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L’indifferenza araba rispetto all’Olocausto

Di (---.---.---.82) 28 gennaio 2012 18:26

La questione del negazionismo "arabo" (notare le virgolette) si risolve tutto nell’uso politico che se ne vuol fare per negare insieme alla Shoah la semplice considerazione che Israele è nata esclusivamente per l’afflusso di profughi ebrei europei prima e durante la guerra e di sopravvissuti e reduci dopo la guerra. L’analisi statistica dei flussi migratori lo dice chiaramente. Negando la persecuzione e lo sterminio nazista la creazione di Israele viene ridotta forzosamente alla colonizzazione sionista; cioè ad un’operazione del colonialismo e imperialismo europeo, come ripetono tanti antisionisti (ma guai a chiamarli antisemiti). Il progetto sionista era fallito già alla metà degli anni venti quando erano più numerosi gli ebrei che se ne andavano dalla Palestina di quelli che arrivavano. La salita al potere di Hitler ha fatto girare il flusso migratorio e con esso la ruota della storia. Tutto il resto, come equiparare lo sterminio degli ebrei a qualunque altro genocidio dimostra solo che non si è ancora capita l’unicità della Shoah, che non sta nell’identità delle vittime, ma nella logica e nel pensiero nazista.
Peggio che mai stare a discutere se esiste un’etnia semitica o araba o ebraica. Che senso può avere ? Quelli finiti nelle camere a gas erano "ebrei" (che lo fossero per cultura, religione o "sangue" lo decidevano i nazisti, non loro, molti dei quali non si sentivano affatto ebrei !). E "antisemitismo" è un termine che ha un significato preciso: razzismo europeo contro gli ebrei. Oggi i leader iraniani sono banalmente dei negazionisti antisemiti. E la cosa è diffusa in tutto il mondo arabo e palestinese in particolare. Almeno Edward Said ebbe l’onestà di parlare dei palestinesi come "vittime delle vittime" non di "vittime del colonialismo".
Fabio


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