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Il nostro debito pubblico non parla italiano

Di Francesco Finucci (---.---.---.146) 17 settembre 2011 05:58
Francesco Finucci

Ho trovato veramente inquietante l’idea che potessimo ritrovarci debitori della Cina, dopo il loro ben noto peso nel debito USA. Il problema che denoti, della stretta interdipendenza fiscale, purtroppo riguarda anche la politica energetica e quella monetaria. Il collasso di un sistema del genere non è solo possibile, ma prima o poi inevitabile. Basta pensare a come il collasso del maggior paese creditore, gli USA, abbia portato al crollo a catena in tutta l’europa. La condizione italiana poi è aggravata dall’alto tasso di corruzione, per cui la spesa pubblica non può essere diminuita per il semplice fatto che è soggetto di una forte dispersione, quindi più spesa pubblica a pari tasse = aumento del debito. Quindi ci troviamo debitori della Francia di Sarkozy, un individuo senza scrupoli, della Cina di Hu Jintao, che non ha bisogno di presentazioni, mentre siamo ormai indissolubilmetne dipendenti, energeticamente, alla Russia di Putin, una volta abbattuto Gheddafi, e Putin, si sa, avrebbe qualche piccolo scheletro nell’armadio in Cecenia, ma anche i russi in genere avrebbero qualcosina da dirgli.
Credo ci sia qualcosa da rivedere...


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