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Riotta contro internet

Di maurizio carena (---.---.---.230) 24 gennaio 2009 16:49

 Respingo il concetto Riotta-aristotelico di "verita’ ".

 Siamo debitori di moltissima parte della nostra cultura e della nostra forma mentis alla Grecia antica, nel bene e nel male: Socrate, la democrazia, la filosofia la tragedia, la schiavitu’...
 Detto questo, l’aver voluto pedissequamente applicare, fino a Cartesio, il ragionamento logico deduttivo, dei tempi di Aristotele, a ogni aspetto della vita, ha rappresentato, a mio parere, un immane regresso culturale.
 Che poi Riotta voglia richiamarsi nel 2009 a certi schemi ideologici lo trovo pornografico.

 E poi quali sarebbero i "fatti" ? Quelli trasmessi dalla Pravda moderna che oggi si chiama tg1? Come la risolviamo? O meglio: potremmo tentare di risolvere la questione, con internet, ma la "verita’ " del regime verrebbe sputtanata. Ecco perche’ Riotta si richiama a una verita’ ideale (la sua). Ma e’ un trucco, anche se ben mascherato.

 La "verita’ " non e’ un luminoso assioma che prende forma nella mente di qualche filosofo ( o di qualche direttore di tg) ma e’, o dovrebbe essere, il frutto dell’osservazione di fatti particolari che, induttivamente, portano a principi generali. Sempre suscetttibili di revisione e modifica. Sempre oggetto di costante critica e dibattito. Si chiama "metodo scientifico" e lo trovo applicabilissimo alle scienze sociali e ai media in particolare. Certo, se la "osservazione dei fatti particolari" e’ quella del tg1, allora stiamo freschi! (Al potere invece va benissimo)

 

 Sul problema della "conoscenza" e della "verita’ " si dibatte da 25 secoli e non si e’ ancora trovata risposta
.

Come diceva Popper: "stiamo cercando un cappello nero, in una stanza buia e non siamo nemmeno sicuri che ci sia, il cappello". E Karl Popper passo’ tutta la vita a cercare la "verita’".
 Solo i demagoghi, come ci insegna la storia, dicono di sapere la verita’. Solo le ideologie, come fascismo, nazismo, comunismo, dicono di conoscere la differenza del bene dal male... E sappiamo dove conducono queste filosofie.

 Per questo, a mio avviso, il concetto di "realismo esterno" e’ un controsenso. Di piu’ : una tragedia. Perche’ il problema e’ che ognuno ha il suo realismo esterno, "reale", quindi assoluto, che giustifica tutto. Anche la guerra.
 Al contrario, l’unica cosa che puo’ forse salvarci dalla follia umana e’ il dubbio, la ricerca, il procedere per tentativi, senza neppure pensare di avere la "verita’ ".

 Si, lo confesso, sono un relativista, etico e, alla scintillante visione della "verita’ " riotta-aristotelica preferisco la limitata e confusa visione percettiva dei miei sensi. La mia "verita’ ", precaria, opinabile, magari sciocca, ma mia: che mi creo con la mia esperienza, con la mia coscienza, coi miei sentimenti e che, soprattutto, non rivendica nessuna superiorita’ su nessuno.

 Riguardo poi al fatto di avere un "dialogo" coi mainstream e col tg1 in particolare, credo che sia un caso di umorismo involontario.

 Comunque grazie per il commento.
Grazie ad ognuno, per ogni commento.
Questa e’ partecipazione e dove c’e’ partecipazione c’e’ liberta’. E solo in questo caso il mio pezzo avra’ avuto qualche ragion d’essere.



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