• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Lettera aperta a Monti: "In Italia negli ultimi 3 anni diritti dei rom violati"

Di Renzo Riva (---.---.---.241) 1 agosto 2012 20:46
Renzo Riva

Ecco la risposta di Indro Montanelli a una lettrice del Corriere della Sera

Montanelli Indro

Pagina 29

(30 dicembre 1995) - Corriere della Sera

http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/30/Viaggiai_sul_carrozzone _degli_zingari_co_0_95123012229.shtml

Caro Montanelli,
Le faccio una domanda di attualita’ .
Come possono vivere nella societa’ industriale moderna, gli zingari, nomadi, unico popolo del mondo che vuol vivere senza lavorare?

Anna Lora Turre, Trieste

Cara Signora,
Non lo so.
Ma la sua domanda e’ piu’ che legittima perche’ le nostre societa’ potranno convertire al lavoro qualunque comunita’ od etnia meno quella degli zingari.
Glielo dice uno che gli zingari li conosce abbastanza bene essendo uno dei rarissimi estranei che sia stato una volta ammesso a viaggiare su uno dei loro carrozzoni, quando erano tirati dai cavalli.
Questo avvenne nella primavera del ’ 39 . pensi un po’ ., quando mi trovavo in Albania, dove conobbi un ebreo greco del Cairo, del cui fratello ero stato compagno di scuola a Parigi, e che faceva di mestiere l’ impresario di violinisti tzigani andando a scoprirne i talenti nella loro randage tribu’ .
Facendomi passare per suo assistente, ottenne un posto anche per me in una carovana in viaggio da Corizza in Albania a Salonicco attraverso Macedonia e Tessaglia.
Questa "lunga marcia", che mi forni’ materia per un reportage a puntate sull’ edizione pomeridiana del Corriere, duro’ quaranta giorni, e non le dico in che condizioni arrivai alla meta: smagrito di parecchi chili (e nemmeno allora avevo da buttarne via) perche’ non potevo mettere in bocca gl’ intrugli che mangiavano loro in un sudiciume inenarrabile, e pieno di cimici, pulci e pidocchi, insomma ridotto in tale stato che all’ albergo si rifiutavano di accogliermi, e dovette intervenire il nostro Consolato per trovarmi un letto.
In quel viaggio imparai, sulla vita degli zingari, varie cose, ma soprattutto una: l’ inutilita’ di spiegargli il motivo per cui eravamo continuamente inseguiti, spesso a schioppettate, dai contadini e pastori del posto, e che era uno solo: il furto.
Rubavano tutto quello che trovavano per strada: agnelli, galline, farina, attrezzi sicche’ varie volte rischiai di morire anch’ io come ladro di polli.
Ma non si rendevano conto di cio’ che facevano perche’ il concetto di "proprieta’ " non e’ mai entrato nei loro cervelli, tanto e’ vero che negli stessi carrozzoni tutto era di tutti, anche le donne e i figli.
In questo erano molto simili agl’ indiani del Nord America, quando i pionieri gli offrivano qualcosa per comprare qualche pezzo di terra.
Non capivano cosa significasse "comprare" perche’ per loro la terra non era di nessuno, cioe’ era dei bisonti che ognuno era libero di cacciare.
Quindi, cara signora, la sua domanda e’ del tutto pertinente. E’ assolutamente impossibile istillare negli zingari il concetto di proprieta’ e quindi educarli al lavoro come mezzo per conquistarsela.
Ma temo che sia altrettanto impossibile far capire tutto questo ai nostri pietisti, religiosi e laici, che farneticano di "integrarli".

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox