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Il Crocefisso in Italia

Di Mauro Martini (---.---.---.88) 29 marzo 2011 18:32
Mauro Martini

Preg.mo dott Tosti,

la ringrazio molto per aver inserito il suo parere diretto e personale in calce al mio articolo.

Il poco spazio a disposizione ed il poco tempo che abbiamo entrambe mi impedisce di dilungarmi troppo nell’argomentare le mie controdeduzioni. Quindi sarò sintetico.

Mi sembra di poter dividere la questione in due parti.

La prima quella che riguarda la Sua posizione personale di magistrato e delle conseguenze che ha subito dalla vicenda in parola. Su questo io posso aggiungere veramente poco e mi rimetto a quanto deciso dal CSM ed alle sentenze della Suprema Corte, come da Lei correttamente citate.

La seconda parte, invece, possiamo dedicarla ad una risposta di merito.

Nella Sua risposta ravvedo un sentore di strumentale polemica volta unicamente a rafforzare il Suo disappunto per l’intera vicenda. Mentre sul lato della posizione personale ha tutta la mia solidarietà, su quello culturale non ne ha affatto. Anche in punta di diritto mi è sembrata più una risposta generica e rancorosa.

I riferimenti ai diritti personale, appaiono più come dei "non sensi" di Russell, che dei principi ben incardinati sul diritto.

Rivediamo una Sua affermazione "…(omissis) il criterio della maggioranza non può valere perché, in caso contrario, la "maggioranza" degli italiani ad esempio -in quanto di pelle bianca- potrebbero discriminare i neri: il che è chiaramente inammissibile" .

Questo suo passaggio equivale a dire che tutto ciò che ha quattro zampe è un tavolo, quindi anche i cani sono dei tavoli. A voler dire: non è detto che una maggioranza seppur numericamente superiore (e badi bene all’avverbio numericamente) debba necessariamente discriminare una minoranza con cui convive. E un po’ semplicistica come deduzione; solo volta a dimostrate la Sua tesi, per la quale ho molto rispetto, ma poca considerazione. Non riesco a capire perché deve mettere in relazione con un nesso causale la maggioranza dei bianchi che necessariamente dovrebbero discriminare i neri, solo perché superiori nei numeri. Non pensa che potrebbero convivere insieme nel reciproco rispetto?

Sia forte delle diversità culturali di questo paese, che in quanto a tolleranza verso le minoranze religiose e finanche linguistiche, ne ha da vendere.

Deve essere sereno del fatto che ognuno di noi possa andare a raccogliersi spiritualmente nelle numerose, chiese moschee e sinagoghe che caratterizzano l’Italia, senza ledere i diritti personali di nessuno.

Per quanto riguarda i luoghi pubblici, la invito a non leggere solo i passaggi dell’articolo che l’aiutano a confortarsi, veda anche il passaggio in cui dico "La Suprema Corte ha sentenziato che il Cristo non è una minaccia ed ha lasciato al legislatore la discrezionalità di accogliere o meno le richieste di esposizione di simboli religiosi diversi da quello". Rivolga istanza anche lei per far esporre quello che ritiene più opportuno alla sua sensibilità religiosa.

Ed in ultimo non si vittimizzi dicendo "Io ho chiesto che venisse esposta la menorah ebraica perché rivendico gli stessi diritti e la stessa dignità dei cattolici. Gli ebrei non sono essere inferiori". Si rammenti le parole di tale Karol Wojtila che definì gli ebrei come "fratelli maggiori" in occasione dell’ incontro con la comunità ebraica della città di Roma il 13 aprile 1986.

Esca dalla sua posizione intransigente, non si fermi davanti ai simboli. Sia orgoglioso di essere un magistrato, ed abbia il coraggio di essere imparziale ed equilibrato fino in fondo.

Cordialità.

Mauro Martini


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