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#no2giugno, perché annullare la parata non serve

“Annullare la parata del 2 giugno e destinare quei soldi alle popolazioni colpite dal terremoto”, gridano i cittadini indignati. Ma dopo il terremoto gli appalti per le forniture e i servizi per la cerimonia erano già stati assegnati e l'unico vero risparmio sarebbe stato sugli straordinari del personale. Che però non si possono calcolare. Procedure amministrative, cavillosità burocratiche, bilanci complicati e tempi stretti. Ecco perché la macchina del 2 giugno non si può fermare.

La protesta nasce in rete: «Follia sperperare denaro pubblico in questo momento. No alle parate. Sì agli aiuti per le zone terremotate». In meno di un giorno #no2giugno diventa il primo Trending Topic in Italia su Twitter. Partono raccolte firme in diversi siti web e aderiscono migliaia di internauti.

La mobilitazione per chiedere di annullare la parata militare del prossimo due giugno era iniziata da tempo per motivi etici e pacifisti, ma ha accelerato d’improvviso dopo il terremoto di martedì scorso. «Invece di spendere milioni per ricordare la nascita della Repubblica, investiamo per ricostruirla. Ecco il senso del #no2giugno», scrive Marco Menu.

Per capire come stanno davvero le cose, partiamo dai dati ufficiali. Nel 2010 la parata del 2 giugno è costata al Ministero della Difesa 3 milioni 522 mila euro. Nel 2011 la spesa è aumentata di quasi 900 mila euro per la cerimonia in grande per l’occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Quest’anno il ministero ha deciso di dare un taglio alle spese, e ha previsto, sulla base dei costi degli anni passati, che la per la parata di domani verranno spesi tra i 2,6 e i 2,9 milioni di euro, riducendo quasi della metà i mezzi e le truppe che sfileranno. Ma queste cifre non corrispondono alla spesa pubblica complessiva per la cerimonia, perché comprendono solo le spese sostenute dalla Difesa, mentre non si conoscono quelle a carico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Presidenza della Repubblica e del Comune di Roma. E comunque si tratta solo di stime basate sulle spese degli anni precedenti: quanto si spenderà davvero si saprà solo a parata conclusa.

Se però dopo il terremoto le celebrazioni fossero state annullate, di questi soldi si sarebbe potuto risparmiare ben poco perché, ormai, tutti i contratti per tutte le forniture e i servizi erano già stati firmati (si pensi per esempio alle impalcature, che da sole rappresentano il ventisette per cento delle spese, 700 mila euro nel 2010). L’unico risparmio possibile, insieme con quello sul carburante dei mezzi e altre piccole spese di questo tipo (e gli straordinari dei Vigili del Fuoco di Roma che devono lavorare dopo le 21 per consentire lo svolgimento delle prove), sarebbe potuto essere – forse – sul personale militare e civile impiegato nell’evento, ma si sarebbe trattato in ogni caso di piccole cifre rispetto alla spesa complessiva.

Spiega ad AgoraVox una fonte del ministero della Difesa: «I militari impegnati nella parata vengono sottratti ad altri compiti, e il lavoro che svolgono nel periodo delle prove e nelle ore della parata rientra nelle nostre 38 ore di lavoro settimanali» . Solo se fosse necessario lavorare più di queste ore «verrebbero retribuiti degli straordinari in busta paga. Ma se questo si renderà necessario e in che misura si potrà saperlo solo dopo la parata. La stessa cosa vale per il personale civile della Difesa impegnato per le celebrazioni».

E se anche fosse stato possibile annullare le spese già previste per la parata, sarebbe stato impossibile riuscire a destinarle all’emergenza emiliana perché non esiste un fondo unico riservato all’evento. «Le spese per la parata – spiega la fonte – sono distribuite nei budget ordinari dei diversi dipartimenti e dei diversi corpi militari. Non esiste una voce di bilancio dedicata».



