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Il 22 agosto il governo Renzi
compie 6 mesi di attività. Un tempo sufficiente per cominciare ad interpretarne
la linea operativa.
Slogan guida è cambiare verso e fare in fretta.
Cambiare
verso significa di per sé prendere altre direzioni. Se l’obiettivo è diretto ed
immediato è più semplice fare in fretta.
Qui sta il punto.
Per cambiare un
intero paese (legislazione, funzionamento, gestione risorse, potenzialità, …) occorre
un progetto organico, integrato e incisivo. Da realizzare passo dopo passo,
avendo ben chiaro il traguardo e come arrivarci.
Allora non basta fare in
fretta. Bisogna “fare in fretta e bene”.
Per contro.
Una azione politica basata
sulla moltiplicazione di singoli “mini” interventi a 360 gradi è molto utile a proiettare
una immagine di dinamismo e di novità. Resta comunque “indistinto” il punto di
arrivo e quindi il tasso di funzionalità/efficacia di ciascuna misura assunta.
Tutto appare ricondotto e appeso ad una collettiva carica di coraggio,
ottimismo e speranza.
Nei fatti.
In sei mesi non si è ancora vista una riforma
(anche mini) impostata e varata in modo compiuto e definitivo. Ogni logica gestionale appare
rovesciata.
Per il governo le riforme propugnate sono la premessa
indispensabile al rilancio del paese. Tuttavia i provvedimenti sin qui adottati
hanno una valenza “provvisoria” in attesa di quella ripresa economica che “tarda
ad arrivare”. Niente è realmente “assodato” e tutto è ancora in divenire.
Postilla.
Risollevare le sorti di un paese è procedere secondo un Ritorno alla Meta …