Lungi da me essere contrario a misure contro la povertà,
sono contrario a misure semplicistiche e coercitive e peggio denominate. Il Reddito
di Cittadinanza (o Reddito di Base) esiste e vuole dire altro rispetto alla
norma che si attua in Italia. Abbiate pazienza: se ti faccio credere che ti assisto ed invece
ti “obbligo” a fare qualsiasi cosa pur di non perdere l’assistenza, non è più
assistenza.
Il Reddito Minimo Garantito è una norma, declinata in forme
diverse nei Paesi Europei, che è “integrazione al reddito, prevede sostegno
sociale in varie forme, reinserimento sociale lavorativo tirocinio ecc. Manca,
in Europa, solo ad Italia e Grecia,
Ma soprattutto manca in Italia un “Compenso (Salario o
Stipendio) Minimo”, cioè la base di calcolo che non è necessariamente la “soglia
di povertà”.
Non è previsto nella Legge Italiana è lasciato alla
contrattazione delle parti sociali (impresa-lavoratori) tramite i contratti
Collettivi Nazionali che, qualora violati, danno accesso ai Tribunali civili o
del lavoro, non a misure automatiche di ristoro ed ammende per violazioni di
legge. Peraltro in Italia abbiamo talmente tante deroghe, contratti di lavoro
precari e lavoro in nero che credo sia ben difficile districarsi.
Il compenso minimo (questo Governo ne ha anche parlato poi
non so che fine abbia fatto), è la base di calcolo sulla quale edificare una
qualsiasi forma di assistenza integrativa e quindi di contrasto alla povertà.
Dell’RdC all’italiana: quello che ritengo intellettualmente
disonesto è legare la Norma all’obbligo di accettare “qualunque e qualsiasi “lavoro
venga proposto, anche di poche ore o giorni che per gradi, in caso di non
accettazione, ha come conseguenza la riduzione dell’assistenza fino a
cancellarla.
Non è Reddito di cittadinanza, non è una norma Assistenziale,
è Imposizione: io ti impongo di accettare altrimenti perdi il contributo. Nel
dettaglio il diavolo e la sua coda………!
Penso soprattutto ai giovani, riporto da BIN:
Per non fare la
figura degli esterofili, va detto che queste forme di protezione sociale hanno
ciascuna alcune contraddizioni. Il fatto che molti di questi modelli di welfare
si siano trasformati in workfare, in cui esiste l’obbligo per i beneficiari ad
accettare qualsiasi lavoro pena la sospensione del benefit, porta con se alcune
conseguenze come quella di nutrire una grossa fascia di lavori a bassa
qualificazione. In questo senso, ad esempio in Belgio, si sono definite delle
forme di congruità, in cui un beneficiario del reddito minimo può rifiutare il
lavoro offerto se non è congruo al suo inquadramento professionale precedente o
alla sua formazione; una sorta di riconoscimento delle competenze acquisite che
frena il ribasso professionale e salariale.
Il PDF completo è qui:
http://www.bin-italia.org/wp-conten...
Sia chiaro: è una decisione presa dal Governo Italiano,
piaccia o non piaccia si applica, ma non chiamiamola con un nome che sia
evocativo di tutt’altro. Sulla sua effettiva realizzazione e costo io ho seri
dubbi, altrettanto sulla sua efficacia in assenza di investimenti produttivi.
Un Saluto
Es.