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Nucleare: un maledetto imbroglio

Di Federico Pignalberi (---.---.---.1) 24 dicembre 2009 15:38

Il nucleare non è antieconomico. Il costo dell’energia nucleare, considerando i costi di dismissione delle centrali e di messa in sicurezza delle scorie, e considerando un tempo di vita della centrale di 40 anni (compatibile con le riserve di uranio a disposizione) è di 3,0 eurocent al KWh: iI costo di produzione elettrica più basso rispetto a tutte le altre fonti energetiche.

Solo il 6% di questo costo è dovuto all’acquisto dell’uranio. Quando anche l’uranio aumentasse di prezzo (e aumenterà) la sua incidenza sul costo di produzione elettrica sarebbe minimo. Esempio: se il prezzo dell’uranio triplicasse, il costo del KWh nucleare aumenterebbe solo del 13%, ovvero sarebbe di 3,48 eurocent al KWh.

Rimarrebbe, naturalmente, il problema delle scorie e anche quello, tutto italiano, degli appalti (cioé delle mazzette, forse l’unico costo non considerato in quella cifra). E sicuramente, viste le scarse riserve di uranio, il nucleare non potrà essere la fonte energetica del futuro. Per questi motivi non sono favorevole alla costruzione di nuovi impianti nucleari in Italia.

Non possiamo, però, raccontare falsità senza neanche degnarci di andare a controllare i dati.

ps: il costo di produzione elettrica dell’energia fotovoltaica è il più alto in assoluto (da 41 a 50 eurocet al KWh, oltre 16 volte quello del nucleare).


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