Su dispercezione. social network, sterile indignazione sono
d’accordo con Lei.
Di Hong Kong so poco ma lì si vive una situazione di
passaggio da un modo di vivere ex coloniale della cultura e pratica inglese ad una Cina che, in
quanto a diritti umani e opposizione, non è certo un modello.
I francesi hanno fatto un mezzo casino partendo dai Social:
probabilmente l’aumento delle accise sui carburanti è solo la goccia che ha
fatto traboccare il vaso di una mutazione di condizione sociale ritenuta
ingiusta: in Italia, a quelle condizioni,
non ci siamo mai nemmeno arrivati, ma tant’è.
La classifica IPSOS è molto interessante, il risultato finale ci
dice che i Paesi dove la corretta percezione è più elevata, sono anche quelli
dove anche il dubbio sulla propria percezione, è più elevato. E’ un segnale di
intelligenza e di elevazione culturale? Mi sembra di sì.
Siamo provinciali, non conosciamo la condizione sociale di
altri Paesi che hanno, come noi, polpa e osso, magari diversamente suddivisi.
Condizioni che non vengono mai raccontate/analizzate contemporaneamente. Sempre
e solo una faccia della medaglia e a casa ci beviamo tutto e deroghiamo
addirittura sulla dignità personale.
Il Suo articolo mi fa però tornare alla mente la lectio
magistralis di Umberto Eco che parlava “anche” dell’invasione degli imbecilli,
e va bene, ma anche di chi approfitta della rete, tabloid sensazionalistici,
partiti politici, notizie false non filtrate, ecc.
Assegnava un ruolo alla stampa ed alla rete: un servizio di
verifica dei dati, opportunità non sfruttata né dagli utenti della rete né dai
giornalisti. Trovo più interessante questo che l’abbinamento social/bar,
azzeccatissimo.
C’è una grande responsabilità dei media, del mondo
dell’informazione. Il quarto potere, che sempre più spesso e volentieri
assomiglia ai social, diffonde tanta propaganda a scapito della correttezza
della notizia, altro che le cinque regole del giornalismo inglese,
Mi rendo conto che anche la demagogica legge sull’editoria
ha fatto danni, Le auguro buona fortuna, ma non credo cambierà molto. Anche il
Suo mondo è abbastanza portato verso gli slogan e le mezze verità. Così si
alimentano gli equivoci ed in questo mare di informazioni diventa difficile per
gente comune capire ed orientarsi, anche per coloro che, come me, sarebbero
interessati.
Tenga presente che la maggior parte della gente ricava notizie
dalla televisione: TG e Talk, Le sembrano di qualità? Io spero che i programmi
di approfondimento siano altrettanto seguiti, non lo credo.
Se la gente, non sa un fico secco di nulla ma tutti “siamo
diventati tuttologi”, non è “solo” colpa nostra, non è solo nostra
responsabilità: l’ignorante rimane tale se chi ha conoscenza non si sforza di
diffonderla in maniera comprensibile, la più completa possibile, tentando di
suscitare interesse e curiosità: i media hanno una funzione di divulgazione estremamente
importante in questo.
Ma i media, tutti, devono cercare di dividere la pula dal
grano, i fatti dalla propaganda: col cavolo che un comune cittadino può farlo
da solo.
In politica, anche solo per eleggere i tuoi rappresentati,
in un certo senso, tuttologo devi esserlo comunque. Certo è che, se si parla di
politica e non si partecipa nemmeno al Consiglio Comunale del paese o della
cittadina in cui abiti, vai poco distante.
Eppure da imparare ce ne sarebbe: è sufficiente partecipare
per comprendere la complessità della conduzione della cosa pubblica e
confrontare le parole dette in Consiglio con quello che leggerai sui social
degli stessi protagonisti o i notiziari il giorno dopo. Oggi non serve nemmeno
essere presenti, quasi tutti i Comuni registrano le sedute e le trovi su
internet.
Ma come possiamo rimediare? Tramite i partiti che hanno
perduto ogni valore ideale e principio, tutti tesi a “vincere”? Partecipando
alla vita locale? Si, se non fossimo così presi a renderci conformi all’atteggiamento
del più forte, bullo grullo.
Come si rimedia? Probabilmente solo sbattendoci le corna e
facendoci del male.
Un Saluto
Es.