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J’Accuse

Di pv21 (---.---.---.107) 17 febbraio 2018 20:11

TRESCONE >

La decantata democrazia “diretta” (digitale, fluida, ..) evidenzia carenze e limiti comparabili a quelli imputati agli altri sistemi di gestione dei processi politici.


Primo. In nome delle professate “onestà e trasparenza” ai soggetti scoperti (da fonte esterna) inadempienti viene chiesto di andare, sua sponte, a sottoscrivere subito la rinuncia alla candidatura ottenuta; così da non “menomare” consistenza ed attendibilità della futura rappresentanza parlamentare. Questo in deroga al dettato della Costituzione (art. 66).

Mentre per i candidati “papabili” resta da verificare a posteriori il possesso di capacità adeguate al ruolo demandato di ‘normare’ la cosa pubblica.


Secondo. Una ipotetica “convergenza” sull’azione del governo da parte di altre forze politiche viene subordinata all’odierno impegno formale di votare per il dimezzamento dei compensi parlamentari e la rendicontazione puntuale dei rimborsi spese.

Per contro, stando ai contenuti, logica e struttura del progetto di governo sbandierato appaiono assimilabili ad una sorta di corposa lista della spesa redatta in assonanza con i “desiderata” qua e là raccolti.

SE DECINE sono i miliardi calcolati (aliquote, pensioni, posti lavoro, sanità, ..) da erogare ogni anno a favore di varie categorie, una riduzione dell’abnorme montagna di Debito pubblico viene programmata, guarda caso, in 1 decennio (ossia 2 legislature). Quando si sa bene che nostro primo tornaconto è inibire quanto prima le possibili “vampate” della finanza speculativa.


Non si qualifica per democrazia “novatrice” il lancio di balli di gruppo, rumorosi e coinvolgenti.

Mettere mano a patrimoni, norme e valori giova se è preludio di un Ritorno alla Meta


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