Mi spiace che ancora ci si meravigli che la mafia si sia inserita all’interno dell’economia sana di questo paese. In molti posti in Lombardia, Piemonte e Liguria la gestione della movimentazione della terra e delle imprese operanti nelle bonifiche e smaltimento dei rifiuti sono in mano alla ndrangheta. Nel sud la GDO (grande distribuzione organizzata) è in mano alla famiglie mafiose con il risultato che riescono a ripulire il denaro sporco e far saltare le più elementari leggi di mercato, considerato che si possano permettere di applicare prezzi di vendita più bassi rispetto alla concorrenza.
Qualcuno ancora ricorda la vicenda del "Café de Paris" di Via Vittorio Veneto a Roma, intestato ad un barbiere di un piccolo paese alle pendici dell’aspromonte?
Ma non ci si chiede dove vadano ad essere investiti altrimenti i fiumi di denaro che questi ricavano?
Francesco Azzarà