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Il nuovo articolo 18: una patacca

Di radi33 (---.---.---.6) 12 aprile 2012 00:01

Di "bugie" in questi ultimi anni, anzi decenni, ai cittadini italiani che lavorano per scelta o per vivere, ne sono state dette moltissime. Ciò che indigna, anzi, che fa arabbiare è la sfaciataggine di ritenere che gli interlocutori siano fessi.

E’ il caso di quest’ultima "buffonata" della crisi finanziaria, che ha si fondamento, ma anche un’origine ben chiara ed un fine comprensibile.

L’origine è la cattiva gestione del Paese, alla quale si è contrapposta la laboriosità di molti e la buonafede di moltissimi giovani, che si sono adattati a svolgere anche lavori dequalificati, pur di entrare nel mercato del lavoro e ottenere un piccolo reddito.

La classe politica ed uno stuolo di mariuoli e nullità professionali, millantanti competenze inesistenti, assunte ai vertici di importanti aziende e banche nazionali, hanno provveduto a dissipare la ricchezza, che veniva prodotta dal lavoro di molti.

Ora, si vorrebbe "castrare" il tenore di vita di chi ha sgobbato per anni e proporre un’ipotesi d’esistenza ai giovani, funzionale all’interesse di pochi nel nostro Paese e dell’alta finanza internaqzionale, al servizio di gruppi di potere economico, che ritengono di poter agire da padroni del mondo, sorretti dalla loro illuminata, personalissima, visione della vita.

I partiti sono al servizio dell’antidemocrazia da anni, ora più che mai al soldo di questi gruppi, con lo scopo di tenere imbrigliate le richieste di qualità della vita e di benessere, legittimamente e naturalmente provenienti dall’elettorato.

Siamo così gestiti e paghiamo un milgiaio di mallevadori, ora assogettati al volere dell’alta banca internazionale, che grazie alla colpevole complicità di un presidente d’origine comunista, ha compiuto il primo colpo di stato della storia, senza l’uso di carri armati e militari.

Le armi utilizzate da questi "reggitori" dell’intersse altrui, sono le leggi di questo Paese, che dovrebbero essere finalizzate al benessere della cittadinanza ed invece sono utilizzate per la repressione delle sue costituzionalmente sancite aspettative. Equitalia, le banche, il denaro eletttronico, le varie norme sulla privacy, sono tutti strumenti di diverso genere, impiegati per coercire in nome di fini d’interesse e tutela collettiva.

Dall’isituzione del lavoro interinale, autentica forma di "capolarato" legalizzato, tutte le modifiche alle norme sul lavoro hanno avuto lo scopo di ridimensionare progressivamente, i diritti ottenuti dai lavoratori e dalle forze "civili" di questa nazione, in anni di lotte.

La modifica dell’art. 18, che anche un bambino tardivo d’intelletto comprenderebbe disgiunta dalle millantate difficolotà finanziarie del Paese, è solo la progressione di questa arbitraria restrizione dei diritti e delle libertà a tutti i livelli, imposte fraudolentemente, invocando a giustificazione ora la necessità di tutela delle libertà altrui, ora motivazioni d’interesse generale, d’evoluzione dei mercati e di quant’altro la fantasia dell’accademico meschino posto a consulente governativo, abbia potuto partorire.

Siamo finiti in questa situazione delegando inopinatamente per anni, a scellerati e corruttibili l’organizzazione della nostra vita. Ora, la soluzione per uscire da questa empasse non è gradevole, qualsiasi sia la strada che la parte onesta della popolazione italiana voglia percorrere. 

 

 


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