Un giornalista che "giudica" un altro giornalista non è esattamente il miglior giudice, ammesso che si debba fare il giudice necessariamente. Questo per un semplice motivo: sono i lettori o, come in questo caso, le parti "in causa" o anche l’editore che hanno diritto di adire alle vie legali, sempre che la giustizia rappresenti il luogo dove vengono sanciti i diritti eventualmente lesi.
Il resto sono solo opinioni, se è intelligente un’inchiesta, se è inutile una domanda. Certo ognuno farebbe in modo diverso qualcosa rispetto a un altro ma, nell’informazione, mettere limiti o paletti è molto più pericoloso che non metterli. E’ infatti comprensibile che chiunque debba dire qualcosa su qualcuno o confrontare mezzi o prestazioni, si trovi in una posizione in cui è meglio non rischiare nulla. e non dire nulla. Con il risultato che le informazioni che pervengono ai cittadini risultano addomesticate, non offendono nessuno, tutto va bene.
Non credo che sia quello che noi vogliamo, anzi.