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“Li chiamavano terroristi. Storia dei Gap milanesi”, di Gigi Borgomaneri. E una interessante polemica

Di Maria Cipriano (---.---.---.236) 2 dicembre 2015 22:11
Maria Cipriano
Solo un’osservazione sull’ultima parte dell’articolo. L’autore dice che da oltre un quarto di secolo c’è un’aggressione della destra contro la Resistenza che si cerca di criminalizzare.
Il fatto è che la Resistenza, diciamo la verità, non ha mai riscosso fin dall’inizio le simpatie del popolo italiano inteso come maggioranza, e solo forzando i dati della Storia si può sostenere il contrario e parlare di un "popolo alla macchia". Se così non fosse, il popolo italiano avrebbe manifestato anche verso la Resistenza ciò che manifestò a larga maggioranza verso il Risorgimento e i suoi protagonisti. Ma così non è, e gli "addetti ai lavori" devono farsene una ragione. Che poi la Resistenza si autoincensi da sola in una continua autocelebrazione dei suoi alti meriti, non fa che accentuare il vuoto e la pressochè totale indifferenza di cui è circondata da parte della stragrande maggioranza della popolazione. Siamo sicuri che la colpa di tutto questo sia dei malvagi fascisti o di una non meglio precisata destra? O non è invece proprio della Resistenza medesima che sfugge ostinatamente a ogni giudizio e critica? Che valore ha una Resistenza che continuamente incensa se stessa demonizzando l’avversario? E’ il popolo italiano che la dovrebbe incensare, che la dovrebbe amare, che la dovrebbe stimare: spontaneamente. E ciò non avviene. Anzi avviene il contrario: c’è un vero e proprio rigetto e una vera e propria diffidenza e antipatia diffusa verso la Resistenza. E non da 25 anni, ma da sempre.
Maria Cipriano

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