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Prima le “vicissitudini” del
tentativo Bersani e poi i “sussulti” e gli ostacoli al governo Letta.
Come ha
visto i primi segnali di una possibile ripresa Renzi ha colto l’occasione per
coronare il sogno di premierato coltivato da almeno due anni.
Ha constatato
tuttavia che gli impegni sottoscritti e le limitate risorse di bilancio non
lasciavano margini a consistenti azioni di rilancio del paese. Da qui la
strategia.
Da un lato dare qualche palpabile “segnale” verso le categorie
sociali più provate.
Dall’altro predisporre, in tempi brevi, delle Riforme che attestino
la sua “ferma” volontà di cambiamento. Obiettivo: acquisire consenso e
credibilità.
Renzi spera che dei buoni risultati elettorali (europee) ed un
pacchetto di riforme avviate (prima lettura) risultino a giugno “merce di
scambio” tale da ottenere, dai partners UE, più “elasticità” e maggiori margini
di manovra nei conti pubblici che gli consentano interventi davvero incisivi.
E’ l’unico modo per dare seguito ai molti suoi annunci.
Postilla. Appare
evidente che trattasi di un piano, a tappe, intrinsecamente “concatenato”. Da
qui la “velocità” (fretta) impressa da Renzi.
Di più. Non importa “il come”
quando non può venire a mancare nessun tassello.
La storia insegna che la
Febbre del Tribuno non conosce remore e limiti …