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Una manovra da governicchio e il ricordo del ’46

Di (---.---.---.62) 21 ottobre 2013 13:57

L’autore critica coloro i quali credono che il ritorno alla lira possa favorire la ripresa italiana ("rimandati i partigiani del ritorno alla lira a studiarsi quel che sta accadendo in Islanda") e poi critica la moderazione salariale ("affidando alla sola moderazione salariale il compito di mantenere competitive le nostre produzioni").

Dati i fattori di produzione che sono capitale e lavoro, è comprensibile che, non potendo (ne Stato ne imprese) incidere in alcun modo sul costo del primo (che è l’euro stampato dalla BCE) gli imprenditori (aiutati dalle riforme sul lavoro) cercano di tenere basso il secondo. 
Dando un’occhiata al dato delle partite correnti dagli anni 70 in poi si noterà come, ogni volta che ci leghiamo ad un cambio fisso o quasi (dallo SME in poi) quel valore va in negativo. Ormai, anche la BCE ammette che la crisi dei PIIGS non è stata causata dal debito pubblico ma de quello privato (http://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2013/html/sp130523_1.en.html).
Per quello che sta succedendo in Islanda, le ho già risposto nel precedente articolo.

PS: a mio umile parere non si dovrebbe scrivere di economia senza citare numeri e mostrare grafici.

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