ho già commentato il caso della morte del piccolo Rocco, nipote di due cari amici. Ho già detto, da giornalista, che sono indignata per l’uso strumentale e morboso che ne hanno fatto i media. Penso che bisogna intervenire con delle iniziative pubbliche che riaprano il dibattito sulle regole del nostro mestiere. Ancora più severe per chi, come me, appartiene al servizio pubblico radiotelevisivo. Le fonti vanno sempre verificate e incrociate. E fino a quando non si hanno notizie certe e definitive, si racconta con il condizionale ed evitando di colorare la storia a tinte fosche. I bambini, poi, lo ricordiamo, sono soggetti deboli e dunque ogni cosa li riguardi, va raccontata con rispetto e prudenza. Tutto questo è saltato nell’informazione sul piccolo Rocco.Grazia è contenta per l’uso corretto della morte fatta dalla rete. E’ vero, la rete è più libera e meno vincolata a pressioni o desiderata impropri. Continuiamo ad usarla, per il piccolo Rocco, ma non solo per lui. Iva testa