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Per il bene di "tutti": la tassazione delle rendite finanziarie

Di (---.---.---.29) 26 giugno 2011 02:23

La grande maggioranza dei lavoratori italiani NON VUOLE l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, cioè sui propri risparmi. Aumentare la tassazione sulle rendite è quindi un autogol, un suicidio politico-elettorale del centrosinistra.

E allora mi chiedo: ma perché lo fanno?

Visto che sono tutt’altro che autolesionisti, mi viene da pensare: che stiano obbedendo a ordini “superiori”? A quali potenti burattinai stanno obbedendo? A quali poteri forti fa così tanto comodo raddoppiare le tasse sui risparmi dei lavoratori? E’ interessante notare che troviamo politici statalisti, rossi, bianchi o neri, che vogliono tartassare i risparmiatori, trasversalmente in tutti gli schieramenti politici ad eccezione dell’area liberista. Sappiamo che in Italia le famiglie padrone hanno l’abitudine di tenere loro uomini sia a destra che a sinistra: qualunque schieramento politico vinca, vincono sempre loro. Berlusconi era l’eccezione, e, almeno finora, grazie alla sua ricchezza e al suo impero commerciale, si è potuto permettere di essere un po’ più indipendente dai soliti poteri forti: guarda caso è stato l’unico ad opporsi con decisione all’aumento della tassazione sui risparmi, anche contro i suoi alleati. Berlusconi potrà piacere o non piacere, ma questi sono i fatti.

E allora invito quei parlamentari del centrosinistra dotati di buon senso e d’indipendenza a evitare il concretizzarsi di questa follia suicida, a impegnarsi per bloccare l’aumento della tassazione sugli inflazionatissimi risparmi degli Italiani.

Sempre se vogliono essere rieletti: i risparmiatori hanno una memoria da elefante.

Una brevissima analisi dei ceti produttivi e parassitari chiarirà meglio la situazione.

 

Ci sono lavoratori veri, nel senso che lavorano e producono ricchezza, e sono i dipendenti del settore privato, gli autonomi, i piccoli e medi imprenditori.

Poi ci sono i lavoratori solo di nome, quelli i cui stipendi sono in realtà rendite, compensi per i voti portati, per il consenso dato, per la connivenza a traffici di ogni tipo. Costoro non producono niente, vivono sulle spalle dei contribuenti, dei ceti produttivi, rompendo per giunta l’anima a questi ultimi con quelle ottuse vessazioni burocratiche e legislative, che sono la vera rovina del nostro sistema economico.

Il bello è che le famiglie padrone del regime socializzano i costi del consenso, cioè li fanno pagare a noi. Si pagano il consenso dei loro servi parassiti coi soldi di noi contribuenti.

E hanno pure la faccia, costoro che vivono sulle nostre spalle, loro che hanno lauti stipendi costituenti vere e proprie rendite perché ciò che fanno non serve a nulla, di chiamare “rendite” finanziarie i rendimenti degli inflazionatissimi risparmi dei lavoratori! E di volerli ulteriormente tartassare!

NESSUNA TASSA E’ A FAVORE DEL POPOLO, TUTTE LE TASSE SONO CONTRO IL POPOLO.

Il cittadino si merita ciò che permette agli altri di fargli.


Filippo Matteucci


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