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Kindlyreqd

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Ultimi commenti

  • Di roberto basile (---.---.---.94) 20 ottobre 2015 19:30

    Giunge notizia che a Roma sul piazzale del Gianicolo sarà inaugurato un monumento equestre dedicato a Napolitano, l’ultimo vero patriota italiano.

    Il monumento, che andrà sostituire quello intitolato a Garibaldi, raffigura un fiero cavallo di Hannover e una didascalia posta sulla sua base assicura che è ritratto poco prima di essere montato dall’ex PdR.


  • Di roberto basile (---.---.---.94) 20 ottobre 2015 19:09

    Ma cos’è la destra cos’è la sinistra...
    Ma cos’è la destra cos’è la sinistra...

    Destra-sinistra
    Destra-sinistra
    Destra-sinistra

    Basta!

  • Di roberto basile (---.---.---.101) 7 ottobre 2015 15:47
    Tutto condivisibile, sia l’articolo, sia il commento.
    Ma c’è un ma, come al solito. Purtroppo, le cose non sono mai così semplici come ci si augurerebbe.
    La questione posta da Phastidio è semplice: se rinunciamo a produrre acciaio, possiamo dire definitivamente addio al manufatturiero italiano. Basta pensare alla grande cantieristica navale, che si troverebbe presto ad essere strangolata. Tutto a favore dei competitors, in prima linea naturalmente la Cina, ma anche la Grande Germania, per la quale l’EU è solo un’espressione geografica, per usare una famosa locuzione di un loro concittadino. Da tenere presente, tra l’altro, quali saranno le ripercussioni sulla ThyssenKrupp della probabile crisi di vendite della Volkswagen per i noti avvenimenti ultimi scorsi, e come reagirà alla conseguente contrazione della domanda interna.
    D’altra parte, anche la questione posta da Antonio Russo è semplice: Taranto è una ferita purulenta aperta nel nostro territorio, in particolare nel già abbastanza martoriato Sud.
    E nessuno finora è riuscito a trovare una quadra, per dirla alla Bossi, tra l’esigenza di produrre in modo pulito e sostenibile, la necessità di intervenire sull’ambiente per salvare il salvabile, la contrarietà dei tarantini che con l’Ilva ci campano la famiglia.
    Il tutto senza tirar fuori quattrini e senza bloccare la produzione per tempi indefiniti (e impossibili da sostenere)!
    La soluzione? Russo ci dice che "potremmo diventare leaders logistici nel commercio navale", e lo pone come alternativa all’Ilva. Dimentica però di citare Gioia Tauro, che leader nel Mediterraneo già lo è.
    A parte questo particolare non secondario, l’errore a mio avviso sta proprio nel porre la questione in termini di o ...o, invece di e...e.
    O Ilva, o hub del commercio navale, insomma. Perchè non entrambe? Nel frattempo che i nostri grandi politici si gingillano con il dilemma, guardandosi bene dall’affrontarlo seriamente (si perderebbero troppi voti, chi ce lo fa fare?), non si fa ne l’una, ne l’altra cosa.
  • Di roberto basile (---.---.---.123) 22 agosto 2015 03:20

    Mi permetto di aggiungere due considerazioni:

    1) il punto di vista del minore: che porta a dire che non è bello togliere i genitori ad un bambino (non solo la madre, quindi!) , a meno di comprovato comportamento deleterio per il bambino stesso e rischio per la sua stessa incolumità fisica;
    2) forse il carcere non redime, anche se non ne farei una regola generale e assoluta, certamente però le responsabilità genitoriali possono fare moltissimo per indurre chi ha commesso errori, anche gravi, ad uno sforzo di comprensione per i bisogni altrui. Doversi prendere cura di qualcuno che dipende completamente da noi, costringe volenti o nolenti mettere in discussione i propri egoismi, primo e decisivo passo per migliorarsi.
    Naturalmente, neppure questa può essere una regola assoluta, ci sono sempre le eccezioni: quei due sciagurati costituiscono un’eccezione?

    Comunque, tutta questa storia mi puzza tanto di gossip e di accanimento mediatico pruriginoso, e giornali e i palinsesti ci campano la famiglia. Ed il solito schieramento tra intransigenti e buonisti, mi lascia poche speranze che ci sia un reale interesse umano verso questi tre sventurati. E per finire, mi piacerebbe chiedere a chi sta prendendo queste decisioni, pubblicizzandole adeguatamente per avere il proprio quarto d’ora di notorietà, se non crede che sia il caso di indagare a fondo e togliere la prole anche a famiglie notoriamente mafiose, o camorriste, malavitose in genere: certo, se i legami di sangue non sono più al primo posto e ciò che conta è assicurare ad un bambino genitori brave persone ed un ambiente dove possano essere educati per diventare in futuro onesti cittadini (secondo il giudizio di vari "esperti"), una famiglia di mafiosi non è il posto ideale per crescere.
    Ed ho forti dubbi anche sulle famiglie di zingari, di mussulmani integralisti e, in genere, su tutti quelle che non ci appaiono come "normali".
    A quando i test attitudinali per stabilire il grado di "adeguatezza" ad essere genitori?
    Questa società più mette regole e paletti per scongiurare il male, più diviene disumana.
  • Di roberto basile (---.---.---.173) 11 maggio 2015 20:32

    "Una macchina è diversa da una persona e pensa in modo diverso." 

    questa è una affermazione altrettanto stupida della domanda precedente, per il semplice motivo che contiene un verbo sbagliato: "pensa".
    Senza tirare in ballo questioni filosofiche o religiose, artificiali ed artificiose, la questione è meramente tecnica: chiunque abbia una conoscenza diretta del funzionamento di un computer, sa che le macchine non "pensano"; semplicemente, si limitano ad eseguire istruzioni che vengono loro fornite dall’uomo.
    Sono costruite per funzionare così, ed un computer soggiace alle stesse regole di un meccanismo come ad es. un orologio: fa quello che i suoi ingranaggi gli fanno fare, ne più ne meno. 
    Anche tutta la letteratura fiorita nei tardi anni ’70 e fino a tutti gli anni ’90, sulla cosiddetta "Intelligenza Artificiale", è stata sempre banalizzata dai media con un sensazionalismo il cui obiettivo non era informare, ma vendere copie e fare audience. L’obiettivo della IA non è mai stato quello di creare un alias dell’essere umano: si è cercato, anche con un certo successo, di programmare il computer in modo tale che possa riconoscere una situazione nuova, purchè in qualche modo nell’ambito di uno specifico contesto previsto dal programmatore, associarla ad una già prevista e trattarla secondo le stesse istruzioni e modalità.
    Tutto questo viene spacciato per "imparare"; ma il più sofisticato dei programmi, capace di accorgersi di una nuova parola usata dai terroristi internazionali nelle comunicazioni telefoniche ed aggiungere quella nuova parola all’elenco di quelle da tenere sotto attenzione, tanto per fare un esempio concreto dei giorni nostri, non potra’ mai "accorgersi" di un possibile collegamento tra gli effetti di due diversi farmaci, ad es., perchè argomento e contesto non sono "descritti" nelle sue istruzioni.

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