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Gian Antonio Stella: “C’è bisogno di un nuovo sessantotto”, ma senza violenze

Di paolo (---.---.---.66) 16 aprile 2012 12:08

Condivido xxx.227 ,Stella è un bravissimo giornalista ,uno dei pochi che fornisce un servizio di informazione ai cittadini ,ma penso anch’io che l’esperienza del ’68 sia irripetibile .
Erano altri momenti e c’era una gioventù che aveva veramente voglia di cambiamenti ,di conquiste sociali,di emancipazione culturale ,di rivoluzione politica del sistema .
Era un sentimento largamente diffuso che risentiva di un clima internazionale e che abbracciava tutti gli strati sociali ,dalla classe operaia agli studenti.

Oggi non c’è nulla di tutto questo ,i giovani costituiscono una categoria fortemente etereogenea in termini di condizione sociale ,ragion percui si assiste alle iniziative più disparate ma senza un disegno comune , spesso incanalate dai vari santoni di turno su temi contingenti (vedi il TAV).
La rivoluzione un popolo la mette in atto soltanto quando arriva la fame ,quella vera e quando la stragrande maggioranza la vive sulla propria pelle .


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