La grande maggioranza dei
lavoratori italiani NON VUOLE l’aumento della tassazione sulle rendite
finanziarie, cioè sui propri risparmi. Aumentare la tassazione sulle rendite è
quindi un autogol, un suicidio politico-elettorale del centrosinistra.
E allora mi chiedo: ma perché lo
fanno?
Visto che sono tutt’altro che
autolesionisti, mi viene da pensare: che stiano obbedendo a ordini “superiori”?
A quali potenti burattinai stanno obbedendo? A quali poteri forti fa così tanto
comodo raddoppiare le tasse sui risparmi dei lavoratori? E’ interessante notare
che troviamo politici statalisti, rossi, bianchi o neri, che vogliono
tartassare i risparmiatori, trasversalmente in tutti gli schieramenti politici
ad eccezione dell’area liberista. Sappiamo che in Italia le famiglie padrone
hanno l’abitudine di tenere loro uomini sia a destra che a sinistra: qualunque
schieramento politico vinca, vincono sempre loro. Berlusconi era l’eccezione,
e, almeno finora, grazie alla sua ricchezza e al suo impero commerciale, si è
potuto permettere di essere un po’ più indipendente dai soliti poteri forti:
guarda caso è stato l’unico ad opporsi con decisione all’aumento della
tassazione sui risparmi, anche contro i suoi alleati. Berlusconi potrà piacere
o non piacere, ma questi sono i fatti.
E allora invito quei parlamentari
del centrosinistra dotati di buon senso e d’indipendenza a evitare il
concretizzarsi di questa follia suicida, a impegnarsi per bloccare l’aumento
della tassazione sugli inflazionatissimi risparmi degli Italiani.
Sempre se vogliono essere
rieletti: i risparmiatori hanno una memoria da elefante.
Una brevissima analisi dei ceti
produttivi e parassitari chiarirà meglio la situazione.
Ci sono lavoratori veri, nel senso
che lavorano e producono ricchezza, e sono i dipendenti del settore privato,
gli autonomi, i piccoli e medi imprenditori.
Poi ci sono i lavoratori solo di
nome, quelli i cui stipendi sono in realtà rendite, compensi per i voti
portati, per il consenso dato, per la connivenza a traffici di ogni tipo.
Costoro non producono niente, vivono sulle spalle dei contribuenti, dei ceti
produttivi, rompendo per giunta l’anima a questi ultimi con quelle ottuse
vessazioni burocratiche e legislative, che sono la vera rovina del nostro
sistema economico.
Il bello è che le famiglie padrone
del regime socializzano i costi del consenso, cioè li fanno pagare a noi. Si
pagano il consenso dei loro servi parassiti coi soldi di noi contribuenti.
E hanno pure la faccia, costoro
che vivono sulle nostre spalle, loro che hanno lauti stipendi costituenti vere
e proprie rendite perché ciò che fanno non serve a nulla, di chiamare “rendite”
finanziarie i rendimenti degli inflazionatissimi risparmi dei lavoratori! E di
volerli ulteriormente tartassare!
NESSUNA TASSA E’ A FAVORE DEL
POPOLO, TUTTE LE TASSE SONO CONTRO IL POPOLO.
Il cittadino si merita ciò che permette agli altri
di fargli.
Filippo Matteucci