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Dopo un
decennio di crisi l’Italia si fa trainare dalla ripresa globale, ma con ancora
tante “ferite” aperte. A cominciare da un DEBITO che supera i 2mila miliardi e da
quel benaccetto “ombrello” monetario (QE) della Bce che da tre anni tiene a freno
lo spread, evitandoci la Troika.
E pochi ricordano che era marzo 2013 quando
l’allora candidato premier PL BERSANI pubblicò i suoi 8 punti per un “governo
di cambiamento”. Punti che in buona parte sono, purtroppo, tuttora di attualità.
ADESSO è tutto un gran parlare delle 2 forze politiche “emergenti” e dei leader
carismatici che le guidano.
Non c’è però nessuno che scommette sulla “fattibilità”
delle loro promesse elettorali.
Dato scontato è che nei duri periodi di crisi è
facile catturare il consenso di delusi e di bisognosi prospettando rimedi “salvifici”.
Peccato che si dimentichi che, proprio in anni recenti, di slide e di slogan “miracolistici”,
branditi da soggetti politici “fascinosi”, ne abbiamo visti e sentiti non pochi.
Quindi la prima vera “svolta” proficua sta nel tornare ad apprezzare la “concretezza”,
anche verbale, dei progetti e delle misure da attuare.
Spesso solleticare gli
“appetiti” primari è tattica da Dossier Arroganza ...