Quindi sarebbe stato difficile, forse quasi impossibile, riuscire a determinare con esattezza quanti soldi si sarebbero dovuti tagliare a ciascuno di essi per raccogliere la somma destinata alla parata e devolverla alla ricostruzione post-terremoto. Senza contare la difficoltà di determinare, poi, quanto si sarebbe dovuto togliere ai budget singoli dipartimenti e uffici del Comune di Roma e della Presidenza del Consiglio.

Procedure amministrative, cavillosità burocratiche, bilanci complicati e tempi stretti. Così nessuno avrebbe potuto fermare la macchina del 2 giugno nella capitale. Che in queste notti è stata animata da 2584 soldati pronti a sfilare domani. Insieme a dieci bande e più di novanta mezzi militari.


Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.199) 1 giugno 2012 12:12
    Damiano Mazzotti

    Davvero.. Ma .... Lasciamo che gli emiliani si arrangino... bene...

    Se fossi il Presidente della Regione Emilia-Romagna farei così: lasciamo che i romani si arrangino... E da domani e per i prossimi due anni a Roma non ne faccio arrivare più.

    Stessa cosa se fossi un sindaco di uno dei Comuni colpiti...

    E voglio vedere chi ha il coraggio di presentarsi a chiedere dei soldi...

    I cittadini i badili e i picconi in mano li hanno già...

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.199) 1 giugno 2012 12:14
    Damiano Mazzotti

    Cioè volevo dire che la festa delle tasse richieste senza moderazione deve considerarsi finita.

    Per i prossimi due anni meglio gestirsi i soldi della regione senza intermediazioni parassitarie e paramafiose.

  • Di (---.---.---.51) 1 giugno 2012 12:55

    Sinceramente spero che i militari inscenino qualche protesta.

    Il punto è che in tempi di crisi e pesanti sacrifici chiesti ai cittadini il governo non pensa minimamente a tagliare sprechi, lussi e spese inutili.
    La parata del 2 giugno è già stata annullata in passato, un governo serio doveva da tempo aver già pensato a non farla quest’ anno, indipendentemente dal terremoto. 
    Alla fine rimane solo spreco di denaro pubblico per dare visibilità a vecchi politici incompetenti e dare loro motivo per fare discorsi inutili pieni di retorica e totalmente staccati dalla realtà.
    Abbiamo un Quirinale che ci costa 8 volte Buckingham Palace, ora una sfilata che solo la Presidenza della Repubblica vuole perché alla gente di quest’Italia non gliene importa più nulla....
  • Di (---.---.---.129) 1 giugno 2012 13:02

    A tal proposito: La malaparata.

    http://pinoz6700.blogspot.it/

  • Di (---.---.---.170) 1 giugno 2012 14:20

    federico pignalberi invece di scrivere cazzate vai a lavorare.....non è neccesario niente di quello che hai scrito. Lo stato è uno solo, e quindi se si risparmia da una parte è sempre denaro non sprecato. quello che conta veramente è la attitudine della classe politica che se ne frega dei cittadini e dei suoi desideri. Un altro esempio che questi politici non vogliono ascoltarci

  • Di (---.---.---.182) 1 giugno 2012 14:28

    Evidentemente chi ha scritto questo articolo non ha mai stipultato un contratto con la pubblica amministrazione.
    Io ho esperienza diretta di contratti per forniture informatiche.
    Ho esperienza indiretta (amici) che hanno stipulato contratti per forniture di altri altri settori merceologici.
    In ogni contratto che stipula, lo stato si riserva SEMPRE la possibilita’ di rescindere in qualsiasi momento, a suo piacimento, uso e consumo.
    Pertanto la tesi, in teoria giusta, su cui si fonda questo articolo, nella realta’ non esiste.

  • Di (---.---.---.197) 2 giugno 2012 15:41

    Grazie Federico, sono giorni che vado ripetendo questa cosa su FB, purtroppo smontare una teoria populista è dura. Sinceramente inizio ad avere paura degli Italiani e delle loro strane lotte per partito preso; ragionando molto di pancia e poco con la Testa e con il Cuore. Gli Emiliani nelle persone dei Sindaci e della Regione ribadiscono il concetto che NON VOGLIONO SOLDI ma la DEFISCALIZZAZIONE per poter "respirare" quel tanto per ricominciare a lavorare. Evidentemente o siamo abituati a non ascoltare o siamo abituati ai piagnistei della carità che vanno tanto di moda in televisione e non riusciamo a comprendere chi ci dice qualcosa di diverso.

    Mi fa’ paura anche che sia dia credito al finto risparmio senza badare chi ci va a perdere, come il signore che reclama di sapere cosa sia un contratto della pubblica amministrazione confondendo fornitura con servizi e cosa più grave non sapendo quelle che sono le leggi che le regolano ma al di là di questo, pur vantando una conoscenza diretta di tal lavoro non si preoccupa minimamente di chi andrebbe a perdere eventuali appalti e di quello che comporta questo. Per non parlare di tutti quelli che indirettamente lavorano un po’ di più grazie a questa parata. Ci si lamenta tanto della disoccupazione e poi si fanno campagne per incentivarlo per raccogliere più soldi per chi non ne vuole o meglio, non li vuole così ? Quand’è che la gente ha smesso di riflettere e ha fatto suoi i ragionamenti di altri senza vedere i pro e i contro? Strano però che la gente non voglia la parata ma voglia il festivo in bustapaga . (che tra l’altro non dona neanche in beneficenza)
  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.154) 2 giugno 2012 16:15
    Damiano Mazzotti

    Si può sapere una volta per tutte se i vigili del fuoco e la protezione civile hanno partecipato a questa xxxxx di festa "dedicata" ai terremotati?

    Lo sapete che l’inverno scorso quando fece quasi due metri di neve in Romagna quel cazzone di Alemanno o chi per lui chiese ai vigili e alla protezione civile emiliano-romagnola di andare a aiutare quei cazzoni dei romani che non sapevano nemmeno tenere un badile in mano?

    A me sti romani mi iniziano a stare abbastanza sui xxxxxxxx... Quasi ai livelli di Asterix... 

  • Di (---.---.---.204) 4 giugno 2012 03:36

    Se i militari italiani potessero andare a testa alta guarderei volentieri la parata, ma dopo dieci generazioni di fallimenti, fascismo, terrrorismo nero, collusioni e furti dei marescialli, e non di meno la farsa della leva obbligatoria, direi in tutta sincerita’ che sono un branco di incapaci e mangiasoldi.

  • Di (---.---.---.197) 4 giugno 2012 16:56

    Per l’ultimo commento....

    BOOOOOMMMM!!! Vuoi aggiungere altro qualunquismo o ci risparmi?
  • Di (---.---.---.78) 5 giugno 2012 00:35

    Come volevasi dimostrare, l’ignoranza, il qualunquismo, le boiate mediatiche, in questo paese che si sta caratterizzando sempre più per il brusio crescente di una massa di caproni web-lobotomizzati da un comico alla frutta, si sono mostrate in tutta la loro spaventosa inconsistenza.

    E pensare che tra questi individui risiede anche gente adulta, basterebbe aver almeno una volta nella vita organizzarto un evento, anche solo un compleanno, per capire che certi costi non li puoi più fermare a 48-72H di distanza.

     

    CAPRE! 

  • Di (---.---.---.170) 5 giugno 2012 03:22

    Che la nomenclatura di sfacendati di stato sia di basso rilievo lo testimoniano i risultati della Repubblica Italiana nel mondo. Ormai siamo sotto anche ai paesi in via di sviluppo. Se l’offesa e la boriosita’ e’ l’arma delle forze armate, risparmiateci i commenti, lo sapevamo gia’. Quando scrivo che il sud e’ in mano alla criminalita’ ed ai falliti mi dicono che sono leghista, quando dico il vero sui dipendenti dello stato italiano, gran parte incapaci e falliti, che non sanno che cosa sia il lavoro mi danno addirittura del seguace del m5stelle. La scolarizzazione scadente ha fatte le sue vittime. Incrociatore Garibaldi arenato a Valona, i Maro’ che sparano ai passeri. La cia vostra padrona di casa, e vogliamo ancora parlare? Un militarista.

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