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I sondaggi di Grillo: democrazia diretta di rete (direte)

Di (---.---.---.232) 25 gennaio 2014 17:49

Già, peccato che per partecipare bisogna registrarsi (e farsi praticamente schedare) su un sito che è proprietà privata e che tutte le attività politiche, per statuto, devono fare riferimento a detto sito.


E peccato che le idee critiche in quel sito non siano viste di buon occhio, come dimostrato dalle continue lamentele di chi da detto sito viene bannato o censurato.

Peccato che chi fa qualcosa di diverso da quanto previsto dal grande capo viene allontanato, addirittura gli eletti.

C’è un piccolo particolare che forse sfugge, ritornando ai casi noti di politici del M5S che sono stati costretti a lasciare il gruppo parlamentare o proprio cacciati.

Quei politici non sono stati eletti dagli 80000 iscritti al M5S, ma dai 9 milioni di elettori.

A che titolo poche migliaia di persone (fosse anche tutte e 80000) hanno deciso che detti onorevoli non dovevano più far parte del movimento, se i restanti 8920000 elettori del M5S non si sono espressi in tal senso?

Quando la piattaforma su cui gira il M5S sarà aperta e non proprietà privata del leader del partito, quando saranno accette voci critiche, allora sarà una democrazia. Altrimenti è un’oligarchia in cui gli oligarchi, una minoranza, espellono le voci contrarie.

Grillo è davvero sicuro di rappresentare gli umori del suo elettorato? Non bastano 80000 persone a validarne l’autorevolezza, perché il M5S è stato votato da 9000000 di persone alle quali non si può attribuire quello che fa comodo.

E soprattutto, se uno vale uno, se gli onorevoli del M5S non devono abituarsi alla poltrona e lasciarla libera dopo pochi anni di attività politica, questo vale anche per Grillo e Casaleggio.

Quando cederanno le redini del movimento? Le loro regole valgono anche per loro.

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