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Ponte Morandi: una tragedia "esistenziale". Sono stati meravigliosi gli anni Sessanta?

Di GeriSteve (---.---.---.128) 19 agosto 2018 12:10

Bell’articolo, concordo in pieno.

In realtà il ’68 e, in Italia, il ’77 hanno contestato alle radici quel sistema di sviluppo, ma quei movimenti sono stati stroncati dal terrorismo, strumento della strategia della tensione, made in USA ma con tanti supporters europei e italiani.

Bisogna aggiungere però che in quei tempi solo pochi hanno analizzato con lucidità cosa stava accadendo; cito qui soltanto due esempi, molto diversi fra loro.

Quella stupenda ricerca pubblicata come "I LIMITI DELLO SVILUPPO", sostanzialmente respinta perchè il mondo era ed è schiavo delle ideologizzazioni capitaliste, comuniste e cattocomuniste che negano ogni limite ai loro dogmi. Basti pensare che quegli ideologizzati usavano "maltusiano" come un insulto, con riferimento all’ottimo Maltus che aveva posto il problema di quei limiti già nell’800.
I movimenti ecologisti e, recentemente, quello per la decrescita (inevitabile e difficilmente "felice") hanno poi raccolto il testimone, ma purtroppo con scarsa lucidità e scarsissima scientificità, squalificandosi con l’indiscriminato appoggio a tutto ciò che sapeva di alternativo, anche se irrazionale.

L’accorata denuncia della TRASFORMAZIONE DEL CITTADINO IN CONSUMATORE e del progressivo trionfo del FASCISMO CULTURALE fatta (solitariamente) da Pier Paolo Pasolini.
L’ambiente della sinistra anticapitalista che avrebbe dovuto essere il più sensibile a quelle denunce è riuscito a respingerle per sua incapacità di comprenderle. Gli intellettuali con voce nei media sono riusciti a non capire e quindi a tacere che quelle trasformazioni non erano affatto fenomeni spontanei, ma trasformazioni sapientemente progettate e scrupolosamente eseguite da abili professionisti ingaggiati dall’avanzante potere (non solo economico) globalizzato.

La quasi estinzione dei cittadini con capacità critiche e di opposizione ha lasciato mano libera al potere globale. La storia attuale, compreso il crollo dei ponti, dimostra quanto quegli allarmi fossero giusti e sensati.

Ma bisogna avere cervello funzionante, capacità critiche e distacco ideologico per capire la storia, l’attualità e i ponti che crollano.

Perciò ringrazio chi ha scritto questo bell’articolo.

GeriSteve


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