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Monti Bildelberg, Trilaterale e Goldman Sachs: le patacche dei complottisti

Di (---.---.---.166) 13 agosto 2012 13:22

...secondo la disamina dell’articolo anche Giulio Tremonti sarebbe un "complottista" e "fregnacciaro"... perch è già da qualche anno che, nei sui libri, nelle riunioni riservate e pubbliche e nelle interviste va "ciarlando" di "patacche" come "fascismo finanziario","setta di illuminati", "oligarchia bancaria", "inesistenza effettiva del 95% del denaro virtualmente scambiato sui mercati finanziari", etc. etc. ... Davvero abbiamo avuto per anni come Ministro dell’economia un "pazzo visionario" che sragionava nelle riunioni di governo e durante vertici internazionali?! ... Orsù, siamo seri, non c’è niente di "occulto" o di "celato" nelle dottrine economico-sociali teorizzate e perseguite da coloro che ritengono necessario (per il "bene comune"...secondo la loro concezione...) che il potere politico-finanziario "torni" ad essere appannaggio di pochi membri di una "elite" appositamente "formata" e svincolata da qualsiasi necessità di suffragio o consenso popolare... basta leggere (e senza "interpretare") i testi, le relazioni ed i rapporti pubblicati da una lunga lista di sociologi ed economisti... è vero, spesso (ma non sempre) in quei testi le premesse per il “pubblico” sono del tipo “cosa non fare” o cosa “è necessario evitare” affinché “non” (!) si instauri un apparato di potere oligarchico a svantaggio dei sistemi democratici... ergo vengono dettagliatamente formulate tutte le strategie necessarie per l’attuazione di quanto eventualmente “non” desiderabile ai fini del mantenimento dell’equità socio-economica... in maniera che tali strategie possano accuratamente essere “evitate” da coloro che sono deputati al governo politico-finanziario dei popoli... Ahahahaha... Le pianificazioni di quanto “non desiderabile” ai fini del mantenimento delle democrazie, sono pressoché una sorta di “road-map” che (come è facilmente riscontrabile) viene puntualmente e pedissequamente seguita da chi è in grado di esercitare il maggior potere politico-finanziario nel meccanismo della cosiddetta “globalizzazione” (orribile termine che non ha altro scopo se non quello di far apparire come “inevitabile” un processo di costruzione politico-sociale che è invece ben programmato e controllato).


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