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Ius culturae: la continuità regna sovranista

Di pv21 (---.---.---.64) 5 ottobre 2019 19:30

STOP > La cittadinanza non è una “medaglia” da conferire per interposta persona (genitori), da esibire pro-tempore e da poter ricusare appena maggiorenni. Il legame dinastico investe la famiglia d’appartenenza del compito/dovere di trasmettere cultura, regole e valori a retaggio di tradizioni che accumunano e “identificano” le generazioni passate e future. Per un giovane immigrato la cittadinanza è complemento della maggiore età. Come traguardo “meritato” di un percorso sviluppato e implementato scientemente nel corso di anni. Anche perché ricevere lo “status” di cittadino oltre ai “diritti” implica dei sostanziali “doveri” (v. ad es. Art 52 Costituzione). Nel frattempo basta una Tessera identificativa da detenere e far valere per tutte le eventuali esigenze (assistenza, benefit, partecipazione, sanità, ecc). Con la maggiore età il/la titolare potrà chiedere e ottenere (superate le appropriate verifiche) lo “status” di cittadino in pochi mesi. Dovrà comunque dimostrare di non essere titolare di altra cittadinanza.

Per analogia. Dare il diritto di voto a 16 anni non è come consegnare una catenina d’oro di “ornamento”. Implica da parte del giovane l’acquisizione di una serie di conoscenze storiche e istituzionali, di nozioni economico/sociali e di rapporti comunitari che facciano maturare il senso, il valore e la scelta del voto. Al pari delle altre varie cose che coronano e sostanziano responsabilmente il traguardo della maggiore età.

Stop a proposte tanto accattivanti quanto “lesive” del futuro di una Generazione senza Bussola che ….


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