certo senso ripristinare) questa cosa. Forzeranno la mano, violeranno
ogni comune “prassi” o “limite” delle usuali strategie geopolitiche. Lo
faranno perché ormai prendono sul serio Russia e Cina, e non sono più
sicuri al 100% di poter vincere questa battaglia.
Almeno, questa è
per ora la spiegazione che mi sono dato sul versante cinese. Eventuali
motivazioni Iraniane (ammesso che esistano) andrebbero penso ricercate
in scenari più “regionali”, magari nella ipotetica contropartita di
“tenere buono” Israele e le sue mire, ma questo è un altro discorso.