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Cara sinistra, Berlusconi non è Belzebù

Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 24 febbraio 2009 18:52

se criticando aspramante Berlusconi si potesse riuscire a cambiare le cose, cioè a vincere le elezioni, allora questo tuo ragionamento non farebbe una grinza.
L’esperienza, però, dimostra esattamente il contrario.
McLuhan, che è stato un grande studioso dei media e della pubblicità, ebbe a dire che l’importante per rafforzare una persona o un marchio non è parlarne bene ma parlarne, parlarne comunque.
Quando si parla di qualcuno o di qualcosa, checchè se ne dica , ci sarà chi apprezzerà e chi avverserà quel che si dice ma, al tempo stesso, ciò di cui si parla diventa un meme, un seme mentale, un componente dell’immaginario collettivo, una forza nel campo del pensiero.
Interrogato su cosa fare contro le brigate rosse McLuhan rispose "spegnete la luce", cioè non parlatene.
Tutto questo nominare Berlusconi, metterlo al centro della propria lotta, per combatterlo o meno lo rafforza, lo rende un gigante, un mito.
Infatti in Italia tutti parlano di Berlusconi: i nemici per avversarlo, gli amici per incensarlo.
Questa intuizione, che poi è una cosa reale, fu compresa da Veltroni quando vinse le primarie ma poi, dopo le elezioni, è stato ondivago, ha più volte ricominciato a contraddire il suo stesso punto di vista iniziale.
Ora Franceschini ricomincia dall’antiberlusconismo: lo fa per contrastare Di Pietro, secondo me, ma la sua è una battaglia di retroguardia perchè appare la scelta di chi si litiga il resto lasciando al proprio nemico la parte fondamentale del piatto.
Questo, a mio parere, è il senso dell’articolo di Francesco, e bada bene non vuol dire che non esiste il conflitto d’interesse, le leggi ad personam ed una certa spregiudicatezza verso leggi e morale.
Vuo dire, semplicemente, che per vincere, cioè per convincere la maggioranza degli italiani, non basta fare propaganda contro ma bisogna chiarire cosa si propone per la crisi, per il funzionamento delle istituzioni, per l’ordine pubblico, ecc. ecc.


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