• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Sentenza Mills: cosa scrive la stampa estera

Di Yuri Sacrestanelli (---.---.---.16) 26 febbraio 2009 08:06

Oddio, non ce la faccio a chiudere. Con voi mi sto divertendo tropo, trascurando i miei studi.

Voglio darti un esempio VERO di condanna per diffazione, con conseguente obbligo di risarcimento, leggi:
 

Il giudice unico del tribunale civile di Torino - Maria Francesca Christillin -, con la sentenza n. 1125 ha condannato per “diffamazione” Marco Travaglio.

In relazione ad un articolo scritto dallo stesso, e apparso in data 16 luglio 2006 su l’Unità.

Ciò che rileva sono le motivazioni della sentenza (qui potete leggere l’articolo incriminato e l’articolazione della condanna).

Ecco le motivazioni:

“Ritiene il giudicante che nelle frasi riportate siano ravvisabili gli estremi della diffamazione. Le osservazioni fatte dal giornalista, infatti: 1) consistono in attacchi personali a Confalonieri; 2) sconfinano nella contumelia, non potendosi dubitare della portata ingiuriosa di un’affermazione nella quale si dice ad un oggetto che, non avendo pudore, deve sputarsi in faccia al mattino quando si guarda allo specchio e che da un pezzo ha “perso la faccia” se mai ne ha avuta una; 3) sono “gratuite” in quanto non hanno alcuna utilità specifica per rafforzare il pensiero critico di Travaglio nei confronti delle condotte di Confalonieri. Il giornalista, infatti, è legittimato a criticare anche aspramente i comportamenti di un soggetto, ma non può esprimere con termini ingiuriosi la propria opinione nei confronti della persona“.

Inoltre, il giudice ha considerato “sussistenti gli estremi di diffamazione in danno al Confalonieri”; e - cosa importantissima - ha valutato come “non veritieri” gli illeciti attribuiti da Travaglio a Mediaset. Scrivendo:

“Dalla documentazione prodotta dalle parti non risulta che i legali rappresentanti di Mediaset abbiano subito condanne (definitive) per i reati elencati da Travaglio nel suo articolo“.

Sempre Travaglio, aggiunge il magistrato:

“Ha elencato le “nefandezze” di Mediaset in termini di “certezza“, senza cioè specificare che si trattava di ipotesi di accusa non (ancora) accertate. Tali notizie devono ritenersi non conformi al principio di “verità” e pertanto devono ritenersi sussistenti gli estremi della diffamazione”.


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox