Scrivere di Antigone come se fosse un’appendice della
coscienza cristiana è quantomeno riduttivo e direi tendenzioso- anche se non è
"sbagliato", anzi è un diritto- se consideriamo che l’eredità greca è
stata raccolta da un’ampia parte della cultura occidentale, per esempio da
Brecht, Hegel, Kierkegaard, Honderlin, Heidegger, Bultmann e una larghissima
fetta del pensiero femminista tra i quali Maria Zambrano, Irigaray, Adriana Cavarero,
Judith Butler, etc. Non sono figure che rientrano in una nozione qualsiasi di "creatività"
etichettabile, mi sembra, tanto meno nei termini cari all’attuale revival ecclesiastico-speculativo
così ben rappresentato dai nipotini di Enzo Bianchi. Ma da noi, si sa, si
fa pensa volentieri per opposizioni binarie (tra Marx e la Curia, all’incirca), con
esiti spesso deludenti, soprattutto per le nuove generazioni. Per chi fosse
interessato ad approfondire la figura di Antigone dal punto di vista politico e
filosofico, senza ingerenze di sorta, consiglierei il libro antologico curato
da Pietro Montani qualche anno fa per Donzelli, Antigone e la filosofia.