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Per rifare l’Italia serve anche una sinistra governativa che non c’è. Ma se si scioglie il PD...

Di GeriSteve (---.---.---.71) 17 settembre 2018 22:21

L’INGANNO DELLA CONTRAPPOSIZIONE: DEMOCRAZIE CONTRO POPULISTI

 

Proprio oggi ho letto su "Le monde diplomatique" (edito da "Il manifesto") un esteso e documentatissimo articolo, che ne riassume tanti altri, su questa contrapposizione.

Diversi autori affermano che "sostenere che siamo minacciati dalle dittature consente di far credere che stia regnando o che fino a poco fa abbia regnato la democrazia".

I rappresentanti tradizionali dei poteri sostengono che oggi si contrapporrebbero due visioni opposte del futuro dell’umanità: una democratica, liberale e globalizzata contro una autoritaria, chiusa e sovranista.

Ma questa contrapposizione serve ad occultare che in realtà queste due visioni hanno molto in comune, e cioè quel modello di produzione e di proprietà che consente che chi è ai vertici politici ed economici abbia una influenza spropositata e sostanzialmente illimitata: il quadro sociale ed economico può essere corretto ma non deve mai subire mutamenti sostanziali; gli uomini e i poteri forti non consentono che il tavolo venga rovesciato ma soltanto che si cambino i giocatori, però sempre all’interno delle stesse classi dirigenti, che quindi appoggiano sempre quei poteri forti.

L’idea che il progresso economico faccia star meglio tutti è clamorosamente smentita dai fatti, ma ancora sostenuta dalle elites politiche. Il caso Cina dimostra che la modernizzazione e il progresso economico non ha portato democrazia ma un più rigido e capillare controllo della popolazione. Nei paesi capitalisti avanzati la globalizzazione ha causato perdita di posti di lavoro e impoverimento delle classi medie e basse, i sacri bilanci statali sono stati saccheggiati per salvare le banche (dilapidando il 27% del PIL di Europa e USA) e quindi per arricchire finanzieri sconosciuti. Le differenze di reddito sono diventate abissali, gli impieghi e i relativi redditi del mondo industriale sono crollati (negli USA i redditi da lavoro in dieci anni sono scesi dal 64% al 58% del PIL), ma i dirigenti politici "democratici", di destra come di sinistra, si sono fatti beffe dei disagi e delle volontà dei loro elettori. Hanno sfruttato la disaffezione elettorale per comandare soltanto loro, hanno utilizzato il potere mediatico per convincere gli elettori del "voto utile" e che i partiti di centro avrebbero protetto tutte le classi sociali e che ogni cambiamento radicale comporterebbe disordine e disgrazie per tutti.

Siccome il benessere per tutti non arriva, adesso si incolpano i populisti, nascondendo così che i popoli sono stati traditi dagli eletti con sistemi formalmente democratici e che la sinistra politica è diventata il partito della borghesia intellettuale che appoggia il sistema.

 

Nel paragrafo "il popolo sceglie ma il capitale decide" c’è un lungo elenco di promesse elettorali tradite, da Obama cha aveva promesso un sistema sanitario pubblico e che poi ha imposto assicurazioni mediche private, a Sarkozy che ha posticipato l’età pensionabile, a Clegg che nel Regno unito ha triplicato le tasse universitarie che invece si era impegnato ad abolire. I danesi, francesi, olandesi e greci hanno votato contro le pretese della UE, ma hanno dovuto subirle ugualmente. Diversi leader europei hanno dichiarato che "le elezioni non devono poter modificare la politica economica" e che l’Euroguppo non deve render conto a nessun governo e a nessun parlamento delle decisioni che prende".

Questo autoritarismo finanziario e tecnocratico che disprezza ogni sovranità popolare ha portato a reazioni "populiste" che sostengono invece un autoritarismo non più globale ma nazionale, contrabbandato come riconquista popolare, che però continua a negare ogni vera sovranità a quel popolo.

 

La mì mamma, che aveva una venatura toscana, diceva: "se non è zuppa, l’è pan bagnato".

 

GeriSteve


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