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’La questione morale’

Di Isabeau (---.---.---.156) 10 novembre 2008 00:07
Patrizia Dall'Occa

Ho riletto più volte l’articolo, e mi trovo in difficoltà nel cercare di esprimere ciò che penso, perché il fraintendimento quando si parla di morale e di politica è all’ordine del giorno, è come servirlo su un piatto d’argento.
Non posso definirmi un’esperta di politica, perché, semplicemente, per me, la politica è tutt’altra cosa da ciò che da anni si vede in Italia, ma non solo qui.
Credo che la prima cosa da fare sia un po’ di autocoscienza nazionale. L’Italia non è un popolo che si sia mai basato su grandi ribellioni, ha sempre cercato di adattarsi a ciò che veniva, cercando un modo per sopravvivere e prendere il massimo da ogni situazione. Questa è storia. (ricordate? Francia o spagna... purché se magna...)
La nostra "politica" si è incentrata troppo sulla contrapposizione di due idee forti, quella del fascismo e quella del vero e puro comunismo. Ma queste due ideologie sono derivate da uomini che le hanno caratterizzate con le loro idee, con il loro punto di vista, costruite su concetti che per loro erano fondamentali e si sono imposte in periodi troppo particolari per essere presi ad esempio per la vita e la sopravvivenza di una Nazione così improbabile come l’Italia.
Le realtà, ed accettiamole come tali, in Italia sono due: il Sud e il Nord. Per sua conformazione geografica, pur non essendo così grande, il nostro stivale si estende in linea pressocché retta, passatemi l’inesattezza, allontanado drasticamente i suoi abitandi per pensieri e concezioni folosofiche-politiche-istituzionali. Già pensare di unire due sfere così distinte è un’impresa, farlo poi giocando sui propri interessi è inaudito.
L’uomo, per sua natura, cerca profitto e risalto, vuole arrivare per potersi imporre. A suo favore gioca il fatto di essere munito di cervello, di morale, etica e giudizio.
Ora la cosa è semplice. Chi ha più morale ed etica si trattiene dal giocare sporco. Chi ne ha meno ha più facilità a venire a compromessi, a chiudere un occhio, ad andare avanti.
Da donna mi sono sempre detta che (perdonatemi maschietti) se fossi nata uomo e senza scrupoli oggi governerei il mondo.
Quello che voglio dire è che è normale che lassù ci siano persone che di morale ne hanno poca, o che hanno la tendenza a rigirare le questioni come meglio possono.
E’ dunque superfluo parlare di questione morale in un campo dove la morale ha ben poca importanza.
Ciò che si dovrebbe riuscire a fare, ma sono la prima a non sapere come, è ricondurli alla loro umanità.
L’impossibile ma utile sarebbe ricreare la classe politica dal nulla. Azzerare ciò che è stato fatto, annullare tutti coloro che già masticano e si nutrono all’interno dei palazzi e cercare qualche uomo nuovo, qualcuno che ancora creda.
Se ciò però non è possibile purtroppo bisogna usare le armi che ci sono ma non sono io quella esperta da poter dire quali sono queste armi e come usarle.
Quello che so è che non c’è buono ne’ da una parte ne’ dall’altra, e sarebbe ora che gli italiani se ne rendessero conto.
Cambiare bandiera ad ogni votazione non ha senso. Non lasciare mai a chi governa la possibilità di concludere ciò che si è riproposto non è un metodo per cambiare lo status quo.
Una vera novità sarebbe non votare, rendere palese il proprio disappunto, far capire a chi governa che il loro non è un gioco, che noi non siamo pedine.
E mi ripeto, ma per necessità, io non sono pro o contro un partito piuttosto che l’altro. Ho le mie idee, idee nate da anni di studio, e che non possono essere riproposte da chi agisce per ripicca.
Questa è una questione morale, il gioco che fanno, che è lontano mille miglia dalla realtà dell’Italia.
Una volta mi arrabbiavo con chi inveiva contro il tal politico dicendo che se era tanto migliore poteva tirarsi su le maniche e arrivare dove era arrivato lui.
M forse, proprio perché migliore... lassù, su quelle poltrone non ci può arrivare.
E se questa è la morale...

Patrizia


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