Siamo stati vittima di un inganno mediatico e trasversale sulla questione Battisti. A parte la sua condanna avvenuta in un clima, quello degli anni 70, dove si cercava un capro espiatorio, qui c’è una questione giuridica oggettiva:
La
decisione del governo brasiliano di non concedere l’estradizione di Cesare
Battisti è giusta: c’è l’art.3.1.f del Trattato
di Estradizione sottoscritto dai due Stati nel 1989, e cioè che l’estradizione
debba essere negata quando “la parte richiesta (in questo caso, il governo
brasiliano) abbia ragioni ponderabili per supporre che la persona ricercata sarà
sottomessa ad atti di persecuzione e discriminazione.... o che la sua situazione
possa risultare aggravata. In gioco ci potrebbero essere, dunque, da una parte,
la [non] affidabilità del sistema carcerario italiano, e dall’altro, più
sostanzialmente l’istituto dell’ergastolo, una pena che la Costituzione federale
del Brasile esclude espressamente (Art. 5, XLVII, II), e a cui il Battisti è stato condannato qui da noi. Ora, quando l’anno scorso il Supremo Tribunale Federale aveva
negato il rifugio politico al Battisti, ne aveva nel contempo sollecitato
l’estradizione “alla condizione formale
di commutazione della pena dell’ergastolo con una pena di privazione della
libertà di una durata non superiore a trenta anni, con detrazione del periodo in
cui egli è detenuto in questo paese”. Il nostro Paese, in assenza di una legge che permetta la
commutazione di una pena (dall’ergastolo ad una pena temporanea) per una
condanna passata in giudicato, non ottempera questa clausola.
Gli unici fuorilegge in tutta questa
storia sarebbero i nostri governanti ( e noi italiani che siamo vittima di forte ignoranza e manipolazione)che reclamano
giustizia e diritto! Cerchiamo di ragionare e studiare. Siamo fin troppo manipolati se continuiamo ad affidare il nostro pensiero ad altri.