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Lettera aperta di un messinese a La Repubblica

Di (---.---.---.70) 27 novembre 2011 11:05

...e noi con te, caro compatriota siciliano. Noi da meridionali siamo orgogliosi del tuo orgoglio.

Sono 150 anni che i cosiddetti "fratelli d’Italia" ci umiliano e ci denigrano con un razzismo innato e latente nel loro animo che li porta a scrivere e a dire cose come quelle sentite nel servizio di RepubblicaTV
Eppure, quando il Sud ha camminato con le proprie gambe (prima dell’Unità) i suoi problemi li ha sempre saputi risolvere, e alla grande.
Divenimmo la terza economica ed il giardino d’Europa.
Tutti i primati erano nostri, uno su tutti, i Regi Lagni, cioè la canalizzazione delle acque dai pendii verso il mare e con quella politica, probabilmente, oggi non staremmo a piangerci i nostri morti.
Il Grand Tour aveva come meta finale proprio le nostre terre.
Chi ripartiva lo faceva con rimpianto con la promessa di tornarci ancora.
Stendhal, Goethe, Mozart e centinaia di altri illustri personaggi, hanno lasciato testimonianza del loro attaccamento al Sud dell’Italia.
Oggi è l’inverso.
Dal Sud si scappa, lo si evita, e perciò viene facile denigrarlo e sminuirlo insieme ai suoi abitanti.
Chi sa, invece, resta e, come te, mio caro conterraneo, è orgoglioso di restarci, sicuro di appartenere ad una terra che è stata è sarà sempre, la genitrice dell’altra Italia che oggi ci offende.
Un abbraccio.


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