Per parlarsi di tradimento dobbiamo prima parlare di cosa o chi si tradisce.Perchè il problema è tutto qui: se è un ideale etico o politico , il credo politico o etico deve essere immutabile cioè assoluto, altrimenti anche il giuramento di essere fedele ad un credo non avrebbe senso.la questione invece è che se il credo viene interpretato autenticamente da un capo non è assoluto ma relativo e se vi è qualcuno che dissente dal capo non vi è tradimento. Se invece vi è un giuramento di fedeltà fra uomini per il raggiungimento di un fine,sia esso politico o etico o reale, se non cambia la realtà o i presupposti può chiamarsi tradimento l’infrangere l’impegno assunto. Il problema vero che in un epoca di veloci cambiamenti la realtà viene percepita diversamente da ciascun soggetto o persona, che ritiene di adeguarsi meglio degli altri pur formalmente non rinnegando gli impegni assunti.Tale soggettività viene definita tradimento ma in effetti non lo è, perchè gli uomini sono imperfetti e poi vi sono sempre due categorie : una che vuole innovare sempre e l’altra che vuole conservare sempre.Orbene la realtà è sempre un divenire anche quando sembri che non cambia, è la mente umana o l’occhio che non la percepisce; solo alcune menti particolarmente dotate riescono a capire i segni del cambiamento in progress. In conclusione il tradimento a mio avviso è legato al passato,ai valori assoluti ed oggettivi, alla necessità che un gruppo di uomini diano obbedienza strumentale assoluta per raggiungere un fine.Ma non vi sono tradimenti assoluti!!