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Risposta alla lettera aperta di Roberto Saviano

Di Francesco Raiola (---.---.---.18) 17 dicembre 2010 10:00
Francesco Raiola

Caro Marco,

non sono solito intervenire troppo anche per ragioni di "ruolo" (se così vogliamo chiamarli). Anche perché qualcuno potrebbe scambiare la mia voce per quella del giornale (ma l’unica voce di AgoraVox è quella di voi che scrivete), però il tema mi è caro e nella giornata di ieri mi è capitato di discuterne. Io non capisco queste critiche. Insomma le capisco in parte. Può essere che abbia letto male e compreso peggio le parole di Saviano (e le sue risposte su RepTv che confermano la sua totale vicinanza alle motivazioni della protesta), il quale, mi sembra, abbia criticato le violenze, che fossero quelle di una piccolissima parte dei manifestanti, piuttosto che quelle dei poliziotti che sfogano la propria rabbia e la propria paura. Una condanna alla violenza. Come si può criticare la condanna della violenza?

“I passamontagna, i sampietrini, le vetrine che vanno in frantumi, sono anche l’espressione di quella violenza coltivata dalla ingiustizia perenne presente nella società non solo italiana ma anche tutta”. Ok, ma è lecito dire che sono un’espressione sbagliata? Il fine, mi spiace, non sempre giustifica i mezzi, altrimenti ci sarà sempre un pretesto per giustificare tutto. E ti assicuro che chi scrive si è fatto il mazzo come te, e come tantissimi di quei miei coetanei in piazza! So perfettamente cosa sia la frustrazione, la mancanza di lavoro, le ingiustizie, ma mai, mai penserei di spaccare la testa a qualcuno o vetrine in giro per la città...

In più scrivi “Certo nessuno vuole giustificare le violenze ma certamente tutto ha una causa e tutto ha un suo naturale ed inevitabile effetto. E non credo che quelle violenze abbiano celato il resto della manifestazione, anzi”... Non dico che tu la voglia giustificare, ma sembrava dare questa impressione. E poi tutti i telegiornali non hanno riportato che quello e anche su internet, tra blog, siti di info e social network non era certo delle motivazioni della protesta di cui si parlava, ma si pubblicavano foto e video di scontri, fiamme, urla... Prova a chiedere a chi non sa cosa sia internet (ed è la maggioranza) se ha capito quello che è successo. Probabilmente ti dirà che i manifestanti hanno fatto casini, e spaccato tutto e non sa nulla di riforma gelmini, ad esempio.

Chiedi se Saviano conosca il concetto di anarchia, beh qualcosa ti conferma che non sia così? Criticare le violenze di piazza vuol dire non sapere nulla dell’anarchia? E conoscere il movimento anarchico giustifica la violenza?

E voglio soprassedere su quel “Ma di cosa stupirsi d’altronde lei simpatizza per quello che è dato conoscere per Ernst Jünger, Ezra Pound, Louis Ferdinand Celine,Carl Schmitt”, vero colpo basso. Già quell’incipit “Ma di cosa stupirsi” che svilisce qualunque possibilità di confronto, fino ai riferimenti letterari. Leggere autori che sono considerati capisaldi da chi si definisce fascista non inquina il pensieri di chi li studia o legge. Insomma anche se sei di destra, leggere Marx è obbligo, soprattutto se di mestiere vuoi fare l’economista... e poi diamine! Celine! Sarà anche stato vicino a posizioni fasciste ma come si fa a privarsi della lettura di quelli che sono unanimemente (se qualcosa voglia dire) considerati capolavori. E’ come dire che dato che mi piace Houellebecq sono un razzista, misogino!

Insomma, senza dubbio la situazione è complessa e il blocco di manifestanti purtroppo non è un blocco univoco. C’è una gran parte che vuol far valere i propri diritti (e si ritrovano davanti gente come il La Russa di ieri sera ad Annozero), ci sono poi alcuni, pochi, pochissimi, che se ne fregano delle motivazioni e sfogano la propria rabbia e frustrazione in quel modo (e le televisioni e i politicanti ci sguazzano) e poi ci sono agenti infiltrati (cosa che succede, come sai, ad ogni manifestazione)...

Onestamente spero che questa protesta porti a qualcosa di importante... ma le reazioni a una lettera che condanna tutte le violenze mi sono parse eccessive, ma giusto per non affondare nella retorica, “il mondo è bello perché è vario” e quindi ben vengano le discussioni.

Con stima

Francesco


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