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Non sono d’accordo con chi condanna le violenze

Di Rocco Pellegrini (---.---.---.3) 17 ottobre 2011 18:11
Rocco Pellegrini

Mi dispiace Francesco che alla tua analisi, per tanti argomenti condivisibile da parte mia, sfugga, però, completamente il punto dirimente che fa la differenza e spiega tanta unanimità di giudizi contrari a quello che si è visto sabato pomeriggio a Roma.
La gente vive nella violenza, nella prepotenza dei ricchi e della classe dirigente che offre uno spettacolo penoso che noi tutti abbiamo sotto gli occhi.

C’è grande mobilitazione nella pubblica opinione e mai come in questo momento c’è un baratro tra chi governa ed il paese reale.
Si sente la necessità di apportare dei cambiamenti alle regole del vivere comune e questo desiderio è diffuso, forse come non mai.
Quello, però, che tutti, o quasi tutti, pensano e che il processo di cambiamento debba avvenire senza violenza.
C’è troppa tradizione violenta nella storia italiana, in particolare, ed in quella del mondo perché si possa sperare che da quella radice venga qualcosa di buono.
Tu hai visto che si discuteva delle ragioni degli indignati poi dopo i botti ed il fuoco per le vie di Roma la discussione è finita e sono rimasti solo i comportamenti violenti.
Dunque puoi trovare tutte le ragioni che vuoi per spiegare la disillusione, l’avversità, il distacco ma se sfocia in comportamenti violenti allora va nel torto subito ed irrimediabilmente.
Insomma questo secolo deve esser diverso da quello passato ed i cambiamenti devono avvenire nella legalità e nella civiltà.
Chi non ci sta deve essere emarginato e represso.
Gli piaccia o meno... Quale che siano le sue ragioni.

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