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Dopo la Memoria: gli insospettabili giusti

Di Marina Serafini (---.---.---.234) 29 gennaio 2017 01:22
Marina Serafini

Ne "La banalità del male" H. Arendt riporta gli eventi e i racconti emersi in tribunale, durante l’interrogazione di uno dei principali responsabili delle deportazioni naziste. Osservazioni e ricostruzione di eventi si alternano in un testo ricco, a volte spiazzante, e a volte fin troppo tecnico nelle sue rievocazioni. E l’autrice descrive bene l’ottusità che sottostava a certe dinamiche: ciò che riporta al titolo stesso del testo. Ma sa anche raccontare che furono davvero in molti a rifiutare la pazzia e lo scempio, e molte popolazioni - o parti di esse - si esposero e rischiarono per supportare e aiutare le vittime di quella follia. Ho provato un certo sollievo nel leggere che tra questi c’erano molti Italiani - un paese, il nostro, ivi descritto come " non ostile " agli ebrei. Scrive l’autrice che vi si rifugiarino in molti, perchè era noto il fatto che la cultura razzista del reich faticava davvero ad attecchirvi. Mussolini purtroppo lo fece, formalizzò le leggi razziali, ma ciò avvenne solo quando non fu più possibile evitarlo. È poco, e drammatico, e orribile. È onestamente incomprensibile che sia potuto accadere ciò che nessuno dovrebbe mai dimenticare, ciò per cui qualsiasi essere umano dovrebbe provare profonda e inestinguibile vergogna, ma purtroppo non si può cambiare qualcosa che è già avvenuto. Si può e si deve imparare, ed è giusto non dimenticare mai, soprattutto in tempi nei quali slogan razzisti sono enunciati con toni sempre più udibili, e personaggi potenti esibiscono la propria violenza costruendo muri con mattoni impastati di ignoranza e arroganza. Gli italiani, allora, tra gli altri, in un mondo assurdo, persi in un incubo sconosciuto, fatto di confusione, di ignoranza, di paura e di violenza. Un periodo buio, vissuto nel dolore. Alcuni hanno mostrato di non essere umani, altri hanno mostrato di essere stupidi, altri solo di essere fragili. Ma c’è stato, tra loro, chi ha dato prova di sè, chi ha lottato perchè la natura umana fosse riconosciuta nella sua dignità. E tra questi onoratissimi individui è bello sapere che ci sono stati anche degli italiani… E se per una volta possiamo finalmente concedercelo, allora facciamo un bel respiro e diciamolo: italiani, brava gente!


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