Non sono a favore del reddito di
cittadinanza ma mi pare quantomeno azzardato definirlo un
moltiplicatore di povertà e non serve negare la rilevanza del tema,
non casualmente affrontato in diversi paesi europei, germania e
francia inclusi.
Direi piuttosto che reddito di
inclusione e sgravi per i figli (gli italiani non ne fanno quasi più
con gravi le conseguenze etniche e sociali che sappiamo) vanno
affrontati con serietà: entrambi devono essere giusti (niente per
pelandroni e universitari a vita), significativi (per i figli
quoziente famigliare alla francese), severamente controllati (anziché
colpevolmente da noi tutti tollerati come l’evasione fiscale di
pizzaioli, idraulici, medici, ecc...) e compensate da economie sul
bilancio pubblico vere e credibili